Come Gesù si isolava per pregare il Padre così la preghiera, che è la risposta dell’uomo all’amore di Dio, deve avvenire nel silenzio, nella concentrazione, nella solitudine.
Sulla preghiera Gesù ha dato dei consigli, ma non si è molto preoccupato degli atteggiamenti corporei.
Tuttavia la Scrittura parla dello stare in piedi, di mani e occhi rivolti al cielo, di prostrazione, di genuflessione.
Purtroppo spesso le Chiese Cristiane Occidentali hanno disincarnato la spiritualità e di ciò ha sofferto anche la qualità della preghiera, al punto che il corpo ed i sensi, anche essi strumenti di incontro con Dio, sono stati, invece, considerati degli ostacoli.
Il cristiano medita con tutto se stesso: con il cuore, con lo spirito e con il corpo che è tempio dello Spirito Santo.
Infatti per i cristiani Dio è dappertutto ma in modo particolare dentro ciascuno di noi.
Sant’Agostino: “Mi è più intimo del mio stesso intimo”.
I mistici (renani) dicono che “è al fondo di se stessi”. San Giovanni della Croce parla di Dio “al centro della propria anima”.
Ma Dio ci trascende sempre e l’incontro con Lui è sempre un Suo dono; perché Dio si comunica e si dona.
Meditare allora è rientrare in se stessi per trovare la “Sorgente” che è in noi.
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