Teologia per la missione oggi - Costanti nel contesto di Sephen B. Bevans e Roger P. Schroeder (Queriniana, BS, 2010, pp. 680, € 58,00) è destinato a diventare un classico della teologia della missione. Forse paragonabile a La trasformazione della missione - Mutamenti di paradigma in missiologia (Queriniana, Brescia 2000), di David Bosch, di cui si presenta come il corrispettivo per il mondo cattolico.
Peter C. Phan, della Georgetown Univesity, lo giudica «un'opera magistrale, che situa la teologia della missione all'interno di una storia globale della missione della chiesa». Brunetto Salvarani, presentandolo su Settimana nel maggio scorso, ha scritto: «Richiama i cristiani a riconoscere nel profondo di essere partecipi, innanzitutto, della missione di Dio. A riconoscere nel proprio servizio al regno e alla giustizia di Dio un elemento costitutivo della propria identità ecclesiale. A confessare l'assolutezza e l'unicità di Gesù Cristo, riflettendo, allo stesso tempo, sulle implicazioni della presenza evidente dello Spirito all'interno delle tradizioni e delle pratiche delle altre vie religiose. (. .. ) La missione deve essere a tutti i costi dialogica, perché, in ultima analisi, non è altro che la partecipazione alla natura dialogica del Dio unitrino, missionario; ma deve altresì essere profetica, perché, in fondo, non vi può essere alcun dialogo reale quando la verità non è espressa e articolata chiaramente. Fino a concludere: "Soltanto annunciando, servendo e testimoniando il regno di Dio in un dialogo profetico audace e umile, la chiesa missionaria sarà costante nel contesto di oggi"».
Gli autori, Stephen Bevans e Roger Schroeder, membri della congregazione del Verbo Divino e docenti di missiologia alla Catholic Theological Union di Chicago (Usa), a partire dal loro impegno missionario personale e attraverso una metodologia storico-teologica innovativa, conducono a constatare che la chiesa nasce dalla missione e si va configurando per la sua fedeltà a essa.
L'intuizione di fondo è l'individuazione di tre tipologie teologiche ("tipo A", "tipo B", "tipo C") che s'intrecciano nella storia e da cui nascono tre modi diversi di fare missione. Una teologia la cui preoccupazione fondamentale è la legge e la morale ("tipo A") dà origine: un paradigma di missione che si qualifica come "salvare le anime ed estender, la chiesa". Se l'interesse dominante è la ricerca della verità ("tipo B"), la missione sarà concepita come "annuncio della verità". In una teologia, invece, che cerca Dio negli eventi della storia ("tipo C"), la missione è intesa prevalentemente come "impegno per la liberazione e la trasformazione" .
Il punto focale del libro è dare risposta a due importanti sfide degli studi teologici e missiologici odierni. La prima sfida è quella di «costruire una teologia che tragga ispirazione dalla costante azione missionaria di Dio nel mondo e dei suoi propositi ( ... ) . Tutta la teologia, in altri termini, deve essere una teologia missionaria». La seconda sfida è quella di «scrivere la storia della chiesa cristiana che sia in realtà una storia del movimento cristiano mondiale ... così come è realmente accaduta: non come qualcosa di unidirezionale (dalla Palestina all'Europa al resto del mondo), ma come qualcosa di multidirezionale (dalla Palestina all’Asia. dalla Palestina all'Africa, dalla Palestina all'Europa); non semplicemente come l'espansione di una istituzione, ma come l'emergere di un movimento; non semplicemente come la diffusione di una dottrina precostituita, ma come l'ininterrotta scoperta dell'"infinita traducibilità'" e dell'intenzione missionaria del Vangelo».
Per affrontare adeguatamente queste sfide, gli autori hanno strutturato il libro in tre grandi parti. Attraverso una lettura degli Atti degli Apostoli, il 1 ° capitolo sostiene che «la chiesa emerge come tale soltanto quando diventa consapevole della sua missione di spazzare via i confini non soltanto verso il giudaismo, ma verso tutti i popoli». Il capitolo 2 delinea sei "costanti", cioè sei temi dottrinali a cui la chiesa deve essere fedele ogniqualvolta attraversa un confine: «L'interazione e l'articolazione di queste sei costanti - cristologia, ecclesiologia, escatologia, salvezza, antropologia e cultura - determinano il modo in cui la prassi missionaria della chiesa è vissuta nei vari periodi della sua storia».
La seconda parte mette a fuoco vari momenti della storia del movimento cristiano, collocando ogni particolare modello di prassi missionaria all'interno del contesto politico, sociale, religioso e istituzionale, descrivendo le principali dinamiche del periodo e identificando i principali agenti del tempo.
La terza parte elabora una teologia della missione per i nostri giorni. Dopo aver preso in esame teologi e missiologi rappresentativi di ogni particolare prospettiva di missione, si passa a delineare una panoramica dei tre filoni teologici che stanno alla base della missiologia dell'ultimo quarto del 20° secolo: missione come partecipazione alla missione del "Dio unitrino, missionario"; missione come continuazione della missione di Gesù di annunciare, servire e testimoniare la giustizia del Regno di Dio; missione come annuncio di Cristo, unico salvatore del mondo.
Il climax del libro è costituito dal capitolo 12°, "La missione come dialogo profetico": «Questi tre filoni costituiscono, crediamo, gli elementi di una sintesi che potrebbe fungere da teologia della missione di base per questi primi anni del 21 ° secolo e del terzo millennio. Noi proponiamo di chiamare questa sintesi dialogo profetico».
Il volume è certamente complesso e non sempre di facile lettura, soprattutto per i molti elementi messi in campo. L'intento dei primi tre articoli di questo dossier non è di "riassumerlo", ma di descrivere, rifuggendo da un linguaggio tecnico, i diversi "climi spirituali" che sono al fondo dei tre principali orientamenti teologici individuati dagli autori e i tre diversi modi di fare missione che ne nascono.
di Danilo Castello
Missionario comboniano, teologo.
Ha insegnato dal 1981 al 2007
al Missionary Institute of London,
di cui è stato anche prefetto degli studi.
Dossier Nigrizia 2010