IL SACRAMENTO RISCOPERTO NEL WEEK END
Molte sono le iniziative e le attività proposte dalle associazioni di spiritualità familiare in Italia: i Centri di preparazione al matrimonio per la formazione dei fidanzati; i Gruppi di spiritualità familiare e i gruppi famiglia dell’Azione Cattolica, per il cammino spirituale della propria fede; l’Associazione comunità e famiglia, per creare la solidarietà tra famiglie.
Nate tra gli anni 50 e 60, queste associazioni hanno avuto una crescita esponenziale, e possono essere considerate come il tentativo di trasferire nella base ecclesiali le intuizioni e gli stili di vita di piccoli gruppi ristretti. Ognuna di queste ha delle caratteristiche specifiche, nella propria organizzazione, nelle attività, ma si possono trovare dei tratti che accomunano queste associazioni. Innanzitutto, si trova il chiaro riferimento al Concilio Vaticano II, che ha messo in primo piano il tema del matrimonio e della famiglia, fino a quel momento assente dalla ricerca teologica e dalla cura pastorale.
Poi deve essere evidenziata la riscoperta del senso del matrimonio come sacramento, per la santificazione personale dei coniugi, e per il suo valore ministeriale, teso all’edificazione della Chiesa. Di conseguenza, la famiglia torna ad essere considerata come la struttura portante dell’evangelizzazione, di cui il Papa indica l’urgenza nell’attuale società occidentale.
Altro tratto comune è la riscoperta della Bibbia, del suo insegnamento sul matrimonio, e della riattualizzazione del Cantico dei cantici, con una visione positiva della corporeità e della sessualità, anche se questi temi devono ancora interagire in modo positivo e armonico con la pastorale parrocchiale di base. Questa ultima, infatti, è stata finora piuttosto chiusa e incapace di far percepire ai fedeli la ricchezza della spiritualità familiare, identificando il matrimonio prevalentemente come via alla santità.
In conclusione, deve passare con maggiore forza il messaggio, perciò la realtà delle associazioni laiche non deve costituire un’alternativa alla parrocchia ma una risorsa della pastorale ordinaria, superando così chiusure, differenze e particolarismi. Solo in questo modo la Chiesa italiana potrà accogliere in modo efficace l’invito di Giovanni Paolo II a considerare la famiglia come “via della Chiesa”nel terzo millennio.
Di Pietro Boffi
Tratto da “vita pastorale – maggio 2002”
Riduzione e adattamento a cura di Simona Internullo