Famiglia Giovani Anziani

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Giovedì, 30 Dicembre 2004 20:23

Famiglie di fatto

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 Famiglie di fatto

Merita attenzione anche lo sviluppo delle famiglie di fatto, o convivenza "more uxorio", che indica certamente una crisi del matrimonio ma non necessariamente una crisi della vita di coppia. Le difficoltà di trovare un lavoro da parte dei giovani, l'elevato costo degli affitti e l'aumento della scolarizzazione, possono essere evocate come cause e concause contingenti della crisi del matrimonio. Ma difficilmente esse, forniscono una spiegazione completa ed esauriente del fenomeno. Le ragioni che permettono di capirlo non si riducono, dunque, a questi, soli fattori; certamente li integrano e li comprendono, ma è in un'interpretazione di ordine più generale legata ai mutamenti dei sistemi e degli stili di vita, ai rapporti e ai significati che legano gli individui alle istituzioni, ai mutamenti profondi della struttura della personalità, che possiamo trovare una spiegazione (Sgritta, 1988).

Anzitutto la crisi della, nuzialità deve essere messa in relazione, sotto diversi punti di vista, con il diffondersi delle convivenze o unioni libere o famiglie di fatto. Il calo del numero dei matrimoni può, infatti, in parte essere"spiegato con la decisione di una quota crescente di coppie che scelgono di non istituzionalizzare la loro unione. Il venir meno di un precedente vincolo coniugale, poi, può portare i nuovi partner ad avviare una convivenza in attesa dello scioglimento del precedente vincolo, oppure può indurre uomini e donne a convivere piuttosto che a risposarsi nel timore di un nuovo fallimento" (Roussel, 1989).

La minore presenza di figli è un'altra caratteristica che contraddistingue le coppie non sposate da quelle coniugate. Questa minore propensione alla fecondità è in parte dovuta al fatto che, spesso, l'attesa di un figlio induce la coppia alle nozze e anche ad orientamenti di valore caratterizzati da una forte enfasi sulla vita di coppia e sull'autorealizzazione individuale anziché sulla procreazione (Zanatta, 1997).

Quando si considera l'Italia in confronto al resto d'Europa, balza subito all' occhio 1'immagine di un paese in cui tuttora prevale un modello di famiglia fondata sul matrimonio e in cui i figli sono quasi esclusivamente generati al suo interno. Nel nostro Paese, infatti, il numero delle famiglie di fatto è bassissimo e in crescita molto lenta: esse sono passate dell' 1,3% nel 1983 all' l,7% nel 1994, anche se c'è ragione di ritenere che il numero reale delle convivenze "more uxorio" sia superiore alle cifre ufficiali.

La scarsa diffusione della convivenza è dovuta probabilmente al fatto che da noi l'accettazione sociale nei confronti di questo tipo di vita di coppia, già avvenuta tra i giovani, è però ben lontana dall'essere completa: questo è in buona parte dovuto al peso ancora rilevante che la Chiesa cattolica esercita sulla cultura e sul costume del nostro Paese, soprattutto tra le generazioni più anziane. Pressioni sociali e familiari possono, perciò, scoraggiare molti giovani dall' affrontare una forma di vita a due non accettata dall' ambiente che li circonda.

Un altro fattore che influisce sulla scarsa diffusione della convivenza è la tendenza dei giovani, tipica del nostro Paese, a rimanere nella casa dei genitori fino al matrimonio per ragioni culturali ma anche di natura economica e pratica.

Complessivamente dal quadro delineato si può comunque rilevare la tendenza, nella realtà italiana, a non mettere su famiglia dopo un' esperienza andata male, ma piuttosto a realizzare un legame con un partner, senza che ciò si tramuti in convivenza stabile. Questo ha, in genere, delle conseguenze in relazione ai figli, che finiscono in tal modo con 1'avere una prevalenza di figure femminili al loro fianco. Si delinea così, una famiglia in cui 1'elemento fisso è la madre e 1'elemento mobile è la figura maschile (Scabini, 1995).

Prof. Maurizio Andolfi

Letto 2137 volte Ultima modifica il Domenica, 20 Febbraio 2005 18:17

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