Vita nello Spirito

Sabato, 26 Giugno 2004 10:57

17 modi di pregare senza averne l'aria (Maurice Bellet)

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tili per quanti devono pregare disperati

17 modi di pregaresenza averne l'aria

di Maurice Bellet 

Utili per quanti devono pregare disperati

  1. Camminare in lungo e in largo
    in una chiesa romanica, bella, molto grande
    Saint Philibert de Tournus per esempio
    o in una chiesa gotica
    Chartres, Reims, Bourges
    o barocca, come la Wieskirche
    e non pensare a nulla
    assolutamente nulla
    lasciare errare lo sguardo
    lasciare cantare la pietra
    lasciare parlare il luogo
    e andarsene, all'estremità del tempo
    senza alcun timore.
  2. Leggere un libro di idee grandi
    con un grande desiderio della verità
    senza avidità di sapere
    senza pretesa di contendere
    ma per gusto, per amore della verità.
    Aprire la porta profonda
    ad ogni pensiero che viene
    e lasciarlo dimorare in pace
    finché venga a portare il proprio frutto.
  3. Aprire la sacra Scrittura
    aprire soltanto il Libro
    ed iniziare a fantasticare
    immaginarselo come il proprio libro
    raccontarsi delle storie
    lasciar agitare i propri vecchi miti
    di crudeltà, di trionfo, di sensualità, di disperazione,
    d'amore, di carità con il perfetto narcisismo di queste cose
    e leggere, nel testo,
    due parole.
  4. Pronunciare una domanda del Padre Nostro una sola, una volta soltanto.
  5. Affliggersi infinitamente di non pregare
    gemere interiormente durante tutto il giorno di non essere capace
    della più piccola invocazione
    la minima lettura
    neppure del vangelo
    d'essere là, freddo, secco, assente
    e tuttavia felice
    senza Dio, senza Cristo, senza tutto ciò
    e soffrirne
    e decidere, infine, di rimettersi a questo proposito a Dio
    e attendere, privo di ogni pensiero.
  6. Dormire
    ed il cuore veglia.
  7. Come un piccolo bambino, dire delle cose a Dio
    preghiera, supplica, rabbia o tenerezza
    rimpianto od esultanza
    questo sfugge
    neanche lo si percepisce
    se non qualche volta troppo tardi.
    Colui che parla così in noi è il bambino
    sempre nell'aurora della vita
    ingenuo come la divina volontà,
  8. Conversare delle cose e degli altri
    e subito
    accade senza, mio Dio, che lo si abbia voluto
    ci si mette a parlare dell'essenziale
    la vita, la morte, l'avvenire dell'umanità
    l'amore, la verità
    Dio forse, e forse neppure,
    la religione cristiana, i grandi cammini dell'uomo.
    Si parla gli uni agli altri, senza odio
    senza controversie, senza bieche passioni,
    ma perché questo è più importante di tutto il resto
    e che se ne parli così poco sovente
    e nella conversazione colui che in Gesù Cristo
    lascia passare qualche cosa dell'Annuncio
    non tanto perché egli si senta obbligato
    ma perché è così, è in lui,
    la sua parola porta la Parola
    e capita che qualcuno ascolti
    ed il fondo del cuore è aperto.
  9. Aprire la sacra Scrittura
    e ciò basta!
    Non è un libro, non è il Libro
    è il luogo della Parola che si ode oltre le parole
    sogno senza sogno nel margine del testo nel suo mezzo
    risonanza attraverso tutti gli spessori della vita
    fontana la cui sorgente è invisibile
    pensieri, immagini, parole
    movimenti sobri del cuore
    la Lettera è necessaria
    lo spirito va
    perché il senso della Scrittura è la vita salva.
  10. Desiderare, desiderare disperatamente
    desiderare fino al dolore e alla disperazione
    fino al grande vuoto amaro
    desiderare che sia diversamente
    desiderare la fine delle crudeltà
    delle follie, della bestialità, dell'abietto
    desiderare l'allegria, la luce, la tenerezza
    avere così fame, avere così sete
    di un mondo diverso
