Ecumene

Venerdì, 16 Gennaio 2015 17:06

Il monastero di santa Caterina sul Sinai

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Il Monastero di Santa Caterina si trova a 1.500 metri di altezza alle pendici del monte Sinai. Si tratta della più piccola diocesi e del più antico monastero cristiano ancora in funzione. Al suo interno si custodisce la maggiore collezione esistente al mondo di icone e antichi manoscritti.

Le origini

Le prime notizie del monastero sono date dalle cronache del patriarca di Alessandria Eutichio, vissuto nel IX secolo, dove si scrive come Elena, madre dell'imperatore Costantino, rimase così impressionata dalla sacralità di quei luoghi che, nel 330, ordinò la costruzione di una piccola cappella sul luogo dove si trovava il roveto ardente da cui Dio parlò a Mosè. La cappella venne dedicata alla Vergine.
Il monastero, centro monastico ortodosso, la cui vita si è svolta ininterrottamente dal VI secolo, venne innalzato sotto il regno di Giustiniano, nel 525-565, per proteggere da eventuali attacchi di beduini o ladri, i numerosi monaci che si erano stabiliti attorno al roveto ardente. Giustiniano ordinò anche nel 530 la costruzione della basilica, la chiesa della Trasfigurazione. Fu allora che il cenobio assunse l'aspetto di massiccia fortificazione che ancor oggi lo caratterizza. L'imperatore inoltre donò ai monaci 100 schiavi egizi e 100 romani con mogli e figli; grazie al loro lavoro il monastero prosperò e i loro discendenti vivono ancora in questa zona.

Il nome

Solo nel IX secolo il monastero assunse il nome di Santa Caterina in onore della martire di Alessandria morta nel 310 d.C.. Dopo essersi convertita al cristianesimo, Caterina, accusata di adorare idoli pagani, fu condannata a morte. Si racconta che, al momento della decapitazione, il corpo venne prelevato dagli angeli e portato su un monte del Sinai dove qualche secolo dopo venne ritrovato, perfettamente conservato, dai monaci del monastero della Trasfigurazione.

La struttura

Il monastero è circondato con mura a pianta quadrata, alte dai 12 ai 15 metri e spesse 1,65. Le mura a sudovest sono ancora originali; le altre vennero ricostruite dopo il terremoto del 1312. Il complesso religioso è formato da numerosi edifici di epoche differenti. La basilica della Trasfigurazione è sovrastata da un alto campanile, le cui campane ogni mattina battono 33 rintocchi a simboleggiare gli anni di vita di Cristo. La base della basilica si trova 4 metri più in basso rispetto all'ingresso e vi si accede attraverso una porta del VI secolo d.C. riccamente intagliata. L'interno è diviso in tre navate, a sinistra della navata centrale si trova un pulpito del 1787. Nelle navate laterali sono state aggiunte una serie di cappelle dedicate a santi della chiesa ortodossa e la navata centrale è chiusa verso l'altare da una bellissima iconostasi lignea del 1612. L'abside è decorato da splendidi mosaici creati nel 565 e perfettamente conservati (attualmente sottoposti ad un restauro a cura dell'ICR di Roma). Nel coro sono custodite le spoglie di santa Caterina all'interno di un sepolcro marmoreo e dietro l'abside è presente la parte più antica: la cappella del roveto ardente. Di fronte alla basilica si trova la moschea per i viandanti musulmani e per i beduini, con il minareto separato, costruita nel XII secolo sopra una locanda del VI secolo.

I monaci

I monaci offrono da sempre la loro ospitalità sia ai viandanti musulmani che a quelli cristiani e per questo il monastero è stato protetto dall'islamizzazione della nazione. La maggioranza dei monaci che abitavano il monastero provenivano, allora come oggi, dall'Egitto, dalla Grecia o da Cipro. II loro numero, all'inizio del secolo, si aggirava dai 300 ai 400, mentre, attualmente sono solo una cinquantina, 20 dei quali abitano la struttura.

Le icone

In un piccolo museo sono esposte 150 icone, in rappresentanza di una collezione, non accessibile al pubblico, che ne conta più di 2000, e che costituisce un'eredità spirituale, storica e artistica di grandissimo valore. Dodici delle più antiche e rare icone sono state preparate con l'antica tecnica dell'encausto e sono datate a prima del periodo iconoclasta. Una parte della collezione va dal VI al X secolo, di stile bizantino primitivo, greco, armeno, siriaco e copto. Una gran parte è datata tra i secoli XI e XV e comprende un gruppo significativo di oggetti dai caratteri formali misti, in parte di derivazione bizantina e in parte di ascendenza occidentale, che si associano abitualmente con la produzione dei Regni crociati di Terrasanta nei secoli XII e XIII.

(tratto da ECO. Evangelici Cattolici Ortodossi, n. 4/52, p. 10)

 

Letto 3719 volte Ultima modifica il Venerdì, 16 Gennaio 2015 17:16
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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