Famiglia, modello di Chiesa
· Il rapporto tra l’uomo e la donna uniti in matrimonio è immagine del rapporto che unisce Cristo con la sua Chiesa · Si tratta di un rapporto d’amore in cui la Chiesa, sposa di Cristo, ne diventa il «corpo» · Grazie allo Spirito di Cristo, operante nel sacramento del matrimonio, la famiglia è immagine della Chiesa · Incarnata nel quotidiano, nella realtà, proprie della vita familiare.
Il matrimonio cristiano, come Sacramento, nato dal Mistero della Redenzione, e rinato nell'amore sponsale di Cristo con la Chiesa, è una delle espressioni più significative della potenza salvifica di Dio.
Il rapporto tra l'uomo e la donna uniti nel matrimonio costituisce, quindi, immagine modellata del rapporto tra Cristo e la sua Chiesa nell'efficace analogia di San Paolo nella Lettera agli Efesini in cui Gesù è il capo di un Corpo mistico rappresentato dalla Chiesa che vive in Lui: «…Tutto, infatti, ha sottomesso ai Suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa la quale è il Suo corpo, la pienezza di colui che si realizza in tutte le cose…» (Ef 1,22-23).
La Chiesa, come tale, nella sua essenza è formata da Cristo in unione con i Suoi come il corpo è unito al capo, in analogia diretta con l'unione corporea dell'organismo umano.
Un amore che santifica
L'amore di Cristo nei confronti della propria Chiesa, nell'ambito dell'anzidetta analogia paolina del capo con il corpo, ha come obiettivo fondamentale la santificazione della Chiesa stessa.
Alla base ditale santificazione si trova il battesimo: primo ed essenziale frutto della donazione di sé che Gesù ha raccolto per la propria Chiesa e che realizza la purificazione fondamentale attraverso la quale l'Amore di Gesù stesso verso la Chiesa medesima assume, a tutti gli effetti, carattere propriamente sponsale.
Pertanto, chi riceve il battesimo in virtù dell'Amore, diviene, al tempo stesso, sposo della Chiesa. L'amore naturale di Gesù nei confronti della propria Chiesa, quale di Lui corpo, costituisce immagine, quindi modello plasmato, appunto dell'amore che gli sposi si donano e si rivolgono reciprocamente nel nome di Cristo a propria volta «sposo» della Chiesa: «...E voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per Lei, per renderla santa...» (Ef 5,25-26).
In questa dimensione la Chiesa acquista il ruolo di «grande Sacramento» e diventa, quindi, il nuovo simbolo dell'Alleanza e della Grazia che viene a posarsi sul rapporto coniugale, santificandolo.
Il sacramento del matrimonio, con il quale i coniugi cristiani significano e partecipano al mistero di unità e di amore fecondo che intercorre tra Cristo e la Chiesa, diventa quindi vera presenza sacramentale del mistero Cristo-Chiesa nella famiglia cristiana.
In tal senso, come scrivono i vescovi italiani in «Comunione e comunità nella chiesa domestica (n. 5)», la famiglia cristiana si pone nell'ambito della società e della storia come un segno efficace della Chiesa e quindi come una «rivelazione» che la manifesta e la annuncia diventandone vera e propria «attualizzazione» che ne rappresenta e ne incarna, a suo modo, il mistero di salvezza.
Una dinamica di comunione
Questa specifica missione della famiglia, che diventa di fatto la vera realizzazione del proprio naturale ruolo, risulta possibile nel momento in cui tra Chiesa e famiglia, riesce a crearsi quella relazione vicendevole intercorrente tra il «modellante» ed il «modellato» che divengono l'uno riflesso dell'altro e viceversa.
Come e dove può la famiglia cristiana essere segno nella storia quotidiana degli uomini?
Nella risposta a questo interrogativo sta la chiave per l'individuazione delle responsabilità della coppia e della famiglia cristiana, appunto, in un mondo come quello odierno caratterizzato da un emergere sfrenato delle soggettività tale da rendere spesso incomunicabili ed incompatibili tra loro le esperienze ed i linguaggi.
Di fatto, essere segno per la coppia e per la famiglia cristiana non implica, soprattutto, un «fare» ma un «essere».
