Area Spiritualità, riservata alla mistica, ai rapporti tra spiritualità, cultura e psicologia, alla spiritualità della vita religiosa e alla spiritualità familiare
Ognuno è rimandato alla sua solitudine, perché il corpo ha espresso un egoismo narcisista e non un dialogo personale. La sete di assoluto e di infinito ti porta a cercare tutto da un povero essere precario che, anche lui, ha bisogno di essere salvato.
Noi, oggi, andiamo a ritroso verso la morte, crediamo di aiutare gli anziani facendo loro scimmiottare la gioventù, ma essi non hanno più nulla da dirci, non hanno più nulla da raccontare ai bambini, non hanno più memoria perché non hanno più speranza.
Che cosa è la vita spirituale? I cristiani rispondono: la vita nello Spirito. Ma che cosa significa questo in un tempo in cui altri parlano sinceramente di “spiritualità senza Dio”? Che cosa ci dice lo Spirito di se stesso nel Vangelo?
Francesco di Sales gode di una doxa: quella di essere stato, all’indomani del Concilio di Trento, il promotore di una spiritualità dedicata ai laici e quella di aver trasposto nel Trattato dell’Amore di Dio i misteri della scienza teologica e mistica.
“Affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina”. Lo Spirito Santo è sostegno nella debolezza. Senza la sua azione, l’interiorità della persona umana non avrebbe alcuno sviluppo.
In una società caratterizzata dal rumore, coltivare il silenzio è una vera e propria sfida. Il silenzio è la condizione dell'interiorità soprattutto per chi vuol ascoltare Dio che parla. Specificazioni: Dio non si lascia trovare nel rumore.
In un impeto di generosità, un re decise un giorno di regalare parte delle sue ricchezze. Al tempo stesso, tuttavia, voleva sapere che ne sarebbe stato dei suoi doni. Fece pertanto chiamare un fornaio nel quale aveva totale fiducia e gli disse di cuocere due pani: nel primo doveva mettervi dei gioielli, mentre il secondo avrebbe contenuto soltanto acqua e farina.
Dire kairòs significa dire grazia e questo ci consente di cogliere, nei molteplici aspetti che caratterizzano questo tornante della storia, decisivo e conclusivo a un tempo, una riposta ragion d’essere, una chiave interpretativa, un artefice segreto: lo Spirito Santo.
La riscoperta operata dal concilio Vaticano II dello statuto teologico della Scrittura e del suo posto centrale nella Chiesa, in quanto capace di trasmettere la parola di Dio in essa contenuta, si esprime al meglio nella Dei Verbum, la costituzione sulla Rivelazione.
Mai il tempo è vissuto in maniera più intensa come quando si pronuncia rivolgendosi a Dio il proprio amen. E difficile da proferire sul passato e lo è anche sul futuro. Insegna a non essere importanti, a sentirsi precari, bisognosi di salvezza.
L’intruso è però anche una dolorosa metafora dell’esistenza, che coniuga insieme dolore e fragilità, vita e morte, e che rilancia domande, antiche come le montagne, che non perdono il fascino e la drammaticità di sostare sull’interrogazione e che attivano un movimento di ricerca senza fine.
Infrange gli equilibri, apre il cerchio. Ti spinge sull’orlo del cortile, ti sbatte sulla strada, ti fa sporgere sul pericolo, ti spintona sull’ignoto. Scoordina le leggi della fisica, con la sua intrusione di corpo estraneo. Pensi di morire, se lo fai accomodare; ti terrorizza che prenda piede.
Il Frate Jean Christophe de Nadal, o.p., del convento di Rennes, ci invita ad imparare a pregare seguendo quel grande oratore che fu Mons. Jacques Bénigne Bossuet, Vescovo di Meaux (1627-1704).
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