L’Europa e le discriminazioni sugli stipendi
INGIUSTA DISCRIMINAZIONE SALARIALE
A cura della Commissione europea
Da "Famiglia oggi" 2/2003
1 - Prima parte
Ancora oggi nei Paesi della comunità europea sussistono incomprensibili differenze retributive tra uomini e donne. Questa problematica è al centro di studi e programmi finalizzati a dare alle lavoratrici ruoli e compensi degli delle loro effettive capacità.
Le differenze retributive che ancora permangono tra uomini e donne è una delle cause che concorrono a rendere difficoltosa la conciliazione tra lavoro e famiglia, soprattutto per le madri. Dalla Relazione annuale pubblicata dalla "Direzione occupazione & affari sociali" della commissione europea, diretta da Anna Diamantopoulou, riprendiamo il paragrafo dedicato totalmente all'impegno dell'Europa su questo tema (Pietro Boffi).
Quello della parità retributiva tra le donne e gli uomini per un lavoro di pari valore è un principio fondamentale del trattato C. In effetti la direttiva del 1975 sulla parità di retribuzione è stata la prima direttiva comunitaria adottata nel campo della parità di trattamento tra le donne e gli uomini. Tuttavia, nonostante l'esistenza di queste disposizioni legali, le donne guadagnano ancora circa il 14% in meno degli uomini (nel 1997 il differenziale era più pronunciato nel settore privato che in quello pubblico, con rispettivamente 19% e 10%).
Nel contesto della strategia quadro comunitaria in materia di parità tra donne e uomini e del programma di finanziamenti relativo a tale strategia, quella della parità retributiva era la tematica privilegiata per il 2001. La parità retributiva è stata scelta quale prima tematica perché si tratta della disuguaglianza più visibile sul posto di lavoro in Europa. Se opportuni interventi non affronteranno questa disuguaglianza, gli obiettivi del Consiglio europeo di Lisbona consistenti nell'aumentare il tasso dell'occupazione femminile portandolo ad almeno il 60% entro il 2010 e nel migliorare la qualità del lavoro non risulteranno raggiungibili.
Durante la presidenza svedese, nel gennaio 2001, i ministri responsabili della sicurezza sociale e della parità tra i sessi hanno discusso le questioni correlate dei differenziali retributivi di genere e della previdenza sociale quali strumenti per la crescita economica. L'elevato profilo conferito alla questione della parità retributiva i rispecchiava nelle conclusioni del Consiglio europeo di Stoccolma (marzo 2001) che invitavano il Consiglio e la Commissione a sviluppare indicatori. Ciò ha preparato il terreno alla presidenza belga, che ha sviluppato un insieme d'indicatori sui differenziali retributivi di genere. Il Consiglio "Occupazione e affari sociali" (3 dicembre 2001) ha adottato un insieme di nove indicatori e ha invitato la Commissione e gli Stati membri a migliorare le statistiche esistenti e la ricerca su tale tematica.
2 - Integrare le ricerche
Il Parlamento europeo ha adottato, nel settembre 2001, una relazione sulla parità retributiva in cui sosteneva anche la proposta della Commissione di fissare obiettivi nazionali. La relazione confermava che tutti gli attori devono adottare un approccio plurimo in questo ambito e a tutti i diversi livelli - la Commissione europea, gli Stati membri e le parti sociali - se si vogliono raggiungere risultati effettivi e durevoli.
Quella della parità retributiva è stata anche una tematica fondamentale per il Comitato economico e sociale. La relazione Florio sulla discriminazione salariale tra le donne e gli uomini (marzo 2001) sollecitava che si integrassero le ricerche e i dati esistenti e ha invitato gli Stati membri e le parti sociali ad accrescere i loro sforzi.
Un indicatore della disparità retributiva fra i sessi è stato aggiunto all'elenco degli indicatori strutturali definiti dalla Commissione europea nel 2001 per monitorare i progressi conseguiti verso gli obiettivi strategici di tipo economico e sociale concordati dal vertice di Lisbona. I progressi in direzione della parità retributiva in Europa saranno all'ordine del giorno dei prossimi Consigli europei di primavera che, di anno in anno, valuteranno tali progressi e gli eventuali fallimenti nell'applicazione degli "obiettivi di Lisbona".
La strategia europea per l'occupazione dà grande rilievo all'obiettivo della parità retributiva. In seguito alla valutazione dei piani d'azione nazionali del 2001 alcuni Stati membri hanno riconosciuto il sussistere di differenziali retributivi dì genere e hanno annunciato iniziative per ridurli. Tuttavia, tali iniziative tendono a essere piuttosto vaghe e si nota la mancanza di azioni concrete. Anche se le parti sociali sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale in questo ambito, il loro impegno è limitato.
