Spiritualità Marista
di Padre Franco Gioannetti
Trentanovesima parte
La comunione
Era convinzione del P. Fondatore, ne abbiamo diffusamente parlato, che la Società di Maria fosse chiamata a rivivere l’esperienza della Chiesa apostolica. Certamente a motivo della presenza della Madre di Gesù tra i discepoli, ma anche per la comunione (koinonia) e l’unione fraterna che contraddistingueva i credenti, e cioè per lo stile di “vita apostolica”. Al termine di un ritiro del 1846 il P. Colin esortava:
“Miei cari confratelli, che i legami di una intima carità ci uniscano sempre in modo che noi possiamo essere veramente un cuore solo ed una anima sola. La Società di Maria deve rappresentare i primi tempi della Chiesa”. (Parole di un fondatore, op. cit., Doc. 115, n. 4)
Si tenga presente che la citazione di Art. 4,32 ricorre con frequenza nelle esortazioni del P. Fondatore (Parole di un Fondatore , Doc. 42, n. 3; Doc. 115, n. 5; Doc. 116, n. 8; Doc. 143, n. 2). Nelle Constit. il riferimento agli Atti ricorre esplicitamente due volte nel contesto della comunione dei beni e una volta per inculcare l’unione fraterna (Constit., cap. III, n. 142, p. 50; cap. Vi, n. 283, p. 97; cap. XII, n. 437, p. 159).
Lo spirito della Società è contrassegnato dalla comunione tra fratelli. La sintesi del pensiero spirituale del P. Colin è contenuta nell’art. IV del cap. XII delle Costituzioni. I concetti che hanno un particolare rilievo sono:
- La Società è una “famiglia”, un “corpo”.
- La fraternità si costruisce con l’ascesi e la “sincera amicizia”.
- Gli stessi studi, lo stesso tipo di formazione in consonanza con la Chiesa Romana, uno scambio frequente di lettere tra confratelli, l’uniformità di stile di vita, di abbigliamento , di abitazione facilitano l’unione.
- L’obbedienza è “il vincolo che unisce i sudditi con i Superiori”.
- Compito dei superiori è essere segno e garanzia di unità tra i fratelli.