Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Non bisogna confondere morale ed etica, che per Paolo è inabitazione dell'amore di Cristo e dello Spirito. Il dato ineludibile è la giustificazione per la fede, senza dimenticare che si sarà giudicati per le nostre opere.
San Benedetto molto chiaramente domanda a chi entra in monastero di essere capace di cercare Dio e vivere con i fratelli; richiede quindi al postulante la capacità di relazione. "Si osservi soprattutto se egli cerca veramente Dio, se si dedica con amore all'Opera di Dio, all'obbedienza e se sa accettare le umiliazioni" (RB 58,7).
Per venire al tema affidatomi, occorre una premessa che chiarisca alcuni punti radicati nella cultura occidentale. Il primo è che il buddhismo non esiste né in quanto religione univoca, tipizzata e simbolicamente determinata, né in quanto essenza religiosa esprimibile nel mondo della comunicazione fatta di parole scritte o orali.
La mistica, esperienza che si svolge nella profondità misteriosa dell’incontro uomo-Dio, è il tentativo di cogliere l’esperienza che l’uomo, lungo i secoli, ha fatto di questa presenza, misteriosa e chiara, segreta e luminosa.
Il Frate Jean Christophe de Nadal, o.p., del convento di Rennes, ci invita ad imparare a pregare seguendo quel grande oratore che fu Mons. Jacques Bénigne Bossuet, Vescovo di Meaux (1627-1704).
Suor Maria, O. P., domenicana del monastero di Langeac, ci propone di capire meglio ciò che Gesù ha voluto insegnarci, parlando del Vangelo rivelato in modo speciale ai piccoli. Egli stesso è nella sua Incarnazione e nella sua Passione, il “piccolo” per eccellenza” che giubila proprio, quando già si profila l’insuccesso della sua missione.
Colui che fu innanzi tutto il ”frate Giovanni”, predicò, con l’aiuto del suo pennello, la povertà assoluta e l’ascetismo, conformi alle virtù dell’ordine domenicano, un’arte novatrice, tutta centrata in Cristo.
Il fatto che la politica e la società dovessero essere formalmente religiose non era tipico soltanto di Israele, anche se speriamo di riuscire a dimostrare che Israele aveva un modo suo proprio di associare la religione alla politica e alla società.
Il brano ha una sua unità e un suo centro gravitazionale verso cui tutto converge. Infatti, osserviamo che il nome di Gesù apre e chiude il brano, così da formare una inclusione, e a ricordare, semmai fosse necessario, che è il mistero della sua persona a dominare la scena.
Anche il Nuovo Testamento come l’Antico non offre una teoria sistematica sul male-dolore. Eppure ad ogni pagina il male-dolore è presente, dal dolore di Cristo a quello dei suoi discepoli e dell’umanità intera.