Le autorità, al governo del paese nel XVII secolo, ritengono la dottrina cristiana deleteria per la la cultura e la natura del popolo giapponese, ed hanno preso atto dell'inutilità pratica della persecuzione che rinvigorisce l'ortodossia delle comunità. Per questo aspirano ad ottenere l'abiura dei pochi sacerdoti superstiti sotto il ricatto, non più del loro martirio, ma di ulteriori stragi e torture dei nuovi adepti. La scelta di padre Rodrigues ora riguarda il primato della vita di uomini e donne, in carne ed ossa, su ogni altro principioLe questioni sollevate dall'ultima opera di Martin Scorsese sono profonde ed inedite al grande pubblico. Quali sono le forme lecite che l'annuncio di Cristo può assumere, o rinunciare a farlo, nel contesto storico in cui prende corpo? Le missioni gesuite hanno da sempre sperimentato la possibilità di plasmare il Kerigma cristiano più essenziale secondo le categorie mentali e le tradizioni dei popoli che incontravano, in ogni angolo del mondo, secondo un principio di inculturazione che i missionari applicavano in piena libertà, consapevoli dell'universalità astorica del messaggio rivelato. Allora Cristo ha tinto la sua pelle, alle diverse latitudini, di colore diverso, i suoi tratti sono divenuti orientali, africani, sudamericani e le sue vesti hanno assunto indifferentemente il taglio del kimono come del kamiz indiano. Ma nella "palude" giapponese il seme non attecchisce in forme veritiere, racconta padre Ferreira per convincere alla resa Rodrigues: l'Annuncio diviene il rivestimento di culti pagani e tradizioni panteiste. Quale errore è stato commesso?
L'impresa di Scorsese, ispirato dal romanzo omonimo di Endò, è il tentativo di affrontare lo specifico di una fede paradossale: se è nell'essere stesso di Dio farsi carne, se l'eterno incontra indefinitamente il tempo, allora per noi la verità é tale solo quando percepita, perché può avere unicamente la natura di una relazione con Dio, cioè di un dialogo tra interlocutori che sono la sostanza stessa del messaggio. Quali possibilità concrete abbiamo, allora, di eludere la storia per accedere ad una Verità che è accessibile solo quando è forma comunicabile? Soprattutto, nella gabbia temporale che ci imprigiona, qual'è lo spazio della fede se non condurci a precipitare nel vuoto di una relazione fatta perlopiù di silenzio? Son queste le domande cui risponde l'apostata Rodrigues decidendo di portare con sé la sua piccola croce in legno nel viaggio senza ritorno incontro a Dio.
Fulvio Napoli