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Mercoledì, 09 Aprile 2008 11:25

Cinque banche centrali unite per evitare una recessione

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Dopo gli attentati
dell’11 settembre, non si era più visto un tale scenario. Le
banche centrali dei più grandi paesi industrializzati hanno
lanciato, mercoledì 12 dicembre, una vasta operazione
concertata sui mercati di creditoper tentare di placare le tensioni
crescenti causate dalla crisi dei mutui ad alto rischio. La FED, la
BCE, la Banca Nazionale Svizzera, la BOE e la Banca del Canada hanno
annunciato una serie di misure tecniche destinate ad offrire
liquidità – denaro disponibile – a un sistema bancario al
limite del soffocamento.

Il carattere eccezionale
di questa operazione riflette l’aggravarsi recente della
situazione, cinque mesi dopo l’inizio della crisi dei crediti
ipotecari a rischio. All’inizio, il costo di questa crisi era stato
valutato nell’ordine d’un centinaio di miliardi di dollari. In
seguito non si è cessato di riconsiderarlo al rialzo, passando
prima a 400 milioni di dollari, poi a 500 ed ora a due miliardi di
dollari. La crisi dei mutui ad alto rischio (subprimes)
assumel’aspetto di un baratro senza fondo.

Inoltre, mentre
inizialmente la crisi aveva colpito solo i piccoli istituti
finanziari specializzati nella distribuzione dei crediti immobiliari
alle famiglie modeste, ora essa raggiunge le più grandi banche
del pianeta.

Durante le ultime
settimane, i presidenti delle due maggiori istituzioni della finanza
americana, Merril Lynch e Citigroup, di fronte alla gravità
delle perdite subite, hanno dovuto dimettersi. In Inghilterra il
quasi fallimento della Northern Rock ha provocato un movimento di
panico fra i clienti come non si era più visto dagli anni ’30.

Martedì il gigante
svizzero UBS ha annunciato una diminuzione di profitti supplementari
di 10 miliardi di dollari. Si è dovuto fare appello d’urgenza
a un fondo di Stato di Singapore per soccorrerlo. Anche la banche
francesi di cui si era a lungo affermato che fossero ben protette
grazie all’efficacia dei sistemi di controllo, sono colpite. E’
il caso di Natrix e, si è appreso all’inizio di questa
settimana, della Société Générale.

Per una specie d’effetto
farfalla, la crisi dei mutui colpisce tutta la finanza mondiale:
parecchie piccole città della Norvegia, vicine al circolo
polare artico, si ritrovano in bancarotta perché avevano
investito nei crediti ipotecari americani. Quasi per miracolo, questo
grosso choc bancario _ il più importante dopo la crisi
asiatica di dieci anni or sono – non ha colpito, per il momento,
l’economia reale. La crescita americana del terzo trimestre 2007 si
è avvicinata al 5%. Gli economisti, però, sono sempre
più numerosi a predire il peggio, cioè l’entrata in
recessione, al principio del 2008 della principale economia mondiale.


Pierre Antoine Delhommais

Letto 1717 volte Ultima modifica il Mercoledì, 25 Novembre 2009 09:25

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