Vita nello Spirito

Mercoledì, 08 Settembre 2004 22:43

Pasqua, annuncio di vita piena

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a cura di Enzo Bianchi

Quest'anno [2004], per una felice e rara coincidenza di calendari, i cristiani di tutte le confessioni d'Oriente e d'Occidente celebreranno la festa fondante la loro fede nel medesimo giorno: occasione apparentemente di scarsa rilevanza, soprattutto nei nostri Paesi occidentali in cui le Chiese con più fedeli e la società civile seguono il calendario "gregoriano", ma occasione che in realtà ha in sé una rara potenzialità di "buona novella" nei Paesi in cui i cristiani sono un "piccolo gregge", una minoranza a sua volta divisa in confessioni, riti e tradizioni diverse.

Pasqua, annuncio di vita piena

Quest'anno [2004], per una felice e rara coincidenza di calendari, i cristiani di tutte le confessioni d'Oriente e d'Occidente celebreranno la festa fondante la loro fede nel medesimo giorno: occasione apparentemente di scarsa rilevanza, soprattutto nei nostri Paesi occidentali in cui le Chiese con più fedeli e la società civile seguono il calendario "gregoriano", ma occasione che in realtà ha in sé una rara potenzialità di "buona novella" nei Paesi in cui i cristiani sono un "piccolo gregge", una minoranza a sua volta divisa in confessioni, riti e tradizioni diverse. Come, infatti, annunciare credibilmente l'unico Signore delle nostre vite, Gesù Cristo, morto e risorto per la salvezza dell'umanità intera, quando la celebrazione di questo evento unico nella storia avviene in date diverse, quando gli uni attendono, piangono nel digiuno la morte del loro Signore e gli altri cantano nella gioia "Cristo è risorto dai morti"? A Pasqua, allora, siamo forse anche in grado di capire meglio perché una spinta determinante alle origini del movimento ecumenico sia giunta proprio dalla presenza missionaria nei paesi che ancora non conoscevano il Vangelo: come proclamare, divisi, che il Signore nostro Dio è uno solo?

Allora, ovunque dei cristiani celebrano la Pasqua, risuona forte una parola che è speranza per tutti: quell'uomo crocifisso risorto non è uno dei tanti sconfitti della storia ma la primizia di tutta l'umanità, perché per ogni creatura in quel lontano mattino è iniziato un processo nascosto ma reale di redenzione, di trasfigurazione. Gesù con la sua vita e la sua morte ha mostrato di avere una ragione per cui morire e, quindi, una ragione per cui vivere: morire da vittima per i fratelli, giusto e mite in un mondo di ingiusti e di violenti. Per questo Dio gli ha risposto all'alba di quel mattino, risuscitandolo da morte: Gesù ha trionfato sulla morte e con la resurrezione non ha sconfitto la propria morte, ma la Morte. E questa è la risposta di Dio anche per gli uomini e le donne di oggi: la morte e il male non avranno l'ultima parola, i sentieri della pace non sono vicoli ciechi, l'uomo non è destinato a essere lupo per l'uomo.

È quello che, ripresisi dallo stupore incredulo di quel mattino di Pasqua e rinvigoriti dal vento gagliardo della Pentecoste, ha iniziato a proclamare quello sparuto gruppo di discepoli che avevano seguito Gesù sulle strade di Galilea fino al tragico epilogo di Gerusalemme. E proprio da lì, da quella Gerusalemme "Visione di pace", ha preso avvio un nuovo cammino: "Andate e fate discepole tutte le genti... Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,19-20). Una missione che nasce dall'aver a propria volta ricevuto un annuncio: nella fede cristiana ciascuno, infatti, riceve il tesoro del Vangelo da qualcun altro che lo ha preceduto, e solo così può divenire a sua volta evangelizzatore. Del resto, come dimenticare che lo stesso annuncio della risurrezione, destinato a dilatarsi ai confini del mondo, deve raggiungere in primo luogo gli stessi discepoli? "L'angelo disse alle donne: Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea, là lo vedrete" (Mt 28, 7).

Davvero affinché la buona notizia della Pasqua risuoni con forza nel mondo è prima necessario che i cristiani, tutti i cristiani, la percepiscano come una sorgente di vita per loro stessi, come la notizia che ha cambiato una volta per tutte la loro vita e che, di conseguenza, può cambiare la vita di tutti e di ciascuno. Se, infatti, Gesù di Nazaret è risorto dai morti per sempre ed è vivente in Dio, allora la morte non è più l'ultima parola per gli uomini ma solo un esodo verso la vita piena, un cammino di vita che già qui e ora possiamo intraprendere. Gli uomini tutti, anche coloro che non conoscono né Dio né Gesù Cristo, sono abitati dal senso dell'eternità come attesta Qohelet - e tutti si chiedono "Cosa sperare?", tutti cercano a fatica, a volte per strade tortuose, quella "narrazione" della Pasqua nel quotidiano: sono queste e non altre le "opere e parole" che rendono comprensibile la nostra fede anche a chi non si sente di condividerla. Il cristiano, allora, chiamato a rendere conto della speranza che lo abita, farà questo annuncio agli uomini senza arroganza alcuna, ma con la fierezza di chi sa che la sua speranza non andrà delusa e con la gioia contagiosa di chi è certo che l'amore di Dio per l'umanità è troppo grande per essere taciuto.

Sì, Pasqua è annuncio, anche contro ogni malvagia evidenza, che non vi è più alcuna situazione umana senza sbocco: la risurrezione del Signore spinge il cristiano a rendere conto della propria speranza nella salvezza universale, a pregare affrettando la venuta del Regno, ad attendere il giorno radioso in cui le lacrime di tutti i sofferenti saranno asciugate.

Pasqua è anticipazione dell'autentica "apocalisse" che non è la minaccia di un terrificante big bang finale, ma il vero volto dell'Emmanuele, del "Dio-con-noi" che non è mai "contro" gli altri: "Dio dimorerà in mezzo agli uomini, essi saranno il suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". Tergerà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno... Ecco, io faccio nuove tutte le cose, dice il Signore" (Ap 21, 3-5). Questa l'eterna novità della Pasqua che i cristiani non cessano di testimoniare fino agli estremi confini del mondo.

Letto 2301 volte Ultima modifica il Domenica, 18 Settembre 2011 20:42
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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