Per essere più espliciti, l’invocazione del Nome può essere per te che leggi:
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un atto transitorio
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una preghiera che ti aiuta per un certo tempo e che poi lasci per altre forme
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un metodo che usi abitualmente non escludendo gli altri
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il metodo sul quale organizzi tutta la tua vita di preghiera.
La scelte di una forma o di un’altra dipende da tendenze personali, situazioni particolari, possibilità.
In ogni modo va tenuto presente che queste sono semplicemente delle prime nozioni per un primo contatto con il Nome.
- Non si giunge alla preghiera del Nome di Gesù né per curiosità né per un “capriccio spirituale”.
Dobbiamo attendere di essere chiamati o condotti da Dio.
Dobbiamo avvicinarci al Nome di Gesù sotto la guida dello Spirito Santo, solo così l’invocazione del Nome sarà un frutto dello Spirito.
- Non esistono segni infallibili che ci assicurino che siamo chiamati alla preghiera del Nome; ma alcuni indizi che dobbiamo esaminare possono incoraggiarci ad intraprenderla.
· Se ci sentiamo attratti verso l’invocazione del Nome
· Se essa produce in noi una crescita di amore e di pace
· Se l’uso di altre preghiere diviene difficoltoso
Possiamo ritenere che nella nostra vita si sta aprendo la via del Nome.
- Naturalmente il percorrere questa via non ci autorizza a disprezzare le altre forme di preghiera. E neanche affermare che essa sia la migliore forma di preghiera.
La migliore preghiera per ognuno è quella alla quale lo Spirito Santo lo giuda, qualunque sia la sua forma.
II Momento
- Indubbiamente l’invocazione del Nome di Gesù semplifica ed unifica la nostra vita spirituale.
Perché il Nome di Gesù facilmente ricompone tutto in sé, possiede infatti una forza che unifica ed integra i soventi numerosi “io” della personalità “il mio nome è legione perchè noi siamo molti” (Marco 5,9) e perché la conduce alla unificazione nel Nome “unifica il mio cuore nel timore del tuo nome” (Salmo 86,11).
- La via del Nome non è una scorciatoia nella vita spirituale, implica invece una costante vigilanza sopra noi stessi.
A questo riguardo due possono essere gli atteggiamenti possibili:
· custodire mente, memoria, volontà per proferire il Nome con più raccoglimento ed amore.
· dire il Nome per essere consapevoli e con un cuore assorto nell’amore.
Il Nome, ricordalo, è in sé un mezzo di purificazione, un filtro attraverso il quale pensieri, parole, azioni possono essere liberati da scorie ed impurità.
Riempi perciò il tuo cuore con il Nome, con il pensiero di Gesù. Conservalo come un tesoro prezioso. Difendilo da tutto ciò che crea confusione.
Ricorda…è necessario un morire a se stessi, tendere con l’aiuto della grazia, a divenire dimenticanza di sé così che il Nome possa crescere in te.
“Egli deve crescere, ma io debbo diminuire” (Giovanni 3,30)
III Momento
- L’invocazione del Nome va vista in relazione alle altre forme di preghiera, sempre nella prospettiva della preghiera individuale.
- Sono importanti la preghiera contemplativa, la “preghiera di unione ed altre”. Lasciare le altre ed usare soltanto la “Preghiera del Nome”? usarle tutte?
La risposta va lasciata a Dio.
In generale la via del Nome è larga e libera ed in molti casi è perfettamente compatibile con momenti di ascolto della Parola e con intervalli di completo silenzio interiore.
- Ricordiamo sempre che la migliore forma di preghiera è quella verso la quale siamo mossi dallo Spirito Santo.
Perciò l’accompagnamento di un “fratello Spirituale” esperto può essere molto utile al principiante.
È una realtà che va riscoperta. Non è una novità nella vita della Chiesa cristiana.
In ogni caso ricorda:
“Quando lo Spirito di verità è giunto, egli vi guiderà entro tutto il vero” (GV 16/13).