Fecondità fuori tempo massimo
Oggi nella classifica, tristissima, degli
interessi prevalenti di tante giovani coppie compaiono troppo spesso
carrierismo esasperato, viaggi esotici e divertimento esclusivo. Fino
ai quarant’anni ormai non si pensa quasi ad altro. Poi, quando
l’orologio biologico manda i suoi misteriosi avvertimenti, ecco
rispuntare la voglia di avere un figlio.
Senza un progetto di fecondità una coppia si avvia
ad arenarsi nelle secche dei miseri orizzonti quotidiani, rischiando di
fallire. Così ecco rispuntare l’immagine di quel bambino a lungo
rimossa per lasciare spazio ad "altro". Ma, in qualche caso, si tratta
di un auspicio fuori tempo massimo perché, a una certa età, anche
qualche meccanismo biologico comincia a risultare meno efficiente. E
poi ci sono il peso dello stress, gli effetti negativi di una vita
spesso sregolata, ecc. Non c’è da stupirsi allora se cresce il numero
delle coppie sterili.
La soluzione è facile: basta rivolgersi agli
apprendisti stregoni della provetta, sborsare qualche milione, e tutto
si risolve. Tanto la logica è quella dell’efficientismo, del risultato
ad ogni costo, dell’interesse personale che annulla qualsiasi
considerazione etica.
Ma come si può pensare che un figlio ad ogni costo e
comunque ottenuto, possa risolvere i problemi di identità di una
famiglia dove, troppo a lungo, la capacità di donare è stata lasciata
in un secondo
piano?
"GRUPPI FAMIGLIA" n° 41 /dicembre 2001