Spiritualità.
Sì, ma concreta
Spiritualità è tutto ciò che ci fa uscire da noi stessi, o meglio ciò che ci mette in contatto con la parte più profonda e nascosta di noi. Concreto è tutto ciò che si apre all'esterno, che presuppone un'azione, allo scopo di modificare la realtà o quantomeno di interagire con essa. Alla parola spiritualità si associano solitamente pensieri di stasi: ascolto, silenzio, pace. Pensieri opposti rispetto a quelli suscitati dal termine concreto. Mettere insieme questa due parole significa affermare che la vita e l'uomo non sono o spirituali o concreti, ma compresenza di spirituale e materiale. Se questo è vero per tutti, è anche vero che l’equilibrio tra spiritualità e concretezza è diverso per ogni singolo individuo, e proprio per questo solo noi possiamo trovarlo e riconoscerlo.
Nessun esercizio, pratico o spirituale che sia, può essere considerato valido in assoluto, nessuna esperienza giudicata a priori. La ricchezza di un'esperienza sta, al contrario, nella sua capacità di stare di fronte all’altro, di trovare la connessione con ogni altra esperienza, di sostenere la relazione. Perché la vita stessa è relazione, non procede mai a senso unico, pur avendo sempre un senso. Ma, di nuovo, quel senso è differente per ciascuno di noi.
(da L'ancora, aprile 2003)