Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62

Sabato, 25 Settembre 2004 22:09

Uso dell'invocazione del nome

Vota questo articolo
(2 Voti)

sperienze Formative – Preghiera – Del nome di Gesù

I Momento

 

Entra ora in questa via. Prestale una pacata attenzione perciò non avere fretta e non leggere in modo affrettato

 Tieni presente che se questa esperienza sarà vissuta in modo autentico non ti accompagnerà nella camera buia dell’individualismo devozionale ma:

ti aprirà allo sguardo d’amore di Dio sul creato e sull’uomo

ti proietterà al servizio del progetto di Dio sull’uomo e sul mondo

Abbi cura di questa strada

II Momento

 

Puoi fare l’invocazione del Nome in più modi

Gradualmente troverai la formula più consona alla tua preghiera personale.

Tieni presente che il fulcro di essa dovrà, in ogni caso essere, la parola “Gesù”

 

Il nome Gesù sarà bene sia inserito in una invocazione più o meno sviluppata, del tipo

  • Gesù abbi pietà

  • Gesù abbi pietà di un peccatore

  • Signore Gesù Cristo, figlio del Dio vivente, abbi pietà di un peccatore

 

Quest’ultima è la frase più comune nell’oriente Cristiano

Ma puoi anche usare semplicemente la forma più breve e più semplice

 “ GESU’ ”

 

Il sacro nome, più e più volte ripetuto, è la preghiera

 

Puoi pregare pronunziando le parole o pensando silenziosamente l’invocazione, in un primo tempo pregala con voce moderatamente udibile, poi passa alla forma mentale, questa ti accompagnerà verso la contemplazione

 

III Momento

 

 

 

Puoi fare l’invocazione del Nome in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento, stabilisci però anche un tempo ed un luogo per una regolare invocazione del Nome.

Questa è una condizione necessaria per i principianti.

Per una regolare invocazione cerca un posto solitario e tranquillo

Per la posizione tieni presente che la migliore è quella che produce una maggiore quiete fisica e concentrazione interiore

Certamente può essere di aiuto una posizione che esprima umiltà, invocazione, adorazione

 

Prima di iniziare l’invocazione mettiti in pace con te stesso.

Domanda l’ispirazione e la guida allo Spirito Santo

 

Ad esempio:

  • Vieni Spirito Santo

  • Illumina il mio cuore

  • Donami un raggio della tua luce

  • Sei tu la luce del mio cuore

  • Donami un cuore docile

  • Donami la tua gioia

 

O simili

 

A questo punto comincia, con adorazione, rispetto ed amore

Dì il Nome, l’invocazione, piano, dolcemente, quietamente

Pensa soltanto a Gesù


Assolutamente non cercare sensazioni o emozioni

Raccogli quietamente i tuoi pensieri, le tue sensazioni, la tua volontà, ricomponi te stesso in Lui.

Evita le tensioni

 

Un’invocazione deve essere separata dall’altra da qualche secondo di pausa silenziosa

 

Protrai l’invocazione quanto puoi o desideri

Se ti senti stanco interrompi

Quanto ti senti disposto ricominciala

 

A suo tempo, non avere fretta, non volere stabilirlo tu, sentirai il nome di Gesù salire alle tue labbra spontaneamente, e rimanere, quasi costantemente, presente alla mente in modo silente e pacato

 

Stai attento, lo ripeto, al desiderio di “provare” qualcosa. Rifuggilo.

IV Momento

 

Se perciò trascorriamo del tempo nella invocazione del Nome e non “proviamo” qualcosa non facciamone un problema. Non pensiamo di avere sprecato del tempo perché questa preghiera apparentemente sterile è certamente gradita a Dio in quanto è priva di ogni ricerca egoistica di “sensazioni”.

Anche se ti sembrerà che questa preghiera ti lascia freddo, arido, ti prego di perseverare.

Questo esercizio, indubbiamente gratuito, guidato dall’amore, questa calma perseverante nel Nome non potrà non rafforzare la tua vita di credente.

Inoltre, la preghiera del Nome normalmente non lascia in uno stato di aridità ma gradualmente porta alla gioia serena ed alla luce.

Dice il Cantico dei Cantici: “Il tuo nome è come unguento sparso… trascinami correremo dietro a Te”

Un uomo umile sa di essere peccatore; riconosciuto ciò, non guarda la propria miseria, ma la misericordia di Dio. Così la frantumazione del cuore diventa umile gioia.

 
Il peccato non è negato ma è inghiottito nella misericordia e tra costrizione e rendimento di grazia c’è allora una compenetrazione profonda.

E l’uomo diviene: pace, gioia, benevolenza, mitezza.

Letto 3605 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2014 20:56

Search