Le fonti della vita cristiana
21. La vita di figlio di Dio viene comunicata e alimentata invisibilmente nel cristiano che viene incontro personalmente al cristiano in momenti privilegiati della sua vita, grazie a segni o riti sacri che la Chiesa chiama sacramenti. (15) Il cristiano vi si accosta con disposizioni di generosità e di collaborazione, sapendo che l’efficacia salutare di tale incontro misterioso con Cristo è condizionata dalle sue disposizioni interiori. Il primo sacramento si chiama battesimo perché consiste esteriormente in un’abluzione di acqua. In esso Cristo purifica l’uomo da ogni colpa, lo rigenera alla vita divina, lo unisce intimamente a sé, imprimendogli in maniera indelebile la sua immagine, lo incorpora alla Chiesa e al popolo di Dio, e lo santifica con il dono dello Spirito Santo. È l’evento fondamentale e decisivo della vita cristiana, destinato a dominarla tutta quanta. I genitori cristiani lo richiedono subito per i figli appena nati, sapendo di renderli partecipi di un grande tesoro. Alla mancanza di disposizioni consapevoli in loro supplisce, per il momento, l’impegno della comunità, che essi a suo tempo dovranno ratificare e rendere personale.
22. Il battesimo introduce al sacramento dell’eucaristia, fonte e apice di tutta la vita cristiana. (16) In essa, sotto le apparenze di un po’ di pane e vino, Gesù stesso si comunica al suo discepolo per renderlo più simile a sé, guarirlo dalle debolezze spirituali congenite alla natura umana e corroborarlo nel cammino verso l’eternità. Ciò avviene nel corso di un rito speciale di importanza primaria nella vita cristiana, la messa, nella quale il sacerdote ripete, quale rappresentante di Cristo, ciò che egli fece prima di morire, pronunciando sul pane e sul vino le parole: «Questo è il mio corpo», «questo è il mio sangue».
23. La nuova vita donata al cristiano nel battesimo e alimentata dall’eucaristia è continuamente insidiata dalla corrività al male insita nell’uomo e dalle suggestioni malefiche del «principe di questo mondo», Satana. (17) Essa può andare perduta in seguito a qualche mancanza grave commessa contro Dio e contro l’ordine morale da lui stabilito. Il peccato «grave», cioè il totale e consapevole allontanamento da Dio, distrugge nell’uomo la vita divina ed è una pericolosa rovina. Il cristiano che si sia in tal modo allontanato da Dio non è più membro vivo della Chiesa, sebbene le appartenga ancora esternamente.
24. Ma la bontà di Dio e la misericordia di Cristo sono pronte a risanare e riabilitare l’uomo che si penta sinceramente del male compiuto. Il cristiano può contare su un rimedio sicuro ed efficace, la confessione dei propri peccati. Manifestando la sua colpa e il sincero pentimento a un sacerdote, egli riceve il perdono di Dio e una rinnovata somiglianza con Cristo, e viene redintegrato nella comunità vivente della Chiesa. Nella confessione il sacerdote giudica in nome di Dio, come rappresentante della sua bontà. Per ciò che ascolta in confessione egli è tenuto a un segreto assoluto sotto pena di colpa grave e di una condanna severissima da parte della Chiesa. Si danno nella storia casi di sacerdoti che sono morti per aver mantenuto il segreto della confessione.
25. Oltre ai sacramenti del battesimo, dell’eucaristia e della confessione o penitenza, il cristiano ne conosce ancora quattro altri: la confermazione, nella quale Cristo chiama il cristiano adolescente alla maturità spirituale e ad impegnarsi personalmente per lui; il sacramento dell’ordine sacro, amministrato dalle supreme autorità della Chiesa, dato a quelli che intendono mettersi direttamente a servizio del suo regno spirituale: i vescovi, i sacerdoti e diaconi. Nel sacramento del matrimonio viene conferita agli sposi la grazia di santificare la loro unione, di essere fedeli a vicenda fino alla morte e di educare santamente la prole..
Nel sacramento degli infermi o unzione dei malati, consistente in una unzione simbolica di olio, Cristo glorioso visita il suo discepolo in prossimità della morte, affinché come sarà partecipe del mistero della sua morte, così lo sia anche della sua risurrezione.
15) Sull’istituzione dei sacramenti da parte di Cristo, e sulla loro natura vedasi i nn. 30 e 31 del c. «La sapienza cristiana» e il n. 14 del c. «L’evento cristiano»
16) Sull’istituzione dell’eucaristia e sulla sua efficacia cf il n. 14 del c. «L’evento cristiano», il n. 31 di «La sapienza cristiana», e il n. 37 di questo capitolo.
17) Sul mistero del male e del mondo vedasi i nn. 11 e 12 del c. «La sapienza cristiana» e il n. 19 del c. «L’evento cristiano».
Pietro Rossano
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