L'omologazione
La diversità è l’elemento più costitutivo delle relazioni umane ed è proprio attraverso le differenze che possiamo accrescere la nostra conoscenza della realtà che ci circonda. Ci si può accostare all’estraneo, a chi cioè non si conosce ancora, con modalità profondamente diverse: la diversità è come un "oggetto misterioso" che può suscitare le più svariate emozioni: ci si può connettere ad essa con diffidenza, con indifferenza, con paura, oppure si può entrarvi in contatto con curiosità e interesse, con la consapevolezza che, nella misura in cui non è già parte del nostro patrimonio conoscitivo, la diversità può, proprio per questa ragione, arricchirlo.
Questa realtà sembra però messa a dura prova nella società attuale, in cui il procedere della globalizzazione porta ad una crescente omologazione dei modelli e degli stili di vita. In questo contesto, in cui al "diverso" si associano connotazioni sempre più spesso negative, l’omologazione diviene invece una facile via d’accesso all’accettazione e al riconoscimento sociale.
Ciò rischia tuttavia di privarci di quelle molteplici risorse che sono insite nelle diversità, risorse che andrebbero invece coltivate stimolando, in tutti gli ambiti del sociale, lo sviluppo di una cultura che sappia apprezzare l’"altro", ponendolo in condizione di rivelare ed adoperare al meglio le sue peculiarità a beneficio dell’intera comunità, in un rapporto di scambio reciproco.
Avvicinarsi all’altro con curiosità, sgombrando la mente dal pre-giudizio e disponendosi ad un’esperienza di incontro e di arricchimento è un atteggiamento che va quindi sicuramente sviluppato, soprattutto in una società come la nostra, che sta rapidamente trasformandosi in società di immigrazione, ospite di altre culture con le quali dovremo imparare presto a convivere.
Prof. Maurizio Andolfi