UN SALTO NEL VUOTO. LEGISLATIVO
La (difficile) tutela delle leggi. Negli Usa ancora bloccato il provvedimento che garantisce finanziamenti pubblici solo a scuole e biblioteche che installano software-filtro E in Italia? In arrivo nelle famiglie un vademecum "per l'uso intelligente dei nuovi media".
Di Stefania Garassini
co-fondatrice di Digital Kids
Contenuti illegali, dannosi, inadatti al pubblico dei più piccoli. Negli Stati Uniti, dove Internet è nata.e cresciuta,
termini del genere ricorrono ormai di frequente nel dibattito sugli utilizzi e sulle potenzialità della Rete. Proprio da Oltreoceano arrivano le prime leggi che tentano di regolamentare la difficile materia, tra accuse di censura e ricorsi alla Corte Suprema per sospetto di incostituzionalità. Quando si parla di limitare l'accesso a contenuti on line entra in gioco infatti la difesa del Primo Emendamento della Costituzione americana, che tutela la libertà di espressione. Già: libertà fino a che punto?
Al centro dell'attenzione da qualche mese c'è il Cipa (Children Internet Protection Act), un provvedimento presentato al Congresso Usa nel 2000 che impone a biblioteche e scuole che vogliano ottenere finanziamenti federali l'installazione di software filtro per escludere siti inadatti dalla navigazione in Rete. La normativa è oggetto di attacchi continui da parte delle organizzazioni libertarie americane, che puntano il dito contro l'inadeguatezza di programmi informatici in grado di bloccare siti inadatti solo a patto di escluderne anche molti altri perfettamente leciti.
Emblematico a questo proposito è stato il caso del candidato repubblicano al Congresso Jeffrey Pollock, convinto sostenitore del Cipa, fino a quando non si è accorto che uno dei software filtro più utilizzati includeva anche il suo sito elettorale nella propria lista nera. Il Cipa, che sarebbe dovuto entrare in vigore nel luglio scorso, è ancora bloccato. Il Tribunale di Filadelfia di recente si è pronunciato contro la sua costituzionalità, accogliendo di fatto le critiche al funzionamento dei programmi filtro. È innegabile, d'altra parte, che tali software siano da perfezionare sotto molti aspetti.
LE POLEMICHE NEGLI USA CHI DECIDE COSA E’ INADATTO AI MINORI ?
Ancora più accese le polemiche intorno a un altro provvedimento, il Copa (Child 000ne Protection Act), proposto nel 1998, che ritiene vada punito chi rende accessibile in Rete ai minori materiale considerato per loro dannoso e inappropriato. Al centro del dibattito qui non c'è un problema meramente tecnologico come è quello relativo alle prestazioni dei filtri, ma una questione di carattere etico e sociale: ovvero con che criteri e da parte di chi sia lecito stabilire cosa è inadatto ai minori.
Dopo numerosi ricorsi, la Corte Suprema ha rimandato il caso ai Tribunali dei singoli Stati, stabilendo che non è incostituzionale l'appello, contenuto nel testo della normativa, a una serie di community standards, criteri condivisi, per determinare cosa sia nocivo per un pubblico di bambini e giovani. Si tratta, com'è evidente, di una materia estremamente delicata, ma allo stesso tempo ineludibile, se l'obbiettivo è fare di Internet il luogo di un' autentica "vita sociale", che si basi su valori comuni. L’insegnamento che possiamo trarre dall' esperienza americana è intanto proprio il coraggio di mettere all' ordine del giorno questioni decisive per lo sviluppo della Rete.
L'USO CONSAPEVOLE DI INTERNET: IL NEONATO COMITATO GOVERNATIVO
E in Italia? Se il dibattito normativo attualmente si concentra per lo più sulla legge antipedofilia e sulle proposte per renderla più efficace, stanno nascendo le prime iniziative che intendono promuovere un uso di Internet rispettoso del pubblico dei piccoli. Nel luglio scorso presso il ministero per l'Innovazione e le Tecnologie è stato creato il "Comitato per l'uso consapevole di Internet", con l'obbiettivo di incoraggiare tutte le attività che rendono gli utenti più abili nell'utilizzare la Rete e quindi in grado di valutare e scegliere i contenuti.
La strategia migliore, secondo il ministro Lucio Stanca, resta quella di preparare gli utilizzatori. Allo stesso modo, per citare un paragone dello stesso ministro, il miglior sistema per evitare rischi in piscina è insegnare ai propri figli a nuotare. Dal medesimo spirito è animata l'iniziativa promossa dalla commissione parlamentare per l'infanzia presieduta da Maria Burani Procaccini: un "Vademecum per l'uso intelligente di tv e nuovi media, appena messo a punto, che sarà distribuito a tutte le famiglie italiane con figli di età compresa fra i 6 e i 15 anni. Si tratta di una sorta di gioco "interattivo" che illustra opportunità e rischi dei vari strumenti di comunicazione. «Il primo passo - spiega la parlamentare, promotrice anche di un disegno di legge che dovrebbe integrare l'attuale normativa antipedofilia - è un' educazione all'uso del mezzo. I genitori dovrebbero sentire la responsabilità di non lasciare i propri figli soli davanti al computer, ma di imparare insieme a loro a padroneggiarlo».
PICCOLO VOCABOLARIO
SITO PER I BAMBINI. Un sito Web è un ipertesto, ossia un testo immagazzinato in un computer che consente allettare di seguire percorsi personali di lettura “navigando” tra le componenti delle pagine, senza una sequenza obbligatoria ma in base agli scopi e interessi del lettore. Un sito per bambini offre contenuti ed immagini adatte ai più piccoli.
PORTALE PER BAMBINI. Il portale è un insieme organizzato di siti, una specie di grande magazzino diviso in reparti nei quali trovare prodotti dello stesso tipo. Il portale è quindi una forma di testo composta da blocchi di scrittura e immagini unite tra di loro attraverso una rete di collegamenti. Nei portali dedicati ai bambini questi percorsi portano tutti a siti per i più piccoli.
MOTORI DI RICERCA. A disposizione del navigatore ci sono dei motori di ricerca, ossia degli strumenti che permettono la ricerca di documenti sul Web mediante parole chiave: inserendone una, vengono indicati centinaia di siti nei quali essa è contenuta. I motori di ricerca sono strumenti poco adatti ai bambini perché non discriminano i contenuti dei siti. Alcuni offrono dei "blocchi" per Ie pagine a contenuto pornografico o violento. Esistono alcuni motori di ricerca espressamente costruiti per i ragazzi.
FILTRI. Sono dei programmi sottware che discriminano tra siti per bambini e non individuando parole o immagini "pericolose". Si possono scaricare da Internet o acquistare e possono essere gratuiti o a pagamento.
INTERNET PROVIDER PER BAMBINI. Sono fornitori di collegamento a Internet filtrato. Accedendo cioè alla Rete attraverso questi "connettori" si naviga in un ambiente protetto. I più noti provider dispongono di soluzioni a pagamento dedicate ai bambini. Davide.it è invece l'unico Internet provider gratuito per le famiglie.
M.G.