A seguito ditale constatazione la Commissione ha proposto un orientamento rafforzato per l'occupazione relativo al differenziale retributivo di genere in linea con il parere del comitato consultivo sulle pari opportunità, comprendente obiettivi nazionali per la riduzione del differenziale.
3 - Un nuovo programma
Il programma è uno degli strumenti necessari per l'attuazione della strategia quadro della Comunità sulla parità tra uomo e donna. Esso coordina, sostiene finanzia attività orizzontali negli ambiti d'intervento della strategia comunitaria che non possono essere finanziate dagli altri strumenti di finanziamento dell'UE, come ad esempio i fondi strutturali e iniziative quali Equal.
La parità retributiva era anche la tematica prioritaria nella prima tornata di progetti transnazionali finanziati nell'ambito del programma per la parità tra i sessi 2001-2005. Il programma è stato avviato nell'ambito della presidenza belga in occasione di una conferenza sulla parità retributiva tenutasi a Bruxelles il 13 settembre 2001, conferenza co-finanziata dai programmi.
I progetti finanziati nell'ambito del programma d’azione comunitaria sulla parità delle Opportunità per le donne e gli uomini (2001-2005) presentano diversi aspetti innovativi rispetto ai programmi precedenti: annualmente una tematica prioritaria viene selezionata al fine di finanziare attività nel suo ambito.
Tale tematica viene inserita anche nelle azioni politiche della Commissione, in collaborazione con altre istituzioni; concentrando gli sforzi su una tematica prioritaria è possibile massimizzare l'impatto: le attività condotte in tutti gli Stati membri vengono espletate nello stesso periodo, con una serie coordinata di sottotematiche rispetto alla tematica prioritaria e con la partecipazione di tutti gli attori interessati; i progetti hanno grande scala, tra 250.000 e 500.000 euro ciascuno. Quest'ordine di grandezza è stato scelto per assicurare un finanziamento sufficiente delle attività e per far sì che ciascun progetto inizi con dimensioni tali da consentire una copertura e una gestione transnazionali, oltre ad assicurare la coerenza dei risultati.
L’obbiettivo di questi progetti condotti dagli Stati membri, dagli organismi nazionali per la parità, dalle Ong, dalle parti sociali, dalle autorità regionali e/o locali è di acquisire una migliore comprensione del fenomeno del differenziale retributivo di genere e di sviluppare e diffondere strategie atte a ovviarvi. Questa cooperazione di impostazione strategica accresce l'efficacia della promozione della parità retributiva e riduce i differenziali di reddito tra le donne e gli uomini.
Le attività transnazionali relative alla tematica prioritaria della parità retributiva erano imperniate su: scambio dei risultati delle analisi esistenti e ricerca e scambio di buone pratiche; riesame della classifica delle mansioni e dei sistemi di retribuzione per accertare se siano all'origine di disparità retributive tra i sessi; assicurare i diritti (legislazione e meccanismi atti ad assicurare una tutela migliore e più efficace); parità retributiva nel processo di contrattazione collettiva e ruolo delle parti sociali; il ruolo dell’istruzione, dell'informazione, della formazione e dei mass media.
Sui ventisette progetti selezionati nel 2001 la maggior parte riguardava le questioni della parità retributiva. Il finanziamento complessivo a essi destinato è di circa otto milioni di euro (maggiori informazioni su tali progetti sono reperibili sul sito web consacrato alle pari opportunità http://europea.eu.int/comm/employement_social/equ_opp/index_en.htm). Per coprire tutti gli aspetti della strategia quadro per la parità tra donne e uomini (2001-2005) cui il programma conferisce un sostegno finanziario, il Comitato del programma e la Commissione hanno inoltre definito le seguenti priorità: per il 2003-2004: "Le donne nel processo decisionale"; per il 2004-2005: "Stereotipi legati al genere".
2 - Integrare le ricerche
Il Parlamento europeo ha adottato, nel settembre 2001, una relazione sulla parità retributiva in cui sosteneva anche la proposta della Commissione di fissare obiettivi nazionali. La relazione confermava che tutti gli attori devono adottare un approccio plurimo in questo ambito e a tutti i diversi livelli - la Commissione europea, gli Stati membri e le parti sociali - se si vogliono raggiungere risultati effettivi e durevoli.
Quella della parità retributiva è stata anche una tematica fondamentale per il Comitato economico e sociale. La relazione Florio sulla discriminazione salariale tra le donne e gli uomini (marzo 2001) sollecitava che si integrassero le ricerche e i dati esistenti e ha invitato gli Stati membri e le parti sociali ad accrescere i loro sforzi.
