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Visualizza articoli per tag: Spiritualità

In un documento dell’Episcopato italiano "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", è scritto che "comunicare il vangelo è compito fondamentale della Chiesa" e che "la missione ad gentes non è soltanto il punto conclusivo dell’impegno pastorale ma il suo costante orizzonte e il suo paradigma per eccellenza".

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Sabato, 26 Giugno 2004 11:20

Separazione difficile (Marie Romanens)

Non vi è nulla di anormale nel sentirsi tristi quando un figlio ci lascia, perché ciò significa che ci si trova a superare una nuova tappa, quella della separazione, che implica inevitabilmente una sensazione di perdita.

Sabato, 26 Giugno 2004 11:20

La paura di vivere (Felice Di Giandomenico)

La paura di vivere è tale perché si è sempre tentati di fuggire dalla realtà contingente e non si ha mai il tempo per fermarsi un po' a riflettere, per comprendere veramente quello che siamo...

"Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui... Andate, dite ai suoi discepoli...". Si legge sconcerto in questo chiaro annuncio di Marco.

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Sabato, 26 Giugno 2004 11:06

Il mistero dei tre giorni (Alessandro Ghersi)

La Congregazione per il culto divino, nel Documento Lettera circolare sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali (nn. 16-38) afferma che "questo spazio di tempo è ben chiamato il "Triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto" e anche triduo pasquale, perché con la sua celebrazione è reso presente e si compie il mistero della pasqua, cioè il passaggio del Signore da questo mondo al Padre".

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Vivere per servire: ecco un ideale davvero bello per un cristiano! Ogni autentico servizio, infatti, ha la sua radice nel mistero di Cristo che per salvarci "pur essendo di natura divina..., spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo" (Fil 2, 6-7). Gesù è venuto sulla terra per insegnarci a servire.

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Sabato, 26 Giugno 2004 11:04

Il quinto elemento cosmico

Il quinto elemento cosmico
di Marcelo Barros


La progressiva deforestazione non discende solo da un modello economico predatorio, ma anche dalla carenza di una spiritualità in grado di integrare la natura. Eppure il legno lo troviamo al cuore di culture e religioni.


Per varie culture indigene, l'essere umano fu fatto con il legno. La principale festa degli indios del centro del Brasile si chiama Quarup. In tale occasione le comunità riconoscono gli spiriti degli antenati, presenti in tronchi di palma bunti. Gli uomini li trasportano ritualmente e danzano con essi per ricevere la saggezza degli antenati. Allo stesso modo, nella religione candomblé di tradizione yoruba, uno degli orixàs - gli spiriti - più importanti, è la gameleira ("ficus insipida"), chiamata iroko.


È una visione ecospirituale che non esiste solo in America latina. Nella cultura cinese di ambito taoista, il legno è così importante da essere considerato il quinto elemento fondamentale del cosmo, con terra, fuoco, acqua e aria. I taoisti considerano il legno come un'energia di tipo "giovane yang". La forza del legno è più legata al mattino e all'est. Il suo colore simbolico è il verde.


Il legno, questo quinto elemento dell'universo, starebbe misteriosamente alla base, come energia preponderante, del biotipo di molte persone. Le "persone-legno" sono di umore stabile e solide convinzioni, di intelligenza estremamente pratica, e ricercano l'efficienza in tutto quello che intraprendono. Una chiave per capirle può essere l'albero. Esso affonda le sue radici nella terra quanto i suoi rami si slanciano nel cielo. Attraverso le radici assorbe l'alimento che estrae dall'acqua e dai minerali. È questa la sua salute. Così come alle "persone-legno" si consiglia di nutrirsi nel modo più naturale possibile e di sviluppare una spiritualità di relazione tra cielo e terra.


Oggi questa mistica ecologica è una responsabilità di quanti credono in un Dio Amore. La tradizione giudaico-cristiana non ha dato grande spazio, in forma esplicita, al rapporto spirituale con gli elementi naturali. Il fatto che molti popoli antichi adorassero la natura e praticassero sacrifici umani al sole, alla luna, alla terra e agli alberi, portò la Bibbia a mantenere un atteggiamento sobrio al riguardo di una spiritualità ecologica. Anche così, il collegamento del popolo della Bibbia con gli alberi viene dai tempi più antichi. Il paradiso, secondo le Scritture, è un giardino piantato da Dio. La Legge ordina di piantare ogni specie di albero da frutta (Levitico 19,23). Gli antichi patriarchi adoravano Dio all'ombra di una quercia, albero sacro. E, nonostante tutta la violenza della conquista di Canaan, la legge di Israele ingiunge di non distruggere gli alberi nel corso di un attacco o assedio a una città (Deuteronomio 20,19).


