EDUCARE IL BAMBINO SIGNIFICA ANCHE CONTRARIARLO
In uno degli Ultimi numeri di
"Psicologia contemporanea" intitolato l'Io lieve" l'autore, Fernando
Dogana, Ordinario di Psicologia all'Università Cattolica di Milano,
scrive che l'Io post-moderno è sedotto e tradito tanto dalla cultura
della diversità, quanto da quella della omologazione, rischiando così
la frammentazione dell'identità. Con in aggiunta l'illusione che tutto
si può, come canta Giorgio Gaber:
"Si può, trasgredire qualsiasi mito,
si può, invaghirsi di un travestito,
si può, fare i giovani a sessant'anni,
si può, far riesplodere il sesso dei nonni."
Al fine di riflettere su quanto può essere fatto in positivo, citiamo le seguenti righe:
Il permissivismo inopportuno
La nuova pedagogia accoglie
ormai come buona la regola di saper dire "no" alle troppe richieste dei
ragazzi, soprattutto se queste sono esagerate. Ancor peggio se sono il
frutto di un dispositivo inquietante.
(Seconda parte)
Naturalmente è sempre possibile esprimere un
giudizio antitetico ai molti che vengono espressi in senso negativo nei
confronti del "permissivismo", a cominciare da certi fatali confronti
con il passato, ad esempio con l’educazione impartita a suon di
cinghiate paterne, che spesso otteneva l’effetto contrario. Freud ci ha
spiegato l’origine di tante nevrosi e di tanti disturbi psichici con i
ricordi di infanzie trascorse nel terrore di stanze buie comminate per
punizione, e il complesso di Edipo non è stato scoperto ieri mattina.
Anche se il dottor Spok non avesse concorso a mettere al mondo almeno
due generazioni di disadattati e impreparati alle difficoltà della vita
con l’invito ai genitori a farsi amici dei loro figli, abdicando
praticamente ai loro doveri di educatori, il proibizionismo non è mai
stato un efficace antidoto al permissivismo.
Il difficile è trovare la via di mezzo. L’esperienza
degli altri, degli stessi genitori e nonni, aiuta, ma non del tutto. I
luoghi comuni spesso ingannano, come è nella loro natura. Chi dice che
i bambini caratterialmente più inclini a irrigidirsi di fronte a
qualsiasi ostacolo sono i figli unici, ai quali troppo facilmente "si
concede tutto", fino a viziarli, non ha mai assistito a certe furiose
liti tra fratelli e sorelle, segnali originari di gelosia destinate a
durare tutta la vita, ben oltre la morte dei genitori che senza volerlo
le hanno suscitate con i loro comportamenti, con le loro vere o
presunte preferenze. Ma detto questo, è pur vero che la socializzazione
è una componente essenziale nella formazione di adulti responsabili.
La misura utile e necessaria è frutto di un
difficile esercizio di diverse virtù incrociate fra loro: la prudenza
nel concedere e nel negare, la fortezza nel mantenere certe decisioni
che si sanno giuste, la comprensione di momenti particolari nella
crescita dei caratteri e delle intelligenze, la pazienza nel sopportare
pianti e capricci senza abbandonarsi all’ira, il coraggio certe volte
indispensabile per dire i "no", evitando di farli apparire immotivati e
soltanto punitivi. E la temperanza, utile a far capire che certi
oggetti del desiderio sono in realtà spese inutili, che offendono la
povertà della maggioranza delle persone e mortificano la consapevolezza
della dannosità individuale e sociale dello spreco. Anche se sullo
spreco è fondata gran parte della società moderna occidentale.
Tipico è il caso della sovrabbondanza di giocattoli
con cui molti bambini vengono illusi sul loro steso futuro: la vita non
sarà mai altrettanto generosa. Del resto, basta osservarli proprio
mentre giocano: bambole, automobiline, giochini elettronici, simil
computer, ministrumenti musicali, libri oggetto scomponibili, tutto un
micromondo che viene rapidamente a noia, buttato alla rinfusa in un
angolo, ma nello stesso tempo occasione di litigi furibondi tra
fratelli o compagni di gioco perché uno vuole esattamente quello che ha
in quel momento in mano l’altro.
Ma nel giudizio complessivo e finale sul
permissivismo ci sembra che sia inconfutabile un argomento: il genitore
permissivo, pur pensandoci comprensivo e premuroso nel non far mancare
nulla al suo tesoro, è molto spesso soltanto un genitore indifferente,
che non vuole fastidi, che delega ad altri la parte fondamentale dei
suoi doveri: l’educazione dei figli. Fino al punto da negare talvolta
clamorosamente anche agli insegnanti il diritto a esercitare il loro
mestiere con la necessaria severità: il bambino "ha sempre ragione".
Beppe Del Colle
da"Famiglia Oggi" (10)