Un indicatore della disparità retributiva fra i sessi è stato aggiunto all'elenco degli indicatori strutturali definiti dalla Commissione europea nel 2001 per monitorare i progressi conseguiti verso gli obiettivi strategici di tipo economico e sociale concordati dal vertice di Lisbona. I progressi in direzione della parità retributiva in Europa saranno all'ordine del giorno dei prossimi Consigli europei di primavera che, di anno in anno, valuteranno tali progressi e gli eventuali fallimenti nell'applicazione degli "obiettivi di Lisbona".
La strategia europea per l'occupazione dà grande rilievo all'obiettivo della parità retributiva. In seguito alla valutazione dei piani d'azione nazionali del 2001 alcuni Stati membri hanno riconosciuto il sussistere di differenziali retributivi dì genere e hanno annunciato iniziative per ridurli. Tuttavia, tali iniziative tendono a essere piuttosto vaghe e si nota la mancanza di azioni concrete. Anche se le parti sociali sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale in questo ambito, il loro impegno è limitato.
A seguito ditale constatazione la Commissione ha proposto un orientamento rafforzato per l'occupazione relativo al differenziale retributivo di genere in linea con il parere del comitato consultivo sulle pari opportunità, comprendente obiettivi nazionali per la riduzione del differenziale.
3 - Un nuovo programma
Il programma è uno degli strumenti necessari per l'attuazione della strategia quadro della Comunità sulla parità tra uomo e donna. Esso coordina, sostiene finanzia attività orizzontali negli ambiti d'intervento della strategia comunitaria che non possono essere finanziate dagli altri strumenti di finanziamento dell'UE, come ad esempio i fondi strutturali e iniziative quali Equal.
La parità retributiva era anche la tematica prioritaria nella prima tornata di progetti transnazionali finanziati nell'ambito del programma per la parità tra i sessi 2001-2005. Il programma è stato avviato nell'ambito della presidenza belga in occasione di una conferenza sulla parità retributiva tenutasi a Bruxelles il 13 settembre 2001, conferenza co-finanziata dai programmi.
I progetti finanziati nell'ambito del programma d’azione comunitaria sulla parità delle Opportunità per le donne e gli uomini (2001-2005) presentano diversi aspetti innovativi rispetto ai programmi precedenti: annualmente una tematica prioritaria viene selezionata al fine di finanziare attività nel suo ambito.
Tale tematica viene inserita anche nelle azioni politiche della Commissione, in collaborazione con altre istituzioni; concentrando gli sforzi su una tematica prioritaria è possibile massimizzare l'impatto: le attività condotte in tutti gli Stati membri vengono espletate nello stesso periodo, con una serie coordinata di sottotematiche rispetto alla tematica prioritaria e con la partecipazione di tutti gli attori interessati; i progetti hanno grande scala, tra 250.000 e 500.000 euro ciascuno. Quest'ordine di grandezza è stato scelto per assicurare un finanziamento sufficiente delle attività e per far sì che ciascun progetto inizi con dimensioni tali da consentire una copertura e una gestione transnazionali, oltre ad assicurare la coerenza dei risultati.
L’obbiettivo di questi progetti condotti dagli Stati membri, dagli organismi nazionali per la parità, dalle Ong, dalle parti sociali, dalle autorità regionali e/o locali è di acquisire una migliore comprensione del fenomeno del differenziale retributivo di genere e di sviluppare e diffondere strategie atte a ovviarvi. Questa cooperazione di impostazione strategica accresce l'efficacia della promozione della parità retributiva e riduce i differenziali di reddito tra le donne e gli uomini.
Le attività transnazionali relative alla tematica prioritaria della parità retributiva erano imperniate su: scambio dei risultati delle analisi esistenti e ricerca e scambio di buone pratiche; riesame della classifica delle mansioni e dei sistemi di retribuzione per accertare se siano all'origine di disparità retributive tra i sessi; assicurare i diritti (legislazione e meccanismi atti ad assicurare una tutela migliore e più efficace); parità retributiva nel processo di contrattazione collettiva e ruolo delle parti sociali; il ruolo dell’istruzione, dell'informazione, della formazione e dei mass media.
Sui ventisette progetti selezionati nel 2001 la maggior parte riguardava le questioni della parità retributiva. Il finanziamento complessivo a essi destinato è di circa otto milioni di euro (maggiori informazioni su tali progetti sono reperibili sul sito web consacrato alle pari opportunità http://europea.eu.int/comm/employement_social/equ_opp/index_en.htm). Per coprire tutti gli aspetti della strategia quadro per la parità tra donne e uomini (2001-2005) cui il programma conferisce un sostegno finanziario, il Comitato del programma e la Commissione hanno inoltre definito le seguenti priorità: per il 2003-2004: "Le donne nel processo decisionale"; per il 2004-2005: "Stereotipi legati al genere".