Chai Ling, animata dalla fede, afferma che «solo Dio può fermare questa brutalità». Durante le manifestazioni di Tiananmen nel maggio-giugno 1989, Chai Ling, 23enne, era studente di psicologia all'Università Normale di Pechino (Beishida). Insieme ad altri 11 studenti aveva espresso il giuramento di versare il suo sangue per la patria, sul modello degli eroi-martiri cinesi del passato che si suicidavano per risvegliare il loro popolo. Dopo il massacro, ricercata dalla polizia, passata alla clandestinità e poi è riuscita a fuggire in Francia e quindi negli Stati Uniti. Stabilitasi a Boston, si è laureata ad Harvard in economia e con il marito Robert Maggin jr ha dato vita a una compagnia di software che impiega quasi 300 persone. Non ha mai dimenticato il suo giuramento e ha sempre usato parte del profitti per aiutare orfanotrofi e organizzazioni per i diritti umani in Cina. Aiutata dal marito e da alcuni amici che lavorano come volontari contro l'aborto, Chai Ling si è avvicinata al cristianesimo. La fede nella resurrezione di Gesù la rende ora più sicura e più certa "della vittoria di Dio" anche in mezzo a tante tribolazioni. «Quando abbiamo pensato a far nascere un movimento democratico - dice Chai Ling – gridavamo che tutti gli uomini nascono uguali. Ora so e posso dire con tutta fiducia il perché: Dio li ha creati uguali, a immagine di Lui».
(Asia News)
Spagna
Disegnare prospettive
Dal 27 aprile al 1° maggio, a Malaga, si è svolto l’VIII Congresso Europeo sulle Migrazioni promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (Ccee). Nel comunicato finale dei lavori si afferma: «Per cinque giorni un centinaio di delegati tra vescovi, direttori nazionali per la pastorale dei migranti, operatori pastorali, rappresentanti della società civile e del mondo politico, di 22 Conferenze episcopali, 12 organismi nazionali ed europei e delegati di altre confessioni cristiane si sono incontrati a Malaga, un luogo significativo del flusso migratorio tra l'Africa ed il continente europeo, per analizzare le molteplici cause e le conseguenze per il lavoro della Chiesa del fenomeno migratorio in Europa. tema del congresso recitava: «L'Europa delle persone in movimento. Superare le paure. Disegnare prospettive». I partecipanti hanno riflettuto sulle sfide poste a tre "istituzioni" che maggiormente sono interpellate dal fenomeno migratorio: la famiglia, le comunità cristiane e la società. Al termine dell'incontro è stato adottato un messaggio dove si afferma coraggiosamente che «la presenza dei migranti in Europa è una carta vincente per il presente e per l'avvenire» e che «Rifiutando ogni discorso di esclusione, vogliamo dirvi che desideriamo costruire insieme l'avvenire dell'Europa».
(Misna)
Cambogia
Sopravvisuta al Khmer rossi
Ta Om, nella provincia di Banteay Meanchey, una piccola comunità, povera ma fervente nello spirito, nata nel 1880 e sopravvissuta con coraggio alla guerra e alla persecuzione, anche durante il regime distruttivo di Pol Pot. Nei giorni scorsi ha celebrato i 130 anni di vita con la partecipazione del Nunzio Apostolico, mons. Salvatore Pennacchio. Questi ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica in cui hanno ricevuto il battesimo 20 adulti e otto bambini, «segno di rinascita e nuova speranza per questa piccola, antica comunità». Si tratta infatti dei primi battesimi celebrati nella chiesa di Ta Om da 40 anni a questa parte, da quando cioè il regime dei Khmer rossi aveva cercato di cancellare ogni traccia di fede nel paese, giungendo in modo capillare fino al villaggio di To Om. II Nunzio Apostolico ha inoltre inaugurato una nuova biblioteca e un nuovo centro pastorale intitolato a Benedetto XVI, che si vanno ad aggiungere alla scuola elementare e alla clinica che svolgono un prezioso servizio di istruzione dei ragazzi e di cura dei malati.
