Le esperienze mistiche esistono, ci trasformano, ma non durano. La nostra avventura spirituale non termina con il risveglio o con l’unione con Dio. Essa continua quando uno lascia il suo sedile o il suo cuscino di meditazione. Concentrarsi su una dimensione più interiore dell’essere non deve in alcun caso estraniarci dalla realtà esteriore, pena il divenire una pratica gelida. Vivificante, la meditazione, ci invita al contrario a vivere meglio alla “presenza di se” ma anche dell’altro, degli altri, del totalmente altro, di Dio.