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Venerdì, 07 Maggio 2010 14:12

Il Giuramento della Guardia Svizzera Pontificia

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Da quasi cinque secoli, il 6 maggio di ogni anno, il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia ricorda l’eroico sacrificio dei 147 caduti in difesa del Papa durante il “Sacco di Roma” del 1527, con una giornata di preghiera, di festa e di commemorazione che culmina con il giuramento delle reclute. di Salvo Celeste

Bisogna risalire al tempo del Rinascimento e ai motivi che nel 1506 spinsero Papa Giulio II a far venire a Roma gli svizzeri: i soldati elvetici, per la loro forza d'animo, i nobili sentimenti e la fedeltà proverbiale, erano infatti, ritenuti invincibili.

Le Guardie, oggi cento in tutto, costituiscono un microscopico esercito, sono alle dirette dipendenze del Sommo Pontefice, hanno il compito di difendere la sua persona, i confini dello Stato e l'ingresso del Palazzo Apostolico.

Questa data, che nel 1527 fu una data di morte, oggi è una data di vita, perché ogni anno in questo giorno le nuove reclute fanno solennemente il loro giuramento.

Quando l’orologio di San Damaso ha battuto le ore 17, squilli di tromba hanno annunciato l’ingresso nell'Aula Paolo VI del drappello con le reclute nell’alta uniforme dai colori medicei (giallo-arancio, blu e rosso), che la tradizione vuole sia stata disegnata da Michelangelo.

Con la promessa di “servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice, sacrificando, ove occorra, anche la vita” 30 giovani hanno rinnovato la cerimonia del giuramento della Guardia Svizzera Pontificia.

Il Comandante del Corpo nel suo breve saluto, ha ringraziato tutti i presenti, soprattutto i genitori delle giovani reclute, quindi ha illustrato le motivazioni che  devono muovere chi decide di arruolarsi.

Il Cappellano della Guardia ha letto per intero la formula del giuramento nelle quattro lingue ufficiali della Confederazione Elvetica: "Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano Comandante e agli altri miei Superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri Santi Patroni mi assistano."

Poi le nuove reclute sono state chiamate per nome, una dopo l’altra, a pronunciare la formula del giuramento con la mano sinistra sulla bandiera e tre dita della mano destra protese verso l’alto, ad invocare la protezione della Santissima Trinità: “Giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i suoi santi mi assistano".

È bene notare che tra questi santi, sono sottintesi in modo particolare i Patroni della Guardia Svizzera, e cioè S. Martino, S. Sebastiano e S. Niklaus von Flüe, "Defensor Pacis et pater patriae".

Salvo Celeste

Letto 4273 volte Ultima modifica il Giovedì, 05 Maggio 2011 17:19

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