Il primo e fondamentale compito della coppia e della famiglia cristiana è, pertanto, secondo una nota espressione di Giovanni Paolo II, di «diventare ciò che ei si è» e di proporsi per questa via come «il luogo primario della umanizzazione della società» (Christi Fideles Laici, n. 40; ma cf anche Familiaris Consortio, nn. 42ss).
Solo nell’insistenza in questa irrinunciabile priorità la famiglia cristiana è in grado di vivere come modello e riflesso della Chiesa divenendo, in questo modo, la testimonianza più bella e più vera della Chiesa stessa.
Scoprire giorno per giorno la propria nativa vocazione ad «essere per gli altri» significa per la famiglia cristiana articolare la propria esistenza nei due fondamentali momenti in cui si realizza tale imperativo, imparare quotidianamente a diventare sempre più compiutamente se stessi anche come coppia e imparare a giocare con la propria esistenza personale e coniugale per gli altri.
La strada da percorrere è, quindi, quella del costruirsi come segno mediante un rapporto di coppia da sviluppare in tutte le sue modalità espressive, in tutta la sua ricchezza, in tutte le sua potenzialità.
È questo un impegno al quale le coppie e le famiglie cristiane possono compiutamente adempiere con l'ausilio attento, disponibile ed instancabile di quella stessa Chiesa di cui esse sono immagine per vocazione originale.
Trattasi di un impegno che può esprimersi secondo varie direzioni e, comunque, vari livelli.
Il compito in un certo senso tradizionale della famiglia consiste, per la famiglia stessa, nell'essere «comunità di vita e di amore» (G.S. n. 48).
Fare della famiglia una comunità è diventato sempre più difficile in una società che ha spazzato via ogni antico vincolo comunitario assumendo l’individuo come proprio unico punto di riferimento.
La famiglia riproduce e riflette la struttura della Chiesa, e viceversa…
In questo percorso la Chiesa può e deve inserirsi facendo in modo che le coppie e le famiglie cristiane non perdano mai di vista il primo e fondamentale segno della propria esistenza in Cristo; l'amore.
Amarsi, continuare puramente e semplicemente ad amarsi, nella buona e nella cattiva sorte, quando si è realizzati e quando ci si sente irrealizzati: è questo il primo segno di testimonianza della coppia e della famiglia cristiana.
Ad un siffatto amore è connaturata l'esperienza forte della fedeltà da intendersi non semplicemente come rifiuto dell'adulterio o di quant'altro ad esso simile, ma anche e soprattutto come incontro vitale con il Dio fedele della Bibbia. Qui la fedeltà dell'uomo diventa paradigma esemplare della fedeltà di Dio.
In un mondo in cui la fedeltà in genere e la stessa fedeltà coniugale sembrano essere travolte dalla teorizzazione della mutevolezza strutturale dei sentimenti e dei radicamenti, l'attitudine tipica della coppia cristiana a vivere nella fedeltà immette nella storia una chiara e ferma testimonianza della presenza di Dio.
Di fronte a migliaia di famiglie che si frantumano alla luce dell'odierno individualismo ed egoismo e, molto spesso, a causa dell'incapacità ad amarsi, che poi diventa il motivo di fondo di quasi tutti i fallimenti matrimoniali, moda della società di oggi, la Chiesa non può permettersi di demordere rispetto all'infondere alle coppie ed alle famiglie cristiane in modo incessante, ma sereno al tempo stesso, il senso profondo dell'Amore, come un continuo rinnovarsi del Sacramento.
Non ci sono missioni, funzioni, celebrazioni, assemblee, associazioni, volontariati che tengano rispetto a tale compito della Chiesa che è il più naturale, il più antico e quello che le è veramente proprio: educare all'Amore.
Nella società del consumismo nulla è più inutile dell'amore: esso non trova posto nella bilancia commerciale e non produce reddito.
Testimoniare questa apparente inutilità, mostrarne e rivelarne tutta la fecondità, tutta la forza, tutta la capacità critica, è il servizio eminente che può rendere al proprio tempo quel segreto microcosmo che è la coppia cristiana e con essa la Chiesa di cui la stessa è parte imprescindibile.
Maria Paola e Marco Iurilli
Genova
Da “Famiglia domani” 1/2001