I Dossier

Senza pace non c'è futurodi Gerolamo Fazzini Il rispetto della persona, immagine di Dio, è alla base della vera pace. Altrimenti, i diritti umani vengono svuotati del loro senso autentico. «Rispettando la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autentico umanesimo integrale. È così che si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni». È uno dei passaggi-chiave del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2007. Un messaggio ampio e articolato, ma con una forte unitarietà interna e un nucleo centrale chiarissimo: «La persona umana cuore della pace»,…
Pace e Dialogo InterreligiosoUn appello per la pace, «nome di Dio»di Gabriele Mandel khân Riteniamo utile premettere al prezioso testo di Gabriele Mandel khân un appello formulato da credenti di ogni religione al termine dell’annuale incontro Uomini e religioni, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, nello spirito della preghiera di Assisi (1986). Centrale il passo che indica «la pace (come) il nome di Dio. Dio non vuole l’eliminazione dell’altro. Dio ha compassione per chi soffre sotto i colpi della violenza, del terrorismo, della guerra. Chi usa il nome di Dio per affermare un interesse di parte o legittimare la violenza, avvilisce…
Religioni e pace. Nello spirito di AssisiInduismodi Marilia Albanese DOMANDA: Come gli indù vedono gli altri e le loro religioni? Nell’antichità come barbari. Ma è la storia del mondo: facevano tutti così. Oggi vedono lo stato di ciascuno, religione compresa, come frutto del suo cammino spirituale. L’acqua è sempre acqua, anche se ha nomi diversi, e tutte le religioni sono mezzi per elevarsi. Sul tetto si sale con la pertica, la scala o arrampicandosi... è il fine che conta. Concettualmente, l’indù ha grande rispetto e accettazione di quel che gli altri sono. Sottolineo concettualmente, perché in pratica, soprattutto negli ultimi…
Gli studi degli ultimi decenni non soltanto mettono a disposizione un ricco patrimonio culturale ignorato per secoli, ma pongono anche in risalto il fatto che l’Africa deve essere ripensata come variegato luogo filosofico.
Nello spirito di Assisidi Giovanni Guzzi Il legame fra pace e religioni è uno dei temi di maggiore attualità: troppo spesso strumentalizzato e fatto oggetto di polemiche feroci e pretestuose. Fra le diverse iniziative attivate su di esso, di cui siamo venuti a conoscenza, abbiamo trovato particolarmente interessante, per taglio e pacatezza di ragionamenti, quella organizzata dal Comune di Cusano Milanino, una cittadina alle porte di Milano. La presentiamo in questo dossier. Per diverse ragioni il 2006 è stato un anno significativo per le religioni e la pace. In primo luogo perché lo scorso 27 ottobre ricorreva il ventesimo anniversario…
I compiti del vento sono pochiEmily DickinsonI compiti del vento sono pochi,sospingere navi, in mare,insediare marzo, scortare maree,e accompagnare la libertà. I piaceri del vento sono ampi,risiedere nell’estensione,restare, o vagare,meditare o intrattenere i boschi. I compagni del vento sono le vette –Azof – l’equinozio –anche con uccello e asteroidesi saluta passando. I limiti del vento –se esiste, o muoia,sembra troppo saggio per assopirsi, –di questi non so nulla.
Domenica, 14 Gennaio 2007 20:09

Il principio speranza (Remo Bodei)

Il principio speranza di Remo Bodei 1 Il punto di partenza di Bloch è che tutti abitiamo questo continente della speranza, che è assai affollato, però è così inesplorato, dice lui, come l'Antartide, per questo "Il principio speranza" di Bloch è una grande mappa di tutti i territori della speranza; e la speranza Bloch la concepisce contro Heidegger, contro il principio della angoscia, se vogliamo chiamarlo così, in quanto, secondo Bloch, non bisogna prendere il mondo così com'è; la speranza ci mostra il mondo in movimento, in evoluzione. Quindi l'idea di Bloch è che la speranza non è semplicemente un…
Domenica, 14 Gennaio 2007 19:42

Pace e guerra XXI Secolo (Carlo Maria Martini)

Pace e guerra XXI Secolodi Carlo Maria Martini INTRODUZIONE Sono lieto di partecipare a questo momento di studio e di riflessione promosso dal Forum di Relazioni internazionali, allo scopo di individuare i contenuti che i concetti di pace e di guerra vanno assumendo oggi, all'alba del XXI secolo. Saluto e ringrazio tutte le autorità politiche, militari ed ecclesiali qui presenti, come pure i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali, del mondo accademico e delle organizzazioni umanitarie, i relatori e tutti i partecipanti a questo incontro. La riflessione da voi promossa nasce dalla consapevolezza che le gravi instabilità e ingiustizie del nostro tempo…
Il diverso può configurarsi come il nemico quando si accosta – o lo si accosta – e non c’è da meravigliarsi se l’interagire di forme di vita tra loro distanti desti reciproci sospetti.
Religioni: violenza o dialogo? di Michael Amaladoss * undefined undefined Il dialogo fra le religioni, da parte dei cristiani, normalmente si situa in un contesto missionario. Alcuni vedono il dialogo come una tappa nella direzione della proclamazione di Cristo e della Chiesa come unico mezzo di salvezza. Il Cristianesimo è inteso come la compiutezza delle altre religioni. Si dialoga con gli altri credenti perché la proclamazione non è possibile nelle situazioni in cui il popolo e i governanti si oppongono ad essa. Altri, tuttavia, vedono il dialogo come una dimensione integrale della missione. Si dialoga con gli altri perché si…
Memoria, azione nel presentedi Geneviève Makaping «L’antisemitismo non è un'opinione. È una perversione. Una perversione che uccide. Non dobbiamo dimenticare quello che non si è potuto fermare». Parole del presidente francese Jacques Chirac. Nel giorno della memoria, mi suscita angoscia profonda vedere documentari storicamente ben costruiti, libri che ci ricordano quello che fu e che non si poté fermare. Ma perché non si poté fermare? Cercare risposte sarebbe infruttuoso e porrebbe alimentare ritorsione, odio. Più utile chiederci che cosa possiamo fare ora. Il ricordo, per ambire a dignità, dev'essere attivo, dinamico e vivo Perché tutto non si riduca a ovvie…
“Se vuoi la pace, prepara la pace”di Jean Mouttapa * Un barlume di speranza sembra cominciare a spuntare all'orizzonte del Vicino oriente. Non si osa credervi, tanto gli ultimi due decenni si sono dimostrati disperati… Disperati specialmente a causa dello scarto delirante, mortifero, fra le dichiarazione e gli atti, fra le parole e i fatti. La parola “pace” che era sulla bocca di tutti o quasi è stata macchiata del sangue degli innocenti più che in qualunque altro conflitto. Gli anni che sono succeduti alla stretta di mano di Oslo hanno consacrato questa perversione del linguaggio: dalle due parti si…

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