La fuga dei capitali verso i paradisi fiscali non riguarda solo il mondo occidentale e il capitalismo malato delle sue società. Uno studio pubblicato dal Global Financial Integrity rivela che più di 1.800 miliardi di dollari sono usciti illegalmente dall’Africa dal 1970 al 2008. Per finire nei forzieri di qualche banca d’affari di qualche paradiso fiscale. Il gioco è noto. E non è difficile praticarlo.
II budget 2010 indica una spesa di 250 milioni di dollari,
Ci ha provato. Ma gli e andata male. Il "re dei re" Muammar Gheddafi, presidente di turno uscente dell'Unione africana (Ua), all'ultimo vertice dei capi di stato e di governo, che dal 31 gennaio al 2 febbraio ha riunito ad Addis Abeba, Etiopia, i presidenti e i premier dei 53 paesi membri dell'organismo, ha tentato il putsch: ha provato a forzare la mano per essere riconfermato presidente a oltranza.
Beato chi raggiungerà la pensione
di Paolo Forcellini pubblicato su espresso.it il
Momento del ritiro posticipato. Lavori usuranti dimenticati. Donne del pubblico impiego "equiparate". Ecco quali sono le categorie più colpite dalle nuove regole
Da quasi cinque secoli, il 6 maggio di ogni anno, il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia ricorda l’eroico sacrificio dei 147 caduti in difesa del Papa durante il “Sacco di Roma” del 1527, con una giornata di preghiera, di festa e di commemorazione che culmina con il giuramento delle reclute. di Salvo Celeste
La crisi economica non sembra scalfire questo mercato. Superata la soglia dei 1.400 miliardi di dollari l’anno. L’Italia è all’ottavo posto; la sua industria bellica, Finmeccanica, al secondo. Si confida in un trattato internazionale, voluto dall’Onu, che regolamenti un mercato lasciato a sé stesso.
La lobby dell’industria armiera si sta avvicinando al suo obiettivo: smantellare la legge che da vent’anni regola e dà un minimo di trasparenza all’esportazione degli armamenti. E il governo Berlusconi, con il pretesto di adeguarsi al quadro europeo, ha avviato la pratica, mettendo in cantiere una nuova proposta di legge. Nel 2010 scatta un altro anniversario. Il 9 luglio, compie vent’anni la legge 185 del 1990. Un totem per la società civile pacifista. Regolamenta, infatti, la trasparenza e il controllo del commercio italiano di materiali di armamento.
Il direttore della Caritas ritiene che la faccenda “Banche armate” chiami in causa ogni cristiano. Anche la sua organizzazione sta facendo alcuni passi in quella direzione
Per le 220 Caritas diocesane la promozione della carità e l’educazione alla pace sono due pilastri del loro agire quotidiano. Lavorano a stretto contatto con le comunità ecclesiali. Ma, soprattutto, a braccetto con gli emarginati della società dell’opulenza. Mons. Vittorio Nozza, direttore dal gennaio del 2001 di Caritas Italiana, ci è parso, dunque, un testimone eccellente della chiesa più sensibile, non solo alle vite imbrattate da un destino avverso, ma anche ai temi dell’eticità nelle scelte finanziarie. È a lui, pertanto, che abbiamo girato alcuni interrogativi. Ai quali è stata data una risposta scritta.
Finanza etica e “Banche armate”: c’entra la pastorale?
Siamo tre sacerdoti e direttori di tre riviste che si occupano di evangelizzazione e di sud del mondo. In occasione del 10° anniversario del varo della cosiddetta Campagna di pressione alle “Banche armate”, abbiamo deciso di presentare ai nostri lettori un dossier sull’argomento. Vi rivolgiamo questa lettera con l’intento di raccogliere informazioni sull’impatto che tale Campagna ha avuto nel mondo cattolico.
Com’è nato e come si è diffuso – facendo perno sulla legge 185 del 1990 – un movimento di pressione al sistema bancario sul tema del supporto al commercio delle armi. Un percorso non facile e ancora tutto in salita.
Anche se non sono mancati dei risultati.“Costituzione di banca armata”.È da questo titolo dell’articolo,pubblicato da Nigrizia nel settembre
Un'impresa Usa si è comprata 400mila ettari a Juba, capitale del Sud Sudan, mentre dai paesi del Golfo arrivano a Khartoum proposte di partnership agricola strategica. La molla è l'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. E anche il possibile mutamento degli equilibri politici, che mette a rischio il business del petrolio.