(Fides)
Kenya
Volontari e solidarietà
Nyahururu è una località attraversata dall'Equatore, 280 chilometri a nord della capitale del Kenya, Nairobi. Qui si trova "Saint Martin", una organizzazione basata sulla comunità, con 1300 volontari locali impegnati in sei programmi di intervento che vanno dall'inserimento sociale dei bambini di strada all'assistenza dei disabili, alla prevenzione dell'Aids, al micro-credito e ai diritti umani. La comunità di Saint Martin venne creata nel 1997 dal sacerdote italiano don Gabriele Pipinato, inviato in Kenya dalla diocesi di Padova, e da un primo gruppo di volontari kenioti. Oggi è una organizzazione no profit che riunisce oltre un centinaio di persone, pagate per lavorare a tutti i programmi e una fitta rete di volontari attivi non solo a Nyahururu, ma anche nei villaggi limitrofi, spesso raggiungibili solo attraversando strade sterrate nel mezzo della foresta.
Nelle loro comunità i volontari fanno visita alle famiglie più deboli, segnalano casi di malattia o assistono i disabili in forma del tutto gratuita. Tra i programmi di intervento, il più importante è il community mobilization e ha l'obiettivo di creare una cultura di solidarietà.
(Fides)
Australia
Evangelizzazione telematica
“Maria, prima discepola": era il tema della teleconferenza che il 18 maggio ha messo in collegamento simultaneo tutta la Chiesa australiana convogliando fedeli sparsi in tutte le diocesi. Avendo un format interattivo chiunque poteva intervenire in tempo reale. E’ la terza del genere, dopo quella realizzata per la chiusura dell'Anno Paolino e quella, del 20 novembre 2009 dedicata a San Luca. L'esperimento compiuto in occasione dell'Anno Paolino ebbe un notevole successo, per questo la Chiesa ha deciso di continuare a esplorare la strada delle "conferenze telematiche" come strumento per unire virtualmente l'intera comunità nazionale e approfondire temi di interesse spirituale e pastorale, grazie a dirette sul web. L'evento mette a frutto l'idea che i moderni mezzi di comunicazione, se ben utilizzati, possono rappresentare una risorsa e un efficace strumento di evangelizzazione.
(Fides)
Filippine
Elezioni e chiesa
Nelle ultime elezioni, svoltesi il 10 maggio 2010, le prime ad avvalersi del voto elettronico, la Commissione Elettorale (Comelec) ha chiesto aiuto alla Chiesa per evitare il fallimento delle medesime. Visto it malfunzionamento delle macchine, onde evitare brogli, gruppi di giovani volontari cattolici hanno potuto monitorare i seggi e tenere sotto controllo i presidenti dei medesimi.
(Asia News)
Brasile: primo anniversario
II 19 aprile 2010, a Maturuca, gli indios dell'area Raposa Serra do Sol (Macuxì, Ingarikò, Patemona, Tuarepang e Wapichana), hanno festeggiato il primo anniversario della storica sentenza con cui il Supremo Tribunale Federale sanciva la definitiva omologazione in terra continua della Terra Indigena Raposa Serra do Sol. La grande vittoria degli indios, simbolo e precedente giuridico di tutte le altre rivendicazioni indigene del Brasile, è stata ottenuta dopo trentaquattro anni di dura e sofferta lotta non violenta contro i fazendeiros che avevano occupato le loro terre. II presidente Lula, passato tra due lunghe ali di indigeni danzanti, ha tenuto un vibrante discorso dove ha rivendicato il merito di aver restituito le terre agii indigeni che cinquecento anni fa appartenevano a loro e ha riconosciuto la Chiesa come primo difensore dei diritti degli indigeni. In tutti questi anni i missionari, soprattutto quelli della Consolata, hanno lottato a fianco degli indios, subendo minacce, persecuzioni, attentati, rapimenti, in una vita di incredibili ristrettezze e sacrifici che rasentano l'eroismo. Alla sera, gli indios hanno voluto omaggiare il vescovo Paloschi e i Missionari e le Missionarie della Consolata, specialmente i pp. Giorgio Dal Ben, Tiago Mena, Mario Campos e suor Leta Botta. I capi, soprattutto il grande tuxaua Jacir de Sousa, fondatore del CIR (Consiglio Indigeno di Roraima) hanno ricordato ai giovani: «Guardateli bene! Sono loro che ci hanno raccolto quando avevamo toccato fondo e se ora siamo qui, lo dobbiamo a loro!».
(Carlo Miglietta)
MC luglio-agosto 2010