Mons. Nozza, conosce
Sì, la conosciamo. La crescente sensibilità verso i temi dell’utilizzo etico delle risorse ha rappresentato una preoccupazione costante di Caritas Italiana, sia per quanto riguarda le prassi gestionali interne, sia per accompagnare la crescita di questa attenzione nella comunità cristiana e civile del nostro paese.
Quindi, ne condivide l’impianto? Ne avete mai discusso con qualche diocesi?
Diciamo che è condivisibile il senso complessivo, cioè la sottolineatura dei criteri di trasparenza, coerenza, stili di vita, scelte etiche. Tutto questo rientra in una riflessione più ampia, che si sta portando avanti da anni sui criteri etici di gestione e si declina anche attraverso le tematiche e le progettualità legate alla pace e alla risoluzione dei conflitti, al rapporto tra etica e finanza, agli stili di vita, all’educazione alla mondialità in senso lato, trattata anche nei percorsi formativi, dall’obiezione di coscienza fino al servizio civile.
A vostro avviso, quello trattato dalla Campagna è un tema ecclesiale?
Certamente. È un tema toccato in molti dei messaggi annuali per
Lo è ancor di più alla luce dell’enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, dove si dice che «l’esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà» .
Il vostro impegno in un percorso etico vi ha portato a scartare delle banche che compaiono nella lista della Presidenza del Consiglio e legate all’export armiero?
Abbiamo compiuto diversi passi importanti. Ad esempio, ci sono stati un confronto e il tentativo di elaborare un documento sui criteri etici; abbiamo esercitato un’azione di stimolo, nei confronti del mondo bancario profit, ad assumere atteggiamenti di sempre
maggiore responsabilità sociale. Da parte nostra c’è grande attenzione, e abbiamo contribuito alla nascita di esperienze di economia alternativa nel nostro paese. È in atto, infine, una riflessione avviata e proposta alle Caritas diocesane su etica/finanza/economia/ stili di vita, anche alla luce degli effetti della crisi.
Ci resta un dubbio inevaso: ma
Dossier Nigrizia