NOEMI E RUT
(Rut 1, 1-18)
Una coppia particolare, composta da due donne: Noemi e Rut, suocera e nuora, sa parlarci dell’alleanza coniugale all’interno della Chiesa.
Noemi, dopo essere rimasta vedova in terra straniera (a Moab), con le sue due nuore, anch’esse vedove, decide di tornare in Giudea perché ha sentito che il Signore ha visitato il suo popolo. Noemi, che è stata duramente provata dal Signore, non sente questa visita come rivolta anche a lei, ma decide ugualmente di partire sentendo che la promessa del suo popolo può diventare anche sua se ritornerà. Ugualmente Rut, moabita, si "attacca" letteralmente alla suocera, decide di non lasciarla qualunque cosa accada e di seguirla in quella terra.
Possiamo vedere nel popolo di Giuda la Chiesa, "visitata" da Dio e benedetta, alla quale ogni uomo si aggrappa, anche se sfiduciato e senza speranza, perché "ha sentito dire" che là c’è un pane che è per tutti.
E’ esperienza di tutti noi vivere dei periodi di sfiducia e anche disperazione; proprio in quei momenti la Chiesa-madre ci sostiene, perché possiamo sempre pensare che là dove la nostra fede non arriva arriverà la fede degli altri fratelli: questo ci riapre l’orizzonte permettendoci di continuare a credere. Quante volte solo guardando agli altri riusciamo a dire: "se lui/lei crede allora posso credere anch’io, magari appoggiandomi sulla sua fede nei momenti bui".
La scelta di Rut invece ci parla dell’alleanza che può stabilirsi tra due persone. Rut lascia il paese di suo padre e investe tutto ciò che ha e che è, il suo futuro, nel rapporto con Noemi. La promessa di Rut ci fa pensare alla promessa di una sposa: dove tu andrai io andrò, dove ti fermerai mi fermerò, il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio il mio Dio, dove morirai tu morirò anch’io.
Per Rut la conversione al Dio d’Israele passa attraverso la scelta esplicita di stare accanto ad un’altra persona.
Quella promessa che in principio era riservata al popolo e che Noemi fa sua a fatica, ora si allarga fino a diventare anche la promessa di Rut; anche per lei il Signore provvederà il pane e, infatti, le due donne si dirigono a Betlemme che in linguaggio popolare significava "Casa del pane". Proprio da Betlemme verrà poi il Pane della Vita.
Il matrimonio può e deve essere anche questo: il luogo della conversione quotidiana all’unico Dio che sa saziarci; amare e seguire l’altro è – nella vocazione matrimoniale – la via per amare e seguire il Signore.
Il matrimonio cristiano è anche un’alleanza esplicita come quella di Rut ed è una scelta che comprende tutto, che investe tutto e che porta una promessa individuale – quella della salvezza – a diventare una promessa di coppia e di famiglia. Tutto entro le braccia sicure della madre Chiesa che ci permette ogni giorno di ritrovare il Pane che ci dà la vita.
di Paola Lazzarini