Il giudaismo posteriore alla Bibbia diede vita alla festa dell"'anno nuovo degli alberi": Rosh Hashana Lailanot. La celebrazione coincideva con la fine delle piogge e la prima fioritura dei campi. Ed è la festa della frutta. Si canta il salmo 128 e si offre uva alla donna della casa. Ultimamente in Israele si è ripresa l'usanza di piantare alberi in questa festa.


Narra la tradizione rabbinica che al tempo dell'imperatore Adriano gli ebrei si attaccavano sempre più alla loro terra, come volessero così compensare la perdita dell'indipendenza politica. Quando nasceva un figlio, la famiglia aveva l'usanza di piantare un albero: un cedro se era un maschio, un'acacia se era una bambina. Giunto il momento opportuno, i rami di quell'albero sarebbero serviti per fare il baldacchino per il matrimonio.


Un giorno, mentre attraversava la Giudea, il carro della figlia di Adriano ebbe una panne. Per aggiustarlo, i soldati della guardia pensarono bene di abbattere un cedro. I contadini ebrei presero le armi contro la guardia imperiale a protezione dell'albero. L'incidente divenne così serio che fece da scintilla alla rivolta di Bar Kochba (130 d.C.).


Buddha e Chico Mendes


La relazione spirituale con l'albero e l'identificazione con il legno è minacciata nel nostro mondo che distrugge ogni giorno di più la natura, e specialmente le foreste. Un rapporto delle Nazioni Unite informa che attualmente le foreste coprono appena il 70% delle terre emerse e ospitano più della metà delle specie vegetali e animali del pianeta. La distruzione delle foreste è legata allo sfruttamento dei popoli che in esse vivono. Secondo un altro rapporto, del Consiglio di sicurezza, in Africa c'è un legame diretto tra sfruttamento delle foreste e traffico d'armi (Nigrizia, 4/02, dossier).


In Brasile la distruzione dell'Amazzonia è un'espressione forte della schiavitù del popolo oppresso. Nel 1988 a Xapuri, nello stato dell'Acre, Chico Mendes venne assassinato per la sua difesa dei seringais (l'albero della gomma). È un martire della causa ecologica e della difesa degli alberi. Nella stessa epoca, nel sud del Brasile, tre studenti scelsero di essere messi agli arresti piuttosto che lasciare che la polizia tagliasse un'acacia secolare. A Rio de Janeiro, gli abitanti di una via formarono una barriera viva per impedire che un mango fosse abbattuto.


Greenpeace afferma che «ogni due secondi sparisce dalla faccia della terra un'area di foresta pari a un campo di calcio». Fate i conti e vedrete che la terra perde, un’ora dopo l'altra, una superficie di foreste equivalente a 1.800 campi di calcio.


Questa situazione discende da un modello economico e sociale di predazione, ma anche dalla carenza di una spiritualità che integri la natura. Nel VI secolo prima di Cristo, Buddha, l'illuminato, insegnava: «La foresta è un organismo di illimitata gentilezza e benevolenza. Nulla domanda per la propria sussistenza e moltiplica con generosità i prodotti della sua attività vitale. Dà protezione a tutti gli esseri viventi e offre un'ombra perfino al taglialegna che la distrugge».


(da Nigrizia, maggio 2003)

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Sabato, 26 Giugno 2004 11:04

Lottare contro la sofferenza (Michel Quoist)

Quoist ci invita alla lotta non accettando supinamente il dolore. Dio piange con i sofferenti, e non è una vergogna; come Dio porta il lutto per i morti. Il peggio è soffrire per niente, disperdendo un tesoro che è inestimabile.

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Sabato, 26 Giugno 2004 11:03

Perdonare per guarire (Luciano Manicardi)

Perdonare significa donare attraverso le sofferenze e il male subito. Fare anche del male ricevuto l'occasione di un dono.

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Gli uomini hanno fame di spiritualità: questo è un fenomeno rilevato dai sociologi, che ne colgono gli elementi contrastanti, cioè la diminuzione delle vocazioni sacerdotali ma anche l’esplosione della vita monastica e contemplativa.

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