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Lunedì, 04 Settembre 2006 18:51

Meditazione Figurata

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MEDITAZIONE FIGURATA

 

Vogliamo ora comunicare alcune notizie riguardanti esperienze e cognizioni pratiche.

 

In primo luogo dobbiamo essere attenti al rischio che la coscienza generalmente oggi corre; cioè quello di essere sommersa da una infinità di impressioni sensorie discontinue. In secondo luogo si deve prestare attenzione alla diminuita capacità di meditazione.

Troppo, troppo spesso, non vi è tempo, né calma né pazienza perché una esperienza, che dovrebbe essere significativa, possa scendere in profondità.

Questo metodo prevede l’uso di immagini; e per la scelta di esse va tenuto presente il seguente criterio: le immagini debbono essere adatte all’età della persona che medita.

 

Esse devono anche essere scelte in base ai seguenti punti:

- Essere semplici

- Essere benefiche, positive

- Rendere possibile l’incontro con colui che medita

- Offrire un esempio di dinamica contenuta

 

La meditazione figurata richiede una ripetizione frequente per scendere in profondità; perciò si da copia dell'immagine alla persona che vuole meditare.

 

Se la meditazione è fatta in un gruppo guidato

 

L' immagine viene distribuita ad ogni membro del gruppo.

All’inizio si mostra l’immagine a tutti. Si fa una breve introduzione (dove è nata l’opera, chi ne è l’autore, perché è stata scelta).

 

Mentre coloro che meditano guardano l’immagine viene proposto, adagio e con pause, un testo di meditazione opportuno. Lasciare alla meditazione personale spazio e libertà.

 

Si può partire dal fattore estetico ma ciò che conta è l’incontro interiore, la preghiera.

 

Un esempio pratico:

Accorgimenti:

    - Tempo: almeno 30’

    - Musica: tema sfondo musicale

     - Luogo: in penombra, ma le immagini o l’immagine debbono essere ben visibile

     - Testo di meditazione proposto adagio e con pause

     - Spazio di silenzio

     - Delicata e meditativa conclusione musicale

 

Esempio di pensiero guida

Signore, mentre mi cingi con il braccio, mostrami il tuo sguardo, ché tu sai tutto. Tu sai dove ero, quando non ero accanto a te. Tu sai che anche ora io non sono del tutto presso di te – pure vorrei essere del tutto presso di te; che io sono uno che conosce e pur tuttavia uno che ancora non conosce, totalmente conosciuto da te.

 

Il dolore è passato, ma ciò che è passato è ancora sul tuo volto e sul mio in questo momento in cui ci rivediamo. I miei occhi guardano te e guardano oltre te – confessando e riconoscendo, attendendo, chiedendo e meravigliandoci: “I discepoli si rallegrarono, quando videro il Signore”.

La mia bocca che allora balbettava: “Mio Signore e mio Dio” non può più dire nulla, neanche “Tu”, tanto il cuore è sopraffatto dalla tua vicinanza, che viene a me nel dolore e per amore.

 

Sarà così quando un giorno verrò dinanzi a te, nell’ora dell’incontro?

 

Io vengo dalla colpa: vengo dallo smarrimento, dall’orgoglio, dalla non-conoscenza, dal non-amore; vengo dal mondo, in cui sotto tutto l’oblio e dietro tutta l’angoscia c’è il desiderio ardente per l’uomo che è vicino – il desiderio di te!

 

Tu pensi a me e a tutti quelli che vengono dopo di me, e la tua mano riposa su di me. A dire il vero mi tocca solo in un punto, ma è così aperta che mi abbraccia tutto. E così tu dai una risposta. La tua mano mi offre la tua vicinanza, una vicinanza diversa da quella che ti posso dare io, che mi rifugio nella tua comprensione, io figlio e fratello perduto.

 

Tu, padre e fratello, fa’ che dalla disperazione e dall’incredulità e dallo smarrimento della colpa torniamo sempre a te, siamo da te sempre accolti.

 

Hanno forato le tue mani, vi è infisso questo chiodo di ferro, e tu vi sei appeso. Ma è come se tu volessi chiudere la mano su di esso: sulla nostra colpa, sulla mia colpa; come se tu volessi ancora afferrare con amore la mano che battè il chiodo.

 

Odio e amore non possono essere uniti, in modo più intimo, l’odio del mondo, il tuo amore.

 

Così Dio si è consegnato a te, si è impegnato nella nostra storia. Tutto il mondo, duro e pesante è nella tua mano.

 

Nel caso della meditazione figurata individuale

 

È bene accompagnare la visione dell’immagine con la lettura di un breve brano biblico che possa relazionarsi all’immagine.

 

- Tempo totale almeno 20 minuti.

- Lettura del brano biblico.

- Ripetizione di esso.

- Concentrarsi sul brano

- Concentrarsi sull’immagine

- Immergersi in essa.

- Scoprire cosa mi dice.

La meditazione si sviluppa come nel caso del gruppo guidato.

 

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Letto 3218 volte Ultima modifica il Giovedì, 04 Novembre 2010 18:03

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