Coppie omosessuali
Nel tempo sono cambiati i modelli di analisi e i linguaggi, è mutato il modo in cui si guarda la famiglia strutturalmente diversa da quella nucleare. Sfidando ciò che per lungo tempo è stato dato per acquisito, attraverso lo studio delle relazioni e dei processi evolutivi della famiglia "normale", è stato possibile riconoscere la specificità che caratterizza i diversi modi attraverso cui le persone organizzano i propri rapporti. In particolar modo per le forme di famiglia con genitori divorziati, per quelle ricomposte e per le coppie omosessuali (che in alcuni contesti diventano vere e proprie famiglie per la presenza di figli) l'enfasi è stata posta esclusivamente sulle debolezze, sono state infatti considerate deficitarie se non devianti rispetto alla famiglia tradizionale. Oggi queste nuove forme di famiglia assumono un significato più articolato e complesso ed escono definitivamente dall'area del pregiudizio, dove per diverso tempo sono state collocate. In particolar modo è la coppia omosessuale a porsi attualmente come una sfida al tradizionale modo di concepire la relazione intima duale, le persone omosessuali costituiscono una categoria ampia e sfaccettata, l'esperienza umana in genere, e non solo quella di un gay è sempre caratterizzata da un'evoluzione particolare, unica, da percorsi di incontro e scontro con l'ambiente irripetibili. Oggi l'omosessualità non è più socialmente percepita solo come una pratica sessuale alternativa, bensì come una condizione esistenziale con contenuti di affettività, progettualità e di relazione.
Sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo orientamento sessuale e ciò ha senz'altro favorito il cambiamento del clima culturale nei riguardi dell' omosessualità. Infatti, nel 1974 l'APA (American Psychological Association) ha cancellato dal DSM l'omosessualità egosintonica come patologia. Le forti pressioni sociali del passato e i radicati stereotipi sessuali hanno spesso costretto molti omosessuali a vivere nell'anonimato; queste dinamiche negative sono state predominanti nella maggior parte degli ambienti e più sfumate in alcuni ambiti come la moda o il cinema (Oliverio Ferraris, 1996). Superata la condanna all'invisibilità sociale, oggi gay e lesbiche si riuniscono in associazioni, tentano di sensibilizzare l'opinione pubblica, partecipano a trasmissioni televisive per creare informazione, "fare notizia" e non solo subirla, esercitano forti pressioni, a volte anche in modo trasgressivo, ad esempio sfilando e manifestando nelle grandi città..
Tuttavia permane da parte della maggioranza eterosessuale un atteggiamento discriminatorio, pregiudizievole e di rifiuto che a volte costringe la persona omosessuale a condurre la propria vita affettiva in contesti di marginalità sociale. Vale la pena ricordare le innumerevoli resistenze nei confronti dell'omosessualità innescatesi in seguito al devastante diffondersi del virus dell' AIDS, che inizialmente è stato considerato come una conseguenza del comportamento sessuale "deviante"; questo costituisce solo uno dei tanti esempi di rigidità del sistema sociale con cui l'omosessuale viene a confrontarsi, anche nella vita quotidiana, con le amicizie, con il contesto scolastico e di lavoro, e non in ultimo con la famiglia. Quest 'ultima è stata, infatti, resa vittima di discriminazioni, in parte derivanti da una lettura patologica dell' omosessualità: vi è stato un periodo di accuse per madri e padri, le prime viste come troppo simbiotiche, i secondi come troppo distanti. Relazioni familiari disfunzionali venivano indicate come cause della "malattia omosessuale" (La Sala, 1999).
Il rapporto tra la coppia eterosessuale e la famiglia di origine quale fonte di sostegno e di influenza e l'importanza dei legami intergenerazionali per una relazione priva di problemi, sono temi ampiamente trattati sia dai ricercatori che dagli psicologi della famiglia. Inadeguata e scarsa è invece la letteratura relativa a uomini e donne omosessuali e le relazioni di questi con le rispettive famiglie d'origine. Lo scarso riconoscimento e il pregiudizio sociale contribuiscono a consolidare in molti genitori convinzioni negative, a rinforzare visioni che vedono i propri figli "sbagliati", ragione per la quale maggiori approfondimenti e nuove ricerche sull' omosessualità porterebbero senz'altro ai genitori e ai figli omosessuali un cospicuo beneficio.
