Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
L’intruso è però anche una dolorosa metafora dell’esistenza, che coniuga insieme dolore e fragilità, vita e morte, e che rilancia domande, antiche come le montagne, che non perdono il fascino e la drammaticità di sostare sull’interrogazione e che attivano un movimento di ricerca senza fine.
Infrange gli equilibri, apre il cerchio. Ti spinge sull’orlo del cortile, ti sbatte sulla strada, ti fa sporgere sul pericolo, ti spintona sull’ignoto. Scoordina le leggi della fisica, con la sua intrusione di corpo estraneo. Pensi di morire, se lo fai accomodare; ti terrorizza che prenda piede.
La validità di questa anafora non è mai stata ufficialmente confutata, né nell'Oriente né nell'Occidente cristiani. Le parole dell'Istituzione Eucaristica sono di fatto presenti nell'Anafora di Addai e Mari, non in modo narrativo coerente ed alla lettera, ma in modo eucologico e disseminato, vale a dire che esse sono integrate in preghiere successive di rendimento di grazie, lode e intercessione.
La phrase du Seigneur que nous avons arrachée à l’Evangile dans une messe du matin ou dans une course de métro, ou entre deux travaux de ménage, ou le soir dans notre lit, elle ne doit plus nous quitter, pas plus que ne nous quitte notre vie ou notre esprit.
Jesús estuvo aquí tres veces, en la persona de la mujer embarazada, en la persona del camionero y en el niño hambriento. Pero usted no fue capaz de reconocerlo y de acogerlo...
Da 200 anni si discute sulla contrapposizione tra il Gesù storico e il Cristo dei racconti evangelici. Di qui le grandi fasi della ricerca esegetico-storica: i vari metodi vanno usati in modo complementare e convergente.
Non ci si può riconciliare sopprimendo lo sviluppo delle altre Chiese, ma ci si può riconoscere anche nella diversità della vita ecclesiale, nello spezzare il pane comune, affinché questo pane diventi di nuovo il segno dell’unità fra gli uomini e degli uomini con Cristo.
Non bisogna confondere morale ed etica, che per Paolo è inabitazione dell'amore di Cristo e dello Spirito. Il dato ineludibile è la giustificazione per la fede, senza dimenticare che si sarà giudicati per le nostre opere.
San Benedetto molto chiaramente domanda a chi entra in monastero di essere capace di cercare Dio e vivere con i fratelli; richiede quindi al postulante la capacità di relazione. "Si osservi soprattutto se egli cerca veramente Dio, se si dedica con amore all'Opera di Dio, all'obbedienza e se sa accettare le umiliazioni" (RB 58,7).
Per venire al tema affidatomi, occorre una premessa che chiarisca alcuni punti radicati nella cultura occidentale. Il primo è che il buddhismo non esiste né in quanto religione univoca, tipizzata e simbolicamente determinata, né in quanto essenza religiosa esprimibile nel mondo della comunicazione fatta di parole scritte o orali.