Mondo Oggi

Luca Marcucci

Luca Marcucci

Mercoledì, 06 Gennaio 2010 19:40

Ambiente come madre

Nigrizia - anno 127 n.9 settembre 2009
Frei Betto (scrittore)

Dobbiamo intrattenere relazioni di complementarietà con habitat naturale e con gli altri esseri umani. Da essi dipendono la nostra vita e la nostra felicità.

Lunedì, 04 Gennaio 2010 21:29

Una proposta di buon senso

di Gad Lerner

Una modifica bipartisan alla legge attuale sulla cittadinanza prevede che un immigrato divenga italiano dopo cinque anni di residenza nel nostro paese, e dopo aver dimostrato un'adeguata conoscenza linguistico-normativa, oltre che un reddito certificato. Ma si scontrerà con l'idea di chi pensa ancora che l'italianità abbia a che fare con un'appartenenza etnica o razziale.


Martedì, 22 Dicembre 2009 19:15

Una Polis migliore

La vera rivoluzione alla quale siamo chiamati è la democrazia partecipata, che non delega ma vive d'impegno costante, che non lascia nulla d'intentato, nonostante delusioni e sconfitte. Una cosa è certa: ci si salva tutti insieme.

Lunedì, 21 Dicembre 2009 18:19

Centrali nucleari: il problema delle scorie

di Alberto Subioli

Da quando sono in esercizio centrali nucleari, cioè da quasi 60 anni, nonostante gli studi e le ricerche profuse, neanche un chilo di scorie è stato posto a dimora definitiva e sorgono motivati dubbi sul fatto che ci si possa riuscire in futuro; la durata in vita degli elementi più pericolosi è dell’ordine di molte migliaia di anni.

Martedì, 24 Marzo 2009 20:24

IL PROGETTO DELLA SPERANZA

IL PROGETTO DELLA SPERANZA

di Enzo Mani
CARTA n. 42 – novembre 2008

Ci voleva ancora una volta una realtà connotata al femminile, Carta, per affermare il valore della disobbedienza alla «riforma» Gelmini e del dissenso creativo. Non è solo il nome che porta il segno della femminilità ma la cultura da cui Carta è pervasa, che è la cultura dell’autonomia da qualsiasi sistema di potere e di alienazione e in particolare da quello patriarcale.

Martedì, 24 Marzo 2009 20:23

INDEBITAMENTO FORMATIVO

INDEBITAMENTO FORMATIVO

di Jeffery Williams
Carta n. 42 novembre 2008

I mutui studenteschi sono la nuova modalità di finanziamento per la maggior parte di coloro che frequentano il college. L’indebitamento studentesco è diventato il nuovo paradigma della vita dei giovani. Sono finiti i tempi in cui l’università statale era accessibile a tutti e considerata un diritto, come l’istruzione secondaria. Oggi l’istruzione superiore, come la maggior parte dei servizi sociali statunitensi, è ampiamente privatizzata, e i mutui sono la più diffusa modalità di accesso.

Martedì, 24 Marzo 2009 20:21

L’ONDA IN TRE PUNTI

L’ONDA IN TRE PUNTI

di Claudia Bernardi e Mariateresa Curcio
Laboratorio deII’autoformazione, Lettere La Sapienza
Carta n. 42 novembre 2008

Pensavamo che fossimo in pochi, una minoranza esigua e ignorante, pensavano che ci avrebbero fermati con le minacce e con la paura, che ci saremmo accontentati di finti tavoli di trattative e di timide mediazioni, Non è stato cosi. L’onda anomala è sempre più alta e diffusa, non arretra, non si infrange sugli scogli, non diventa risacca ma anzi rilancia. Dopo la grande mareggiata del 30 ottobre ha continuato ad attraversare e a riprendersi le strade delle metropoli, a praticare blocchi selvaggi come strumento di sabotaggio dei flussi produttivi: non solo non vogliamo pagare la crisi, ma articoliamo questo slogan attraverso la generalizzazione dello sciopero, bloccando le città.

Il movimento non si è certo accontentato delle «astuzie comunicative» del governo: differenziazione dei finanziamenti per gli atenei secondo la logica dell’efficienza produttiva, dequalificazione del sapere, costruzione di gerarchie nel mercato del lavoro, introduzione del numero chiuso, qualche spicciolo per le borse di studio e per i prestiti d’onore. Di fatto restano invariati il taglio al Fondo di Finanziamento ordinario, la previsione dell’aumento delle tasse negli atenei, la possibilità - escogitata da Tremonti quasi come un percorso obbligato - di trasformare le università in fondazioni private, ma soprattutto viene potenziato il processo di precarizzazione degli studenti attraverso il meccanismo dei prestiti d’onore e il conseguente indebitamento per migliaia di euro. Il risultato d sistema di indebitamento americano è sotto gli occhi di tutti: la crisi globale non è affatto un problema momentaneo.