È considerato psicologicamente benefico per gli omosessuali rivelare il proprio orientamento sessuale e vivere alla luce del sole. I genitori, però, tendono a reagire con emozioni violente, delusione e vergogna quando vengono a sapere dell' omosessualità di un figlio o di una figlia. Questo "venir fuori", letteralmente definito "coming out", spesso provoca una dolorosa crisi familiare, che può portare all'allontanamento dei membri della famiglia (La Sala, 2001).
Alla pari di quanto può avvenire per le coppie interculturali e interrazziali, bersaglio anch'esse di ostilità da parte delle famiglie allargate, per la coppia omosessuale la "confessione" ai genitori è spesso l'esperienza più dura da affrontare; un figlio o una figlia che dichiarano la propria omosessualità scuotono violentemente il sistema familiare, sia a livello individuale che interpersonale. Madri e padri crescono i propri figli dando per scontata la loro eterosessualità, con un figlio omosessuale vedono sfumare i sogni e i progetti sul matrimonio dei figli e i progetti sulla continuità delle generazioni attraverso l'arrivo dei nipoti.
Nonostante la forte probabilità di disapprovazione, una percentuale altissima di gay e lesbiche decidono di dichiararsi ai genitori, in parte perché sperano di accrescere l'intimità e l'onestà del rapporto con essi e in parte perché il rivelarsi diviene un modo per dimostrare al proprio compagno/a l'impegno e la salvaguardia della loro unione. Nonostante le difficoltà per uscire allo scoperto, gli omosessuali scelgono la vita di coppia come modo per vivere a pieno la propria identità. Molte coppie hanno dato vita ad unioni stabili che durano per lunghi anni, sfatando il mito-stereotipo dell'omosessuale promiscuo, sempre in cerca di nuove avventure.
La Sala (2001) ha studiato l'influenza della disapprovazione intergenerazionale sul rapporto della coppia omosessuale, constatando come gli sforzi di rivelare la propria omosessualità sembrino essere correlati con il processo di differenziazione, di fondamentale importanza per stabilire rapporti differenziati ed emotivamente significativi. Così come avviene per le coppie eterosessuali, un allontanamento brusco di uno dei due partner dalla propria famiglia d'origine potrebbe avere ripercussioni negative sul rapporto di coppia, come il rimanere nell' ombra, il non rivelarsi, non permette di raggiungere una reale indipendenza. Anche la negazione della propria omosessualità può essere considerata espressione di uno stallo evolutivo nel processo di separazione-individuazione.
In realtà, attribuire esclusivamente alla società o ai genitori la responsabilità di una reazione negativa sarebbe un errore. I genitori debbono imparare a conoscere la vita omosessuale mentre nel contempo gli omosessuali hanno bisogno di accettazione e di conferme; diviene quindi essenziale che i membri della famiglia vengano aiutati a mantenere il reciproco legame per tutta la durata della crisi.
In ultima analisi, un tema recentissimo che non può essere trascurato è quello della paternità e della maternità della coppia omosessuale. Soltanto in America circa un terzo delle lesbiche sono madri, molti sono anche i gay che vivono con figli avuti da precedenti matrimoni. La paternità e la maternità sono dimensioni dell'identità che gli omosessuali sentono come importante e che chiedono di poter realizzare. Il dibattito sul tema è piuttosto acceso e le posizioni assunte finora sono diverse, resta comunque tanto ancora da scoprire e da dire su un fenomeno ancora in fase di emersione. Il poter scegliere il proprio compagno/a secondo un sentimento libero d'amore e lo sviluppo di un'identità di coppia caratterizzata da affettività, progettualità, aiuto e comprensione vicendevole sono ritenute oggi libertà fondamentali dell' individuo, la base per qualsiasi rapporto di coppia, andando oltre le scelte sessuali, la religione, il colore della pelle, l'origine etnica e nazionale.
Prof. Maurizio Andolfi