Religioso Marista
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Il re del Marocco Muhammad VI, nel mese di ottobre 2003, in occasione dell'apertura dell'anno legislativo, ha reso pubblico il nuovo testo del codice di famiglia. L'intervento del re ha sbloccato i lavori della commissione preposta che erano giunti ad una empasse. La notizia ha avuto vasti echi sia sui giornali di lingua araba, sia su quelli europei, ma è stata ignorata dalla stampa italiana.
In arabo la magia è chiamata sihr, da sarf, capovolgere la natura o la forma di un oggetto.
Muhammad morì improvvisamente nel 632, senza dare nessuna indicazione sulla sua successione. La lotta politica che ne seguì fu molto cruenta, tre dei primi quattro califfi vennero assasinati, scoppiarono guerre civili e la comunità musulmana si ritrovò divisa per sempre. Gli sciiti non riconoscono come legittimi i primi tre califfi ma solo Ali, cugino e genero di Muhammad, e la sua discendenza.
Alla voce gihâd il mio dizionario di arabo indica come primo significato “sforzo difficile”, poi “combattimento, lotta” e per ultimo è seguito da “sulla via della religione” come guerra santa.
L’undici febbraio 2003 i musulmani celebrano la festa più importante del loro calendario: la "festa del sacrificio", o la "grande festa", come viene comunemente chiamata. È l’occasione per conoscere meglio questo momento della vita dei musulmani e capire cosa sta facendo quella folla oceanica attorno alla Ka‘ba.
Il 6 novembre 2002 (1) inizia il mese di ramadan durante il quale i musulmani osservano il digiuno rituale (sawm) uno dei cinque “Pilastri” della fede musulmana.
I personaggi che Benzine presenta appartengono a vari Paesi e contesti culturali. Li accomuna, la convinzione che il Corano (così come gli hadith) deve essere letto e interpretato con gli strumenti della ragione critica, come il giudaismo e il cristianesimo sono stati e sono tuttora interpretati.
Cosa c’è di più naturale dell’invitare una donna a commentare un brano della "sura delle Donne"? Eppure, nel mondo islamico un atteggiamento apparentemente scontato spesso acquisisce il rilievo di un gesto eclatante e innovativo.
A Borama, in Somaliland, i leader religiosi musulmani condannano fanatismo e intolleranza. "Il fondamentalismo non appartiene alla tradizione somala", dicono quasi unanimemente. E si dichiarano aperti ad accogliere chiunque venga a portare aiuti, cristiani compresi. L'integralismo religioso è dettato da opportunismo e interesse. Anche se non mancano casi di intransigenza e ostilità.