La Chiesa di fronte al ritorno dell'arcaico
di Frédéric Lenoir
Pensatore, mistico e papa dal carisma eccezionale, Karol Wojtyla lascia però al suo successore una eredità contrastata. Giovanni Paolo II ha abbattuto molti muri, ma ne ha eretto altri. Questo lungo pontificato paradossale per l'apertura, specialmente riguardo alle altre religioni e per la chiusura dottrinale e disciplinare, segnerà pertanto una delle pagine più importanti della storia della Chiesa cattolica e senza dubbio della Storia.
Mentre scrivo queste righe, i cardinali si accingono a eleggere il successore di Giovanni Paolo II. Quale che sia l'identità del nuovo papa, egli si troverà di fronte a molte sfide. In un dossier speciale vogliamo affrontare le principali poste in gioco per l'avvenire del cattolicesimo….
Desidero attirare l'attenzione soltanto su un aspetto: una delle sfide principali del cattolicesimo, come di ogni altra religione, è quella di tener presente la richiesta spirituale dei nostri contemporanei. Ora questa si esprime oggi in tre modi assai poco conformi alla tradizione cattolica, cosa che renderà estremamente difficile il compito dei successori di Giovanni Paolo II.
Si assiste infatti, dal Rinascimento in poi, a un doppio movimento di individualizzazione e di globalizzazione che non cessa di accelerarsi da una trentina d'anni. La conseguenza sul piano religioso è che gli individui tendono a costruirsi la loro personale spiritualità pescando nel serbatoio mondiale dei simboli, delle pratiche e delle dottrine. Un Occidentale può oggi facilmente dirsi cattolico, amare la persona di Gesù, andare a messa di tempo in tempo, ma anche praticare la meditazione zen, credere nella reincarnazione e leggere i mistici sufi. La stessa cosa avviene per un Sudamericano, per un Asiatico o un Africano, anch'egli tentato, e da molto tempo, da un sincretismo religioso fra cattolicesimo e religioni tradizionali. Questo bricolage simbolico, questa pratica del “fuori strada religioso”, tende a generalizzarsi e non è facile vedere come la Chiesa cattolica potrà imporre ai suoi fedeli una stretta osservanza del dogma e della pratica alla quale tanto tiene.
Un'altra sfida colossale è quella del ritorno dell'irrazionale e del pensiero magico. Il processo di razionalizzazione, che è in atto da lungo tempo in Occidente e che ha profondamente impregnato il cristianesimo, mostra oggi un contraccolpo: quello del riemergere dell'immaginario e del pensiero magico. Ora, come ricorda qui Régis Debray, più il mondo si fa tecnico e razionale, più fa apparire, per compenso, una richiesta di affettivo, di emozionale, di immaginario, di mito. Perciò il successo dell'esoterismo, dell'astrologia, del paranormale e lo sviluppo di comportamenti magici persino in seno alle religioni storiche - come il rinnovamento del culto dei santi nel cattolicesimo e nell'islam.
A queste due tendenze si aggiunge un fenomeno che sconvolge la prospettiva tradizionale del cattolicesimo: i nostri contemporanei si preoccupano molto meno della felicità nell'al di là che della felicità terrena. Tutta la pastorale cristiana ne risulta modificata: non si predica più il paradiso e l'inferno, ma la felicità di sentirsi salvati fin da ora perché si è incontrato Gesù in una comunione emozionale. Parti intere del Magistero restano inadeguate di fronte a questa evoluzione che antepone il senso e l'affetto alla fedele osservanza del dogma e della norma. Proprio questo, pratiche sincretiche e magiche in vista di una felicità sulla terra, era quel che caratterizzava il paganesimo antico, erede delle religioni della preistoria, contro la quale la Chiesa ha tanto lottato per imporsi. L'arcaico ritorna alla grande nell'ultramodernità. Probabilmente sarà questa la sfida più grande che il cristianesimo del XXI secolo dovrà raccogliere.
(da Le monde de religions, 11, p. 5)