Area Spiritualità, riservata alla mistica, ai rapporti tra spiritualità, cultura e psicologia, alla spiritualità della vita religiosa e alla spiritualità familiare
Suor Maria, O. P., domenicana del monastero di Langeac, ci propone di capire meglio ciò che Gesù ha voluto insegnarci, parlando del Vangelo rivelato in modo speciale ai piccoli. Egli stesso è nella sua Incarnazione e nella sua Passione, il “piccolo” per eccellenza” che giubila proprio, quando già si profila l’insuccesso della sua missione.
Educato in una famiglia anglicana poco praticante, Newman a la rivelazione della fede nel 1816. I suoi tentativi di rendere più vicine la chiesa anglicana e quella cattolica terminano con un insuccesso. Aderisce allora alla fede cattolica e sarà nominato cardinale nel 1879.
Il cristianesimo non è tanto un corpo di dottrine quanto la rivelazione di un mistero. Un mistero è un'azione divina, qualcosa che Dio fa nel tempo per introdurre gli uomini nel santuario dell'eternità. Come religione dei misteri, il cristianesimo è una religione di fatti: fatti divini, azioni divine.
È importante ricordare la profonda e in qualche modo angosciosa serietà dell'Avvento, quando la nostra cultura di mercato si armonizza troppo facilmente con la tendenza a considerare il Natale, consciamente o no, come un ritorno alla nostra infanzia e innocenza. L'Avvento dovrebbe ricordarci che il « re che sta per venire » è ben più di un bambinello grazioso che sorride sulla paglia.
Ormai sembra un ritornello: per Paolo l'uomo ha senso solo in riferimento alla novità costituita da Cristo. Senza di lui la condizione umana è la schiavitù; la partecipazione alla Pasqua di Cristo è la libertà.
Il potere è una droga. Non è vero che logora solo chi non ce l'ha. Chi lo esercita, ne vuole sempre di più, e lo chiede, lo esige in nome di un più proficuo servizio al popolo. In nome, per conto, e nell'interesse altrui. Ma, alla fine, l'interesse tutelato è, spesso, solo il proprio.
La nota pagina di Isaia fin dall'Antico Testamento ha presentato il regno dei cieli e alimentato la fede nella beatitudine eterna con l'immagine del banchetto, che immediatamente fa pensare alla condivisione, all'intimità e alla gioia di quanti vi sono invitati.
Una ricerca sulle “età della vita spirituale” dovrebbe venire effettuata sullo sfondo di una triplice scala del tempo: una scala mitica, secondo la quale sono determinate le età del mondo, una scala teologica, secondo la quale sono considerate o concepite le età dell’evoluzione dell’umanità attraverso il prisma della storia e una scala antropologica secondo la quale sono evocati gli aspetti biologici, psichici e sociologici dello sviluppo personale e collettivo dell’uomo.
A giudicare dalla frequenza con cui il termine carisma ricorre nell'attuale koiné linguistica ecclesiale, si dovrebbe concludere che, almeno su questo punto, il dettato conciliare ha conosciuto una recezione felice. Senza dubbio il tema è diventato familiare...
Una sera prima di addormentarsi, dopo avergli fatto il resoconto della giornata: dallo scorrere delle nuvole alle voci degli uccelli, Apollonio si era accorto che il vecchio Pacomio aveva un aspetto decrepito. La sua lunga barba bianca non scendeva più dritta e fiera fin dentro la cintura ma ciondolava ingarbugliata...
Si può sottolineare che, nella storia, l’evoluzione del culto dell’Eucaristia non è avvenuta in maniera lineare e che se certi periodi sono stati contrassegnati da un fortissimo sviluppo, altri lo sono stati di meno.
Il sale, la luce, la città: tre figure una dopo l’altra. Tre immagini utilizzate da Gesù per enunciare una stessa realtà: la fede che irraggia, una qualità di vita che attira, un certo modo di vedere e di vivere la vita che si fa contagioso.
Alla luce dell’unico sacerdozio di Cristo si può affermare che la vita dei cristiani ha una dimensione sacerdotale proprio in quanto culto spirituale ovvero offerta dei propri “corpi” come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (cf Rm 12,1).
Il ripensamento complessivo della ministerialità ecclesiale comporta ragionevolmente di fuoriuscire da un’impostazione che restringa lo spettro di valutazione alla sola sfera liturgica. Si avverte inoltre l’esigenza che lo sforzo di delineare nuove figure ministeriali si liberi dal presupposto di affidarsi a criteri universali e fissati a priori
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