Vita nello Spirito

Sabato, 26 Giugno 2004 11:21

La missione dal fare all'essere Chiesa (Gianni Colzani)

Vota questo articolo
(1 Vota)

In un documento dell’Episcopato italiano "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", è scritto che "comunicare il vangelo è compito fondamentale della Chiesa" e che "la missione ad gentes non è soltanto il punto conclusivo dell’impegno pastorale ma il suo costante orizzonte e il suo paradigma per eccellenza".

La missione dal fare all'essere Chiesa

di Gianni Colzani 
(Riduzione ed adattamento a cura di Simona Internullo)

In un documento dell’Episcopato italiano "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", è scritto che "comunicare il vangelo è compito fondamentale della Chiesa" e che "la missione ad gentes non è soltanto il punto conclusivo dell’impegno pastorale ma il suo costante orizzonte e il suo paradigma per eccellenza". Queste affermazioni, però, non trovano riscontro totale all’interno della nostra Chiesa perché la missione è un tema recente, visto che le missioni del passato pendevano in larga parte dalla Chiesa d’origine e non creavano Chiese autonome e indipendenti, sia pure in un quadro di comunione, come faceva la missione evangelica di Paolo.

Gesù Cristo, fondamento e criterio della missione

Edificare la Chiesa è un compito missionario che diventa punto di incontro tra l’opera di Paolo e quanto i vescovi chiedono ai missionari odierni. Ma mentre la predicazione di Paolo gira intorno a Cristo: "noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani" (1 Cor 1, 22;2,2), la missione odierna è percorsa da venature di impegno sociale e caritativo per legittimarla agli occhi della società moderna; altre volte è segnata da un bisogno di spiritualismo come antidoto al crescente materialismo; spesso diventa terapia della fede finalizzata a liberare l’individuo da ansie ed angosce. La fede diventa così "religione civile", evidenziando la sua innegabile funzione sociale, ma esaurendosi in essa. La cosiddetta "religione civile" come insieme di un senso della vita e di un mondo di valori affermati nonostante la riduttività della società moderna, è importante e ha una funzione positiva, ma non va assolutamente confusa con la religione cristiana rivelata.

Per Paolo è evidente che "il regno di Dio non è questione di cibi e bevande ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito santo" (Rm 14,17); per lui "non è la circoncisione o la non circoncisione che conta, ma la fede che opera per mezzo della carità" (Gal 5,6). Il punto decisivo della missione non è il momento istituzionale, il fare e il far fare, ma è la decisione di vivere come discepoli, l’appartenere a Cristo. La missione, quindi, appartiene alla natura stessa della vita cristiana dato che questa, modellata su Cristo, ha imparato da lui a farsi carico degli altri, coltivando una comunione con tutti, in particolare praticando il bene. Il nome di Cristo – osserverà Mc 9, 38-40 – non è un confine che divide ma un criterio di comunione: per questo, chiunque agisce bene anche senza appartenere alla comunità cristiana, "è con noi".

In modo simile, la lettera a Diogneto ricorda che "i cristiani non si distinguono dagli altri uomini per il territorio, per la lingua o per i costumi. Non abitano in città proprie, non usano un gergo particolare né conducono una speciale vita". "Abitano nella propria patria ma come pellegrini, partecipano alla vita pubblica come cittadini, anche se dimorano nella terra sono cittadini del cielo. Anche abitando nel mondo, i cristiani non sono nel mondo".

Vivere il vissuto di Cristo: compito di ogni discepolo

La missione ad gentes deve essere, quindi, il paradigma di ogni impegno pastorale, anche se questo non è facile, perché la "religione civile" ci ha abituato ad una radicale separazione tra pubblico e privato e questo comporta una marginalizzazione sociale della fede e della sua proposta. Privatizzata, la fede non ha più rapporto con i vari ambiti della vita: sta tutta nel mondo personale del suo individuo, quando dovrebbe avere un carattere organico e globale. Seguire Gesù, però, vuol dire donarsi all’altro, all’interno di un cammino che il cristiano non deve fare da solo, ma inserito nella Chiesa. L’accoglienza del vangelo comprende la sua comunicazione. In questo modo si deve intendere la missione.

Dalla "missiones Ecclesiae" alla "missio Dei"

Il compito della missione è edificare la chiesa dove essa non esiste perché risplenda la luce per tutti. Queste prospettive tradizionali non risiedono nelle missioni odierne. Infatti la missione non deve riguardare i non credenti, ma , più semplicemente, l’uomo, ogni uomo; lo stesso cristiano ha bisogno di essere continuamente evangelizzato per poter poi, a sua volta, evangelizzare. La missione, prima di essere una attività della Chiesa, è un attributo di Dio: Dio è missionario, cioè si manifesta in un movimento d’amore che scende verso l’umanità. Questa missio Dei precede cos’ la Chiesa: questa ha la sua origine e trae il suo movimento solo dal rapporto di Dio con la storia umana.

Quindi, non è la Chiesa a salvare, non le sue opere, ma è Dio. Come dice Ad gentes. "la chiesa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno del Padre".la missio dei abbraccia la Chiesa e la pone a servizio del disegno di Dio, a servizio del regno. In un quadro di continua conversione al progetto di Dio, "la chiesa è sacramento di salvezza per tutta l’umanità e la sua azione non si restringe a coloro che ne accettano il messaggio. Essa è forza dinamica nel cammino dell’umanità verso il regno escatologico, è segno e promotrice dei valori evangelici tra gli uomini" (redemptoris missio).

Quindi, non tutto quello che le comunità fanno sotto il segno della missione lo è veramente: lo è solo quanto corrisponde alla missione voluta da Dio.

Insieme al vangelo di Cristo, oggi è fondamentale nella missione la docilità al servizio dello Spirito. Questo porta ad un impegno alla Parola ma soprattutto alla vita in genere.

(tratto da Orientamenti Pastorali – 11/2002)

Letto 2252 volte Ultima modifica il Martedì, 20 Marzo 2012 15:30
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search