Del resto è il canone 332 del Codice di diritto canonico a disporre che “nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo Ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”.
Nel «Motu proprio» del 26 febbraio, Benedetto XVI conferma che la data d'inizio del Conclave resta quella fissata dalle precedenti norme in 15-20 giorni dall'inizio della Sede Vacante, ma al Collegio Cardinalizio è concessa