La "crisi di fede" dei figli
(Seconda parte)
COME PORGERE L’AIUTO NECESSARIO AL FIGLIO "IN CRISI"
La ricerca personale di Dio, con gli alti e bassi dell’esperienza vissuta ogni giorno, può certamente aiutare i genitori a saper porgere l’aiuto necessario al figlio in crisi. Come?
Penso sia opportuno, anzi necessario:
- Ascoltare con interesse e attenzione, senza preconcetti e senza dare subito giudizi e risposte categoriche;
- Sforzarsi, con pazienza attiva, di comprendere, comprendere, comprendere (cioè mettersi nella mentalità dell’altro, senza peraltro rinunciare alle nostre idee e convinzioni buone e legittime;
- Non imporre mai, ma proporre con delicatezza (e furbizia positiva che ci viene dalla esperienza), motivando tali proposte;
- Aver fiducia nelle capacità potenziali di ciascuno;
- Pregare con intensità e perseveranza ("Spirito Santo, aiutaci"), credendo fermamente a quel che ci ricorda più volte la Bibbia: ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio.
Ritengo che queste siano le modalità migliori per mettere in sintonia col figlio, per suggerirgli la visione delle cose che gli succedono, in un’ottica non soggettiva e solo contingente, ma con una oggettiva e reale valutazione che tenga conto dell’eternità: ciascuno di noi ci sarà per sempre; ciascuno di noi è unico e irripetibile, chiamato a realizzare un progetto personale di Dio.
MAI CONSIDERARSI DEI GENITORI FALLITI!
Per quanto concerne la tristezza, le delusioni, le paure, la sensazione di aver fallito come genitori, ci confortano e rassicurano le parole di Gesù ai Suoi discepoli: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede…Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, ve l’avrei detto" (Gv 14, 1-2).
Forse, nelle esperienze della nostra vita, qualche volta abbiamo pensato di dare il primato dell’attenzione educativa all’una o all’altra delle tre virtù teologali: a volte ci è parsa più importante la fede, a volte abbiamo ritenuto più necessaria la speranza, a volte ci ha più affascinato la carità. Ognuna di queste virtù, che dobbiamo esercitare dopo averle ricevute nella loro potenzialità come doni nei Sacramenti, è invece strettamente intrecciata alle altre, perché tutte vengono da Dio e ci riconducono a Lui.
Non c’è, dunque, motivo di avvilirsi, né di cessare di impegnarsi, in caso di crisi dei nostri figli: "Anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi" (Gv 14, 12).
Paolo Tolomelli
"Famiglia domani" 4 / 99