I Colori della Speranza

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Mercoledì, 21 Marzo 2012 14:22

Speranza cercasi (Antonis Samarakis)

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Speranza cercasi

La conclusione di un racconto del romanziere greco Antonis Samarakis...

Quando entrò nel bar, quel pomeriggio, era ancora presto. Si sedette a un tavolo dietro la grande vetrata che dava sul viale. Ordinò un caffè.

Negli altri tavoli stavano giocando a carte o chiacchieravano. Gli portarono il caffè; accese una sigaretta e bevve un sorso mentre apriva il giornale del pomeriggio.
Nuove battaglie erano cominciate in Indocina: "le perdite da tutte e due le parti sono molto pesanti" diceva il telegramma.
"Un altro peschereccio giapponese viaggia ad energia nucleare."
"L'ombra di una nuova guerra mondiale minaccia il mondo", erano i titoli delle notizie.
Dopo si interessò ad altre cose, il deficit del bilancio, le promozioni degli insegnanti, un rapimento, una violenza sessuale, tre suicidi... due per motivi economici. Due giovani di trenta e trentadue anni. Il primo aveva aperto il gas, il secondo si era ucciso con una pistola.
In un'altra pagina lesse la critica di un concerto di pianoforte, poi qualcosa sulla moda, alla fine la vita mondana". Cocktail per il Signor e la Signora M. T. Charma, bella ed elegante la Signora B. X. in un raffinato abito a fiori ed un tocco di classe particolare. Molto elegante la Sign. ina O. M.
Accese un'altra sigaretta, gettò un'occhiata agli annunci:
- VENDESI villetta di recente costruzione. Ottimo materiale. 4 stanze ingresso, cucina, bagno, W. C.
- AFFITTASI camera. Ottima posizione Soleggiata. 2° piano. Solo a persone seriamente interessate.
- CERCASI pianoforte in vendita.
Pensieri vari gli ronzavano per la testa. Da quando era finita la seconda guerra mondiale, l'ombra della terza aveva continuato a minacciare il mondo; nel frattempo sangue umano veniva ancora versato, ieri in Corea, oggi in Indocina, domani...
Si passò una mano tra i capelli, si asciugò il sudore sulla fronte, stranamente, non faceva caldo eppure era sudato. La guerra, la bomba a idrogeno, i suicidi per motivi economici, la vita mondana, questo il panorama della vita.
Non era assolutamente migliorata la vita dopo la guerra. Tutto era uguale a prima, come prima. Eppure aveva sperato anche lui, come avevano sperato milioni di persone, in tutta la terra, che dopo la guerra, dopo tanto sangue, qualcosa sarebbe cambiato. Sarebbe arrivata la pace, l'incubo della guerra non avrebbe più oscurato la terra con la sua ombra, non ci sarebbero stati più suicidi per motivi economici e...
Faceva buio. Alcune luci si erano accese nei negozi di fronte. Al bar le luci non c'erano ancora e a lui piaceva quella penombra.
Pensò al disordine che dominava il mondo, agitazione nelle idee, confusione nel sociale.
Non era colpa del giornale se lui adesso aveva questi pensieri. Tutte queste cose le pensava già, negli ultimi tempi, più o meno abitualmente. Rifletteva sulle tenebre della vita, pensava alla pace, a questo profondo desiderio appeso a un filo, considerava la povertà, la miseria, soppesava la paura che era entrata nei cuori.
Nello specchio accanto a lui vide riflesso il suo viso, un viso di uomo comune, niente faceva trasparire l'agitazione nascosta dentro.
Aveva combattuto anche lui nell'ultima guerra e aveva sperato. Adesso era senza speranza e non aveva paura a confessarlo a se stesso, era senza speranza. Disilluse speranze la sua vita, aveva sperato allora... aveva sperato dopo...
Una volta, tanti anni prima, aveva sperato nel comunismo ma era stato deluso anche da questo. Ora non aveva speranza, non credeva in nessuna ideologia.
Chiese un bicchiere d'acqua. La delusione e la mancanza di ideologia erano un problema generale. E, oltre la delusione, la stanchezza, l'indifferenza della maggioranza davanti a tutto.
Guardava gli autobus che passavano insieme nel viale, la folla. ..davanti a lui il giornale aperto. Tutte queste cose le aveva viste anche prima: l'ombra della nuova guerra, l'Indocina, i due suicidi per motivi economici, la dolce vita...
- Sigarette! - Un venditore ambulante.
Ne comprò un pacchetto.
Nelle sei pagine del giornale la vita. Anche lui era un uomo che non aveva speranza.
Si ricordò quando, molti anni prima, era bambino ancora, si era ammalata gravemente una zia, cugina della madre. Ce l'avevano in casa. Venne il medico, uscendo dalla stanza della malata disse con tono ufficiale:
- Non c'è più speranza, ormai! -
Gli era sembrato terribile che fosse senza speranza. Aveva la sensazione che gli altri al bar lo guardassero e anche quelli della strada, era come dicessero "Quello lì non ha speranza"! Era un delitto, come avesse qualcosa che lo testimoniasse. Si trovava nudo tra persone tutte vestite.
Pensò ai racconti che aveva scritto, per liberarsi dall'angoscia; affrontava temi del nostro tempo: la guerra, l'infelicità comune.. .fino a quando ancora li avrebbe tenuti nascosti? Aveva paura, aveva paura dell'etichetta che gli avrebbero messo, che gli sarebbe arrivata da tutte le parti. No, doveva pubblicarli! Al diavolo l'etichetta! Lui era un uomo, nient'altro, né di sinistra né di destra. Un uomo che una volta aveva sperato e che ora non aveva più speranza e si sentiva in dovere di dirlo, non aveva più speranza. Certo qualcuno doveva esserci che ancora aveva una qualche speranza, di sicuro doveva esserci, pensò.
Gettò di nuovo un'occhiata al giornale ... l'Indocina, la vita mondana, il concerto di pianoforte, i due suicidi per motivi economici, gli annunci...
CERCASI macchina da scrivere...
CERCASI radiogrammofono...
CERCASI jeep in buone condizioni...
CERCASI tappeto persiano originale...
Tirò fuori la sua agenda, strappò un foglio e scrisse con la matita...
CERCASI speranza...

Poi aggiunse il suo nome e l'indirizzo, chiamò il cameriere, voleva pagare per andare direttamente al giornale a dare il suo annuncio, a pregare, ad insistere che lo pubblicassero assolutamente nell'edizione dell' indomani.

(da Antonis Samarakis, Cercasi speranza, Torino, Lazzaretti Editore, 2003)

Letto 78019 volte Ultima modifica il Giovedì, 22 Marzo 2012 11:16

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