Spiritualità Marista
di Padre Franco Gioannetti
Quinta parte
Cercheremo, nei prossimi articoli, di porre le basi bibliche della nostra ricerca, nel tentativo di esplicitare, almeno parzialmente, il carisma marista.
P. Colin era solito dire:
"La Società (di Maria) è un piccolo albero che è cresciuto nell’ombra, nel piccolo campo della Vergine".
Un piccolo albero che ha sviluppato una spiritualità fatta di modestia, di umiltà, di semplicità, di povertà interiore, di fede, così da imitare lo spirito di Maria, umile e nascosto, raggiungendo così lo spogliamento di sé di fronte alla grandezza di Dio e sostituendo ogni proprio progetto con la ricerca, il confronto e l’attuazione del progetto di Dio.
P. Colin era solito dire:
"…bisogna che noi siamo morti a noi stessi, morti ai nostri desideri, morti alle nostre comodità…"
ed aggiungeva:
"(occorre)…anche, un grande sentimento di fiducia. Bisogna dire: mio Dio, Voi potete fare per mio mezzo delle grandi cose".
Secondo le sue intuizioni ed il suo vissuto spirituale è dalla fede e dai sentimenti di umiltà e di abnegazione che deriva tutta la forza della Società di Maria, la forza di superare gli ostacoli, di andare avanti per crescere interiormente come congregazione e come singoli religiosi.
Diceva ancora:
"Noi dobbiamo avere lo Spirito di Maria, umile e nascosta… uniamo dunque il silenzio, la preghiera all’azione. Noi dobbiamo essere missionari sia di azione che di preghiera".
Una spiritualità interessante permea il pensiero e l’azione del P. Colin. Una spiritualità che rifugge dal fare affidamento sulle sole proprie forze per riporre invece la propria fiducia in Dio.
Cerchiamo, per comprendere questo, un contatto con l’insegnamento della Parola. Lasciamo che la Scrittura stessa ci introduca nella povertà come umiltà, nell’esperienza dei "poveri di Israele", nel mistero di Maria e di Gesù.
Cosa dice la Bibbia della "povertà", chi sono i "poveri di Israele"?
Tre sono le correnti di pensiero nella Bibbia riguardo alla povertà.
Cercheremo di riflettere sulla terza corrente che intende la povertà come un atteggiamento religioso: il "povero" è un "umile". Nel senso che la povertà è umile apertura verso Dio.
Per raggiungere questo stadio di comprensione del concetto di "povertà" in senso spirituale il popolo di Israele dovrà percorrere una strada lunga e faticosa e sarà nel secolo VIII a. C. che la parola "povero" comincerà nella predicazione dei profeti a tingersi di un significato religioso.