17 modi di pregaresenza averne l'aria
di Maurice Bellet
Utili per quanti devono pregare disperati
- Camminare in lungo e in largo
in una chiesa romanica, bella, molto grande
Saint Philibert de Tournus per esempio
o in una chiesa gotica
Chartres, Reims, Bourges
o barocca, come la Wieskirche
e non pensare a nulla
assolutamente nulla
lasciare errare lo sguardo
lasciare cantare la pietra
lasciare parlare il luogo
e andarsene, all'estremità del tempo
senza alcun timore. - Leggere un libro di idee grandi
con un grande desiderio della verità
senza avidità di sapere
senza pretesa di contendere
ma per gusto, per amore della verità.
Aprire la porta profonda
ad ogni pensiero che viene
e lasciarlo dimorare in pace
finché venga a portare il proprio frutto. - Aprire la sacra Scrittura
aprire soltanto il Libro
ed iniziare a fantasticare
immaginarselo come il proprio libro
raccontarsi delle storie
lasciar agitare i propri vecchi miti
di crudeltà, di trionfo, di sensualità, di disperazione,
d'amore, di carità con il perfetto narcisismo di queste cose
e leggere, nel testo,
due parole. - Pronunciare una domanda del Padre Nostro una sola, una volta soltanto.
- Affliggersi infinitamente di non pregare
gemere interiormente durante tutto il giorno di non essere capace
della più piccola invocazione
la minima lettura
neppure del vangelo
d'essere là, freddo, secco, assente
e tuttavia felice
senza Dio, senza Cristo, senza tutto ciò
e soffrirne
e decidere, infine, di rimettersi a questo proposito a Dio
e attendere, privo di ogni pensiero. - Dormire
ed il cuore veglia. - Come un piccolo bambino, dire delle cose a Dio
preghiera, supplica, rabbia o tenerezza
rimpianto od esultanza
questo sfugge
neanche lo si percepisce
se non qualche volta troppo tardi.
Colui che parla così in noi è il bambino
sempre nell'aurora della vita
ingenuo come la divina volontà, - Conversare delle cose e degli altri
e subito
accade senza, mio Dio, che lo si abbia voluto
ci si mette a parlare dell'essenziale
la vita, la morte, l'avvenire dell'umanità
l'amore, la verità
Dio forse, e forse neppure,
la religione cristiana, i grandi cammini dell'uomo.
Si parla gli uni agli altri, senza odio
senza controversie, senza bieche passioni,
ma perché questo è più importante di tutto il resto
e che se ne parli così poco sovente
e nella conversazione colui che in Gesù Cristo
lascia passare qualche cosa dell'Annuncio
non tanto perché egli si senta obbligato
ma perché è così, è in lui,
la sua parola porta la Parola
e capita che qualcuno ascolti
ed il fondo del cuore è aperto. - Aprire la sacra Scrittura
e ciò basta!
Non è un libro, non è il Libro
è il luogo della Parola che si ode oltre le parole
sogno senza sogno nel margine del testo nel suo mezzo
risonanza attraverso tutti gli spessori della vita
fontana la cui sorgente è invisibile
pensieri, immagini, parole
movimenti sobri del cuore
la Lettera è necessaria
lo spirito va
perché il senso della Scrittura è la vita salva. - Desiderare, desiderare disperatamente
desiderare fino al dolore e alla disperazione
fino al grande vuoto amaro
desiderare che sia diversamente
desiderare la fine delle crudeltà
delle follie, della bestialità, dell'abietto
desiderare l'allegria, la luce, la tenerezza
avere così fame, avere così sete
di un mondo diverso
e di se stessi differenti. - Scrivere
per piacere, per gusto, per rendersi conto
scrivere per ascoltare quello che il rumore ordinario ricopre o ingarbuglia
compreso il rumore delle parole
Lavare le parole fino a che siano
purissime e tonde e lisce
oppure andare per i cammini rigogliosi
oppure rifare, indefinitamente rifare
per avvicinare un po' di più quello che manca ed insiste
scrivere per andare verso il punto laggiù
che comunica con l'al di là e l'al di qua di ogni parola. - Ascoltare la musica
La Messa in si minore di Johann Sebastian Bach, per esempio
specialmente Incarnatus, Crucifixus, Resurrexit
oppure qualcos'altro
non necessariamente musica religiosa
ma ascoltare nella profondità
ascoltare il canto del nuovo Orfeo presente
in ogni musica umana
incarnazione, crocifissione, esultanza
Se si può, cantare se stessi e suonare lo strumento
è ancora meglio! - Mantenersi nella pace
che è l'armonia delle potenze
al di là (certamente) del vortice
al di là dell'astensione serena
al di là dell'abbandono volontario degli eroi
nell'armonia delle potenze
coincidente con la più umile umiltà
qui, nel mediocre dei giorni
senza alterigia, senza il sapere e talvolta senza grazia. - Uscire dalla chiesa
lasciare la celebrazione
perché non si sopporta più
perché non si può più restare
a causa dell'abbondanza d'intensità e d'altezza
di ciò che si suppone venga fatto là
in contrasto con lo scacco desolante di ciò che succede in realtà
lasciare senza scandalo, senza contestazione, con tristezza
ed il desiderio persistente che si alza di nuovo
come? come?
la luce del grande poema in cui s'inaugura ogni cosa. - Dubitare, intensamente dubitare di Di
che cosa, ci sarebbe un Dio buono e onnipotente
con tutta questa crudeltà nella natura
con l'infernale crudeltà umana
i bambini spossati per la fame, gli sfruttati
i nevrotici, gli abbruttiti, gli alcolisti, tutti gli scarti umani?
E' bella, l'immagine di Dio!
E che cos'è Dio
se non la povera piccola idea elaborata
sul pianeta dove noi siamo
nulla, nel seno dell'universo scintillante
verso dimensioni inimmaginabili
Obiezioni, obiezioni, agonia di Dio
nel cuore dell'uomo di fede.
Egli ha risposto cento volte, ma si manifesta nell'assenza
Povero Dio in agonia
come il suo Verbo identico a Lui nel giardino degli ulivi
quando i suoi migliori amici dormivano…
Non è dunque così poco vegliare. Nella sua agonia. - Né le immagini, né il testo,
né il luogo né l'ora
né la parola che scaturisce dal cuore
né la ripetizione stanca e attenta
neanche il silenzio
ma semplicemente il reale
terribilmente reale e piatto, le cose, la superficie
la conversazione senza scopo
i doveri, i piaceri
mangiare, sognare, dormire
e la sofferenza intollerabile, indicibile
talmente sofferente che non se ne soffre
la nuda attesa di ciò che deve venire al mondo
perché sulla terra sia come nel cielo. - Lavorare con le proprie mani
a lavori domestici, al cucito,
al proprio lavoro, al bricolage
e far tacere la radio e ogni vocio interiore
ascoltare ciò che parla senza parole
finché le mani restano occupate
ed occupano la superficie dell'anima.
Oppure, guidare un'automobile
molto rilassato, attento, cortese
finché questa occupazione lascia libero
un pensiero senza pensiero
che matura altrove.
(tratto da Cahiers pour croire aujourd’hui, Novembre 1993, n. 131. Traduzione dal francese a cura di Fausto Ferrari)