Formazione Religiosa

Fausto Ferrari

Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Mercoledì, 25 Agosto 2004 23:11

Esame di coscienza in tre punti

di Raimon Panikkar

La domanda a cui non riesco a sottrarmi è: ma se le religioni sono così buone, perché mai il mondo va come va? Sono cosciente che il problema è delicato e che non possiamo attribuire tutta la responsabilità alla religione. Credo tuttavia che attribuire tutto alla malvagità umana e accontentarsi di messianismi escatologici non sia sufficiente. Questo mi porta a fare un breve esame di coscienza, in tre punti: la prassi; la teoria; e infine l'appello dello Spirito (la conversione).

Mercoledì, 25 Agosto 2004 23:08

Ostinatamente pace

di Tonio Dell'Oglio

La globalizzazione è un processo nel senso che non siamo di fronte a un fenomeno statico, apparso per germinazione naturale, frutto del caso... ma a un meccanismo (economico, politico e culturale) che investe pervasivamente tutti gli aspetti della vita umana (personale e collettiva), al punto da trasformarli e unificarli in un unico modello.

Mercoledì, 25 Agosto 2004 23:06

La pace, una scommessa per l'uomo d'oggi

di Mons. Tonino Bello

Sul terreno della pace non ci sarà mai un fischio finale che chiuda la partita: bisognerà sempre giocare ulteriori tempi supplementari.

Un saggio orientale diceva che, se lui avesse avuto per un attimo l'onnipotenza di Dio, l'unico miracolo che avrebbe fatto sarebbe stato quello di ridare alle parole il senso originario.

Sì, perché oggi le parole sono diventate così "multiuso", che non puoi più giurare a occhi bendati sull'idea che esse sottendono. Anzi, è tutt'altro che rara la sorpresa di vedere accomunate accezioni diametralmente opposte sotto il mantello di un medesimo vocabolo. Guaio, del resto, che è capitato soprattutto ai termini più nobili; alle parole di serie A; a quelle, cioè, che esprimono i sentimenti più radicati nel cuore umano come pace, amore, libertà.

 di mons. Lorenzo Chiarinelli

Voi sapete che il punto di riferimento di un vescovo non può che essere la Parola del Signore. Vorrei allora ricordare un versetto del salmo 85: "Ascolterò che cosa dice Dio il Signore. Egli annuncia la pace per il suo popolo". Una traduzione dall’ebraico più fedele direbbe così: "Ascolterò che cosa dice il Signore. Yahweh di certo parla di pace". È una espressione bellissima. "Mettersi in ascolto'': tutta la rivelazione della parola di Dio si riassume fondamentalmente nell’ascoltare una parola che è quella della pace.

Mercoledì, 25 Agosto 2004 22:59

Il mondo, luogo della non-pace?

di Ermis Segatti

In questi tempi di apparente crisi dei movimenti palesi e delle ampie mobilitazioni per la pace, un interrogativo mi ritorna spesso alla mente. Me lo pongo mentre sto riflettendo su discorsi ricorrenti che, forse provocatoriamente, definiscono «muta» (speechless) la particolare condizione in cui la pace sembrerebbe oggi versare. L'interrogativo nasce dalle parole di Gesù: «Vi lascio la pace, vi dò la mia pace non la pace che dà il mondo». Che senso hanno queste parole? Il mondo è irrimediabilmente il luogo della non-pace?

Mercoledì, 25 Agosto 2004 22:55

Disarmare gli spiriti

di Angelo Cavagna

Nella giornata della pace del 1° gennaio 2000, inizio del terzo millennio, il papa intitolava il suo messaggio di circostanza: Pace in terra agli uomini che Dio ama. È interessante citare di tale documento soprattutto questo giudizio storico: «Di fronte allo scenario di guerra del secolo XX, l'onore dell'umanità è stato salvato da coloro che hanno parlato e lavorato in nome della pace... Esempi luminosi e profetici ci hanno offerto coloro che hanno improntato le loro scelte di vita al valore della non-violenza... giungendo fino al martirio... Essi hanno scritto pagine splendide e ricche di insegnamenti».

Mercoledì, 25 Agosto 2004 22:52

Nove sutra sulla pace

di Raimon Panikkar

(I sutra sono fili di un'unica collana. Insieme formano il gioiello chiamato Pace)

1. La pace è partecipazione all'armonia del ritmo dell'Essere. La pace non altera il ritmo della realtà. Non è statica, né dinamica. Non è nemmeno un movimento dialettico. E non significa assenza di forze o di polarità. L'Essere è ritmico, è ritmo, integrazione a-dualista del movimento e del riposo. La cultura tecnocratica occidentale, coltivando l'accelerazione, ha sconvolto i ritmi naturali: è senza pace.

Mercoledì, 25 Agosto 2004 22:49

Tu non uccidere

di Primo Mazzolari

(Alcuni passaggi del testo omonimo di don Primo Mazzolari, scritto nel 1955 - a cui rimandiamo).

La nonviolenza non va confusa con la non-resistenza. Nonviolenza è come dire: “no” alla violenza. E’ un rifiuto attivo del male, non un’accettazione passiva. La pigrizia, l’indifferenza, la neutralità non trovano posto nella nonviolenza, dato che alla violenza non dicono né si né no. La nonviolenza si manifesta nell’impegnarsi a fondo.

Mercoledì, 25 Agosto 2004 22:46

Non violenza: non è utopia

di Angelo Cavagna

Per un cristiano le ragioni dell'impegno nonviolento partono dalla bibbia. Sennonché i biblisti presentano enormi differenze d'interpretazione del testo biblico circa l'argomento "guerra-pace". Queste si ripercuotono sul magistero ecclesiale e sul pensiero cristiano in genere.

Occorre chiarire i principi, per superare (possibilmente) dubbi e divisioni che creano scandalo fra cristiani e anche fra cattolici. Inoltre, è giocoforza confrontare l'interpretazione che riteniamo evangelica con le punte estreme dei pronunciamenti e comportamenti cristiani lungo la storia, soprattutto oggi.

Martedì, 24 Agosto 2004 21:45

La pace come meta e come metodo

di Leonardo Boff

Qualsiasi guerra è perversa perché viola il comandamento dell'etica naturale "non uccidere". Ma esistono dei problemi: che fare se un Paese viene aggredito da un altro? Ha il diritto di difendersi con la forza? Come devono comportarsi i governanti dei popoli che assistono alla pulizia etnica a danno di minoranze da parte di dittatori sanguinari che tutt'ora violano sistematicamente i diritti umani, eliminando i propri oppositori? E' giusto attenersi al principio del non intervento in questioni interne di Stati sovrani e assistere, passivi, a crimini contro l'umanità? Come reagire al fenomeno diffuso del terrorismo che può utilizzare armi di sterminio di massa e uccidere migliaia di innocenti? E' legittima contro questo una guerra preventiva?

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