    e di se stessi differenti.
  11. Scrivere
    per piacere, per gusto, per rendersi conto
    scrivere per ascoltare quello che il rumore ordinario ricopre o ingarbuglia
    compreso il rumore delle parole
    Lavare le parole fino a che siano
    purissime e tonde e lisce
    oppure andare per i cammini rigogliosi
    oppure rifare, indefinitamente rifare
    per avvicinare un po' di più quello che manca ed insiste
    scrivere per andare verso il punto laggiù
    che comunica con l'al di là e l'al di qua di ogni parola.
  12. Ascoltare la musica
    La Messa in si minore di Johann Sebastian Bach, per esempio
    specialmente Incarnatus, Crucifixus, Resurrexit
    oppure qualcos'altro
    non necessariamente musica religiosa
    ma ascoltare nella profondità
    ascoltare il canto del nuovo Orfeo presente
    in ogni musica umana
    incarnazione, crocifissione, esultanza
    Se si può, cantare se stessi e suonare lo strumento
    è ancora meglio!
  13. Mantenersi nella pace
    che è l'armonia delle potenze
    al di là (certamente) del vortice
    al di là dell'astensione serena
    al di là dell'abbandono volontario degli eroi
    nell'armonia delle potenze
    coincidente con la più umile umiltà
    qui, nel mediocre dei giorni
    senza alterigia, senza il sapere e talvolta senza grazia.
  14. Uscire dalla chiesa
    lasciare la celebrazione
    perché non si sopporta più
    perché non si può più restare
    a causa dell'abbondanza d'intensità e d'altezza
    di ciò che si suppone venga fatto là
    in contrasto con lo scacco desolante di ciò che succede in realtà
    lasciare senza scandalo, senza contestazione, con tristezza
    ed il desiderio persistente che si alza di nuovo
    come? come?
    la luce del grande poema in cui s'inaugura ogni cosa.
  15. Dubitare, intensamente dubitare di Di
    che cosa, ci sarebbe un Dio buono e onnipotente
    con tutta questa crudeltà nella natura
    con l'infernale crudeltà umana
    i bambini spossati per la fame, gli sfruttati
    i nevrotici, gli abbruttiti, gli alcolisti, tutti gli scarti umani?
    E' bella, l'immagine di Dio!
    E che cos'è Dio
    se non la povera piccola idea elaborata
    sul pianeta dove noi siamo
    nulla, nel seno dell'universo scintillante
    verso dimensioni inimmaginabili
    Obiezioni, obiezioni, agonia di Dio
    nel cuore dell'uomo di fede.
    Egli ha risposto cento volte, ma si manifesta nell'assenza
    Povero Dio in agonia
    come il suo Verbo identico a Lui nel giardino degli ulivi
    quando i suoi migliori amici dormivano…
    Non è dunque così poco vegliare. Nella sua agonia.
  16. Né le immagini, né il testo,
    né il luogo né l'ora
    né la parola che scaturisce dal cuore
    né la ripetizione stanca e attenta
    neanche il silenzio
    ma semplicemente il reale
    terribilmente reale e piatto, le cose, la superficie
    la conversazione senza scopo
    i doveri, i piaceri
    mangiare, sognare, dormire
    e la sofferenza intollerabile, indicibile
    talmente sofferente che non se ne soffre
    la nuda attesa di ciò che deve venire al mondo
    perché sulla terra sia come nel cielo.
  17. Lavorare con le proprie mani
    a lavori domestici, al cucito,
    al proprio lavoro, al bricolage
    e far tacere la radio e ogni vocio interiore
    ascoltare ciò che parla senza parole
    finché le mani restano occupate
    ed occupano la superficie dell'anima.
    Oppure, guidare un'automobile
    molto rilassato, attento, cortese
    finché questa occupazione lascia libero
    un pensiero senza pensiero
    che matura altrove.

(tratto da Cahiers pour croire aujourd’hui, Novembre 1993, n. 131. Traduzione dal francese a cura di Fausto Ferrari)

Letto 2534 volte Ultima modifica il Giovedì, 24 Giugno 2010 22:20
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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