La Speranza? Camminare domandando fraternità
di Gianluca Carmosino
La chiave dei mutamenti sociali profondi, scrive lo scrittore e giornalista Raúl Zibechi, è la fraternità, non certo la guerra e neanche quella che una volta si chiamava lotta di classe: «La fraternità, la sorella povera del motto trinitario della rivoluzione francese, è quella che apre la via all'uguaglianza e alla libertà»[1].
IL VOLONTARIATO ALLE PERSONE ED IL PERCORSO ESISTENZIALE POSSIBILE:
DALL’ASSISTENZA ALLO STILE DI VITA.
Il volontariato è assistenza, relazione o identità? Potremmo partire da questa sintetica e provocante domanda per provare a scandagliare, a percorrere l’esperienza del volontariato, le sue motivazioni e la sua umanità. Come? Accostandoci e provando ad abitare almeno un poco queste quattro parole chiave:volontariato, assistenza, relazione, identità.
La nostra speranza
Caro amico, giorni fa, mi domandavi, sempre in amicizia ed alla buona, che penso a proposito della “speranza”. Non mi era facile risponderti immediatamente tanto vari e disordinati pensieri sono venuti ad affollare la mia mente. Ti ho chiesto una tregua e tu me l’hai accordata.
Ecco ora provo a risponderti.
Intervento del presidente del Masci (Riccardo Della Rocca)
Vorrei partire da un’osservazione sull’attualità. Questa fine del 2011 ha visto una ripresa dell’interesse per l’impegno socio-politico e in particolare per la politica dei credenti per la politica.
Prima l’incontro di Todi, forse anche eccessivamente enfatizzato. Poi l’incontro “Concilio, Costituzione, Cittadinanza” di altre associazioni di laici credenti.
La Speranza cristiana
È impossibile vivere senza sperare. O quantomeno sarebbe difficile, se non impossibile, cogliere pienamente il senso della propria esistenza e la ragione per cui si nasce se non si spera in qualcuno o in qualcosa. Certo, già qui ci si potrebbe chiedere perché la speranza si dimostri essenziale per l’essere umano: che cos’è? Da dove viene? Quali sono le sue fondamenta?
Il mondo di oggi ci appare a prima vista come un camminare senza speranza e senza direzione nel buio di una foresta. Si cammina con lo sguardo basso, si cammina incupiti nella foresta di molteplici segni, di infinite attività, di tanti (troppi) messaggi, di ambivalenti sentimenti.
I COLORI DELLA SPERANZA
Gli anni del postconcilio sono stati caratterizzati anche da una rinascita della teologia della speranza, ed è da sperare, anche della virtù teologale della speranza. Con la costituzione pastorale Gaudium et Spes, con cui si concludeva il concilio, si è dato spazio, già nel titolo, a questa virtù costitutiva dello specifico cristiano, ma piuttosto trascurata nella teologia scolastica e successive, fino ai nostri giorni.
Sulla Speranza
Quest’anno, celebreremo il cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II. Tramite il concilio, Giovanni XXIII voleva fare un’aggiornamento della Chiesa. Il Concilio è stato l’occasione di una grande speranza per la Chiesa. Come sono nato un po’ più di un anno prima del Concilio, sono cresciuto animato da questa speranza. Ma poco a poco, per tanta gente, la speranza nata dal Concilio è diventata disillusione. Quante persone hanno abbandonato le nostre assemblee! Quanti religiosi, religiose e sacerdoti hanno lasciato il loro impegno per cercare un avvenire fuori delle Chiesa!
Il lusso della speranza
1. Suonano alla porta. Un’altra donna disperata. Non sa che cosa mettere in tavola. Il lavoro non c’è più, se l’è mangiato la crisi. È arrivato anche lo sfratto. Ha lasciato la casa e con la famiglia si è trasferita in questo quartiere. È dura andare avanti. È dura. Quando in casa non c’è nulla da mangiare ed è giunto un freddo tremendo, così atroce, così disumano.
IL “SI” DI ESSERE UOMO ovvero I sentieri del Sole
In un’ultima nota del suo diario, Dag Hammarkjöld, Segretario Generale dell’ONU, pensatore di raro intuito religioso, ucciso in Africa nel 1961, scrive: “Non so Chi o che cosa abbia posto la domanda… Non mi ricordo di avere risposto. Ma un giorno ho risposto sì a Qualcuno o a Qualcosa. E, da quel momento, ero sicuro che la mia vita avesse un senso”.