La preghiera di lode, l’atto di rispetto e di amore devono avere la priorità.
“MIO SIGNORE E MIO DIO”
- L’invocazione del Nome deve renderci presente Gesù.
La Sua presenza è il reale contenuto, la sostanza del Nome.
Il Nome significa la persona di Gesù.
- Pronunciando il Nome dobbiamo sentirci alla presenza di Gesù.
Dire il suo Nome significa riconoscerlo come il SIGNORE.
“Dio lo ha esaltato e gli ha dato il NOME che è più alto di ogni altro nome” (Filippesi 2/9).
- Gesù è presente nel suo Nome come Salvatore.
“ Non vi è nessun altro nome sotto il cielo, donato agli uomini che possa salvarci” (Atti 4/12).
- “Qualsiasi cosa chiederai al Padre nel mio nome, te la concederà” (Gv 16/23).
Pronunciamo il suo Nome con fiducia perché Gesù è l’adempimento definitivo delle richieste umane.
Ovviamente nel tempo e nei modi che Lui considera come meglio per noi.
- Siamo deboli.
Spesso le nostre difese crollano e la tentazione sale.
A questo punto non guardiamo noi stessi né il nostro pensiero e fissiamo lo sguardo lo sguardo su di LUI.
Il Nome, invocato con fiducia, si oppone alle suggestioni della tentazione.
Nella tentazione invoca il NOME con insistenza, pace, serenità; non ad alta voce, senza affanno, agitazione, turbamento.
Esso deve scendere in noi lentamente finchè pensieri e sensi convergano e si uniscano a Lui.
- Il Nome di Gesù porta perdono e pacificazione.
Invocarlo, ripeterlo, con fiducia, quando abbiamo peccato, con dolore ed amore ci fa riprendere la vita.
Invocare il suo nome fa sì che riprendiamo il cammino con Lui che avevamo abbandonato.
Gesù, abbi pietà.
Signore, Gesù, abbi pietà di me.
Quando diciamo “Gesù”, dopo aver peccato e dopo un tempo di smarrimento, allora “Egli” non ci chiede lunghe giustificazioni ma vuole che subito ricolleghiamo la nostra vita di tutti i giorni con la sua persona.
II Momento
- Il nome ci dona esperienza del perdono divino.
Pronunciare il nome di Gesù è trovare il segno della Redenzione esteso a tutti i tempi ed all’intero universo. È trovare:
“L’Agnello ucciso dalla fondazione del mondo” (Apoc. 13/ 8) e
“L’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo” (Gv 1/ 29)
- Parliamo qui di un ‘assoluzione non sacramentale, ma interiore che il pentimento sorretto dall’amore ottiene di per sé.
È il perdono che il pubblicano ricevette dopo la sua preghiera nel Tempio “Quest’uomo tornò a casa sua perdonato” (Lc 18/ 14)
- Il nome è anche un mezzo per ricordare l’incarnazione.
- Pronuncia il nome perché “Cristo possa dimorare nel tuo cuore” (Ef. 3/ 17)
Per provare la realtà di Gesù in te
“Ecco…sto alla porta e busso…se uno mi apre…” (Apoc. 3/ 20)
Metti la sua persona, il suo Nome sul trono, dentro di te.
“Essi ti hanno costruito un santuario nell’intimo per il tuo Nome” (II Cr 20/ 8)
Siamo membra di Cristo, rami della vita vera. L’uso riverente del Nome rende salda
questa appartenenza.
- Incarnazione, Parola e Nome traboccano “sempre” nella nostra vita.
“Il tuo Nome è unguento profuso all’intorno” (Cantico dei Cantici 1/ 3)
Ripetere con fede ed amore il Nome crea una forza capace di soggiogare il peccato
- L’uso del nome
= ci porta la conoscenza della nostra unione con Gesù nell’incarnazione;
= ci dona una visione più ampia dell’unione esistente tra Gesù e la creatura;
= ci aiuta a trasfigurare il mondo di Cristo.
- Quindi l’invocazione del nome è anche in relazione alla natura.
“Il Signore che fece cielo e terra” (Salmo 14/ 3)
Questi divengono simbolo visibile della bellezza universale.
“ I cieli narrano la gloria di Dio” (Salmo 19/ 1)
- La creazione non è statica, tende, soffrendo e gemendo, verso Cristo come suo compimento.
“L’intera creazione si lamenta e soffre…finchè non sarà liberata…” (Romani 8/ 21-22)
Il mondo inanimato è spinto in avanti da un movimento verso Cristo.
Tutte le cose convergono verso l’Incarnazione: terra, roccia, legno, acqua, grano, vino acquistano un nuovo valore: diventano segni e strumenti della grazia.
Tutto il creato manifesta il nome di Gesù
“Io vi dico che, se costoro tacessero, griderebbero le pietre” (Lc 19/ 40)
- Pronuncia il Nome sopra le creature: pietre, piante, frutti, fiori, mare, paesaggio; esprimerai così il mistero di questi esseri e li condurrai a compimento, dando la risposta alla loro attesa silenziosa.
“Tutto l’universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli” (Romani 8/ 19)
Pronuncia il Nome in unione con tutta la creazione così che:
“Al nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sotto la terra” (Filippesi 2/ 10)
III Momento
- Anche il mondo animale può raggiungere la trasfigurazione per nostra mediazione.
Gesù durante i quaranta giorni nel deserto era con le bestie selvagge (Mc 1/13).
Rimasero queste indifferenti all’influenza di Gesù? Non credo.
Gesù disse dei passeri: “Non uno di questi è dimenticato davanti a Dio” (Lc 12/6).
Noi siamo come Adamo quando doveva dare il nome a tutti gli animali; “e li condusse davanti ad Adamo perché imponesse loro il nome” (Genesi 2/19).
Noi invocando il Nome di Gesù sugli animali, li riconduciamo alla loro primitiva dignità.
- E’ soprattutto nei confronti degli umani che possiamo esercitare l’opera di trasfigurazione. Cristo risorto è apparso più volte sotto un aspetto diverso da quello che i discepoli conoscevano:
un viandante sulla strada di Emmans
un giardiniere vicino al sepolcro
uno sconosciuto sulla sponda del lago sempre con le sembianze di un uomo comune.
E’ questo un aspetto importante della sua presenza tra noi: la sua presenza nell’uomo.
D’altra parte è ciò che aveva insegnato
Ero affamato e .......
Ero assetato e ..................
Ero nudo e ............
Ero ammalato e ............
Ero in prigione e .............
(Mt 25/35-40)
Così appare a noi ora Gesù.
Ogni forma umana è l’unica sotto la quale ognuno può vedere il volto del Signore.
- Gesù si lascia vedere, toccare, interpellare dalle persone umane, suoi fratelli e sorelle.
Gesù mostra a noi i poveri, gli ammalati, i peccatori, in generale tutti gli esseri umani e ci dice: “Guarda le mie mani ed i miei piedi .....toccami e guarda: poiché uno spirito non ha carne ed ossa, come voi vedete che io ho” (Lc 24/39).
Gli uomini e le donne sono la carne, le ossa, le mani, i piedi, il costato trafitto do Cristo.
Il Nome di Gesù è un mezzo concreto di trasfigurare gli uomini nella loro nascosta intima realtà.
Proviamo ad avvicinare le persone nella strada, negozi, uffici, fabbriche, autobus, specialmente quelli che ci appaiono noiosi e repellenti; avviciniamoli con il Nome di Gesù sulle labbra e nel cuore.
Adoriamo Cristo in essi.
Serviamo Cristo in essi.
In molti di costoro, nel perverso, nel peccatore incallito, nel criminale Gesù è imprigionato.
Dobbiamo imparare a riconoscerlo in essi silenziosamente.
Vai nel mondo con questa visione.
Pronunzia Gesù su ogni uomo.
Vedi Gesù in ogni uomo.
Più sarai pronto a dare te stesso agli uomini più la nuova visione sarà chiara e vivida.
- Invocando il Nome di Gesù incontriamo interiormente tutti quelli che sono uniti al Signore e dei quali Lui ha detto:
“Dove due o tre sono riuniti nel mio Nome, io sono in mezzo ad essi” (Mt 18/20)
- Incontriamo le persone nel cuore e nell’amore di Gesù. Applichiamo il suo Nome a chi si trova in difficoltà.
Siamo per loro, in Gesù amore ed intercessione.
- Dove è Gesù, ivi è la Chiesa, chiunque è in Gesù è nella Chiesa. Quale?
Quella parte esterna, spirituale, immacolata che è raccolta nel Nome di Gesù e che trascende tutte le realtà terrestri.
Invochiamo il Nome di Gesù, uniti alla sua persona, arrendendoci a Lui, così parteciperemo alla pienezza della chiesa nella sua essenziale unità, più profonda delle nostre divisioni umane.
- l’invocazione del Nome di Gesù ci permette di incontrare il lui i nostri morti.
Perché Egli è la risurrezione e la vita di tutti gli uomini.
L’invocazione del Nome di Gesù ci dona la presenza di Lui ed anche la loro presenza.
- Nel Nome di Gesù incontriamo l’intera società dei santi.
“Il mio Nome sarà nelle loro fronti” (Apoc. 22/4).
Penetriamo dunque con calma e fiducia nell’abisso dell’adorazione, obbedienza e pace.