Il suo rapporto con gli uomini è ispirato a un tempo dal senso della solidarietà con la società in cui vive, e dalla coscienza della fede e dei doni spirituali ricevuti, senza merito personale, da Dio.
La comunità apostolica attende dunque il Signore perché il mondo non è cambiato visibilmente; si vive male; i pericoli incombono ed i nemici, chiunque essi siano, non sono vinti.
Ricorrendo il venticinquesimo anniversario della morte di padre Pellegrino, arcivescovo di Torino dal 1965 al 1977, ricordiamo questa figura straordinaria della Chiesa Italiana pubblicando il testo dell'ultima sua intervista prima della malattia, apparsa sulla rivista «Il Regno» del 15 aprile 1981.
La vita di figlio di Dio viene comunicata e alimentata invisibilmente nel cristiano che viene incontro personalmente al cristiano in momenti privilegiati della sua vita, grazie a segni o riti sacri che la Chiesa chiama sacramenti.
Già il solo fatto che la possibilità di salvezza data agli uomini non sia assoluta, e possa essere compromessa dalla mancata scelta, o dalla scelta contraria a Dio, fonda non solo la necessità, ma l'urgenza dell'annuncio cristiano.
O accettiamo l'era dell'interpretazione o ci perdiamo per la strada dell'unico. Sembra ovvio oggi che esistano molte interpretazioni legittime e prospettive accreditate nella ricezione della Bibbia.
Il cristiano conosce tuttavia e apprezza particolarmente due stati: la vita matrimoniale e familiare, e la vita consacrata a Dio e al prossimo nel celibato.
Parlare di "popolo di Dio" non è più di moda. Finita l’era del dopo Concilio con le battaglie tra teologi progressisti e tradizionalisti, forse è il caso di tornare a rileggere il testo della Lumen gentium. Per non rischiare di parlare un giorno di un sogno mai diventato realtà.
Rivendicando il diritto e il dovere di seguire la propria coscienza, il seguace di Cristo rispetta le convinzioni e la condotta degli altri, anche se differiscono dalle sue, e lascia a Dio il giudizio.
Confrontando i dati dell'ultimo decennio, si registra una notevole evoluzione della mentalità e della prassi di cooperazione pastorale in favore della sinodalità.
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