Martedì, 24 Marzo 2009 20:20

ELOGIO DELLO SPRECO UNIVERSITARIO

ELOGIO DELLO SPRECO UNIVERSITARIO

di Marcello W. Bruno
docente al Dams Università della Calabria
Carta n. 42 2008

La destra sa quel che dice quando annuncia che la ricreazione è finita. La propaganda televisiva è già in azione: si fanno programmi sui premi Ignobel per dimostrare che si danno soldi pubblici a ricerche ridicole. Il preteso movimento studenti-docenti, se non vuole esaurirsi in un meccanismo stimolo-risposta, deve cominciare a produrre metateoria. Cioè spiegarsi e spiegare cosa sono state e cosa siano oggi la scuola e l’università, pubblica e privata, nell’occidente tardocapitalistico in generale (sul pensiero-spazzatura statunitense è appena uscito il libro di Susan Jacoby «The age of american unreason») e nell’Italia postmoderna in particolare.

Sui danni dell’università marketing-oriented si può utilmente rileggere il classico di Max Weber «La scienza come professione», che nel 1918 vide lucidamente l’americanizzazione del lavoro intellettuale [inventando per i giovani ricercatori l’epiteto di «proletaroidi»] e la follia dei corsi di massa, in una Germania in cui i liberi docenti erano pagati dalle tasse d’iscrizione degli studenti. Se già in epoca pre-radiofonica Weber paventava un sistema dominato «dall’idea fissa della benedizione e del valore incommensurabili del numeroso uditorio», cosciente che alle volte ciò che funziona non è la preparazione ma «l’inflessione della voce», pensate cosa toccherà fare ai docenti proletaroidi dell’era neotelevisiva per aumentare l’audience. Infine, si tenga conto che novant’anni fa era già evidente la distinzione tra le facoltà scientifiche e quelle che il mio dermatologo chiama le facoltà «umanitarie»: se queste ultime producono ricerche il cui budget consiste essenzialmente nell’acquisto di libri e in qualche viaggio, le prime configurano quella che Weber chiama «impresa universitaria capitalistica», in cui lo scienziato diventa il prototipo di ciò che Ortega y Gasset chiama «uomo-massa».

Martedì, 24 Marzo 2009 20:18

AUTORIFORMA

AUTORIFORMA

da Carta n. 42 2008

Il Governo ha scelto, suo malgrado, la scuola come terreno per sperimentare appieno il populismo repressivo che è la cifra dell’esecutivo Berlusconi 2.0. Da un lato - al di là dei deliri polizieschi di Francesco Cossiga - si tenta di costruire una cornice comunicativa per inquadrare la protesta studentesca: strumentalizzazione della «sinistra»; «bugie» dei giornali; cattiva «comunicazione» di una riforma comunque buona; minacce di arresto e di intervento della polizia e via dicendo.

Dall’altro lato, con i fotoritocchi al testo originale dei decreti Gelmini approvati nel consiglio dei ministri del 7 novembre, si cerca di scompaginare la protesta, di costruire un frangiflutti capace di isolare l’onda e frantumarla in rivoli. Il governo ha scelto di stralciare dall’impianto della controriforma i provvedimenti percepiti come «secondari»: accorpamento delle scuole con meno di 500 alunni; blocco dei concorsi già avviati; chiusura delle scuole con meno di 50; ammorbidimento del blocco del turn-over.

«Il decreto non incide sul corpo della riforma che contestiamo», ha commentato Domenico Pantaleo, segretario nazionale della Flc-Cgil cogliendo il senso di una retromarcia che è servita solo a mostrare che l’onda sta erodendo il senso di invincibilità del governo e della sua maggioranza.

«Se il governo frena, l’Onda accelera»: lo sciopero del 14 novembre e la successiva assemblea nazionale a Roma, il 15 e 16 serviranno a precisare meglio le aspirazioni di un movimento che sta scoprendo il piacere dell’ambizione. Un’ambizione che travolge anche le offerte di «dialogo» in cambio del ritiro dei decreti che Walter Veltroni usa per cercare di fare surf sull’Onda.

Un’ambizione - e un piacere - che spingono a discutere le basi culturali della controriforma Gelmini, il suo senso profondo e a interrogarsi su due punti tra gli altri: è possibile autoriformare l’università? Come disobbedire alla controriforma? Nelle pagine successive Marcello Walter Bruno, un docente, Claudia Bernardi e Mariateresa Curcio, due studentesse, cercano di rispondere alla prima domanda. Enzo Mani, invece, racconta e rilancia un’esperienza di scuola «altra», quella della Comunità dell’Isolotto, a Firenze. Jeffrey Williams, della rete internazionale EduFactory, spiega invece come il meccanismo dell’indebitamento studentesco, che Gelmini e Tremonti vorrebbero importare in Italia, abbia trasformato l’università statunitense, esponendo anche gli studenti ai venti della crisi finanziaria.

Ddl Sicurezza” e immigrazione:non solo medici-spia

di Gabriele Russo
(Comunità Roma 15 del MASCI)

 

Il voto del Senato per abolire l’art. 35 comma 5 del T.U. sull’Immigrazione (esplicito divieto ai sanitari di denunciare un clandestino che si fosse rivolto loro per questioni di salute) ha suscitato vivaci proteste ma ha focalizzato l’attenzione mediatica solo un aspetto dell’intero nuovo impianto legislativo in materia di immigrazione. Ora il provvedimento “DDL Sicurezza” (Disegni di Legge n. 733, 242, 391 e 583 in materia di sicurezza pubblica) attende di essere discusso alla Camera dei Deputati (con la sigla A.C. 2180), ma è importante che sia prima compreso, e per tempo discusso, tra coloro che dicono di appartenere alla cosiddetta “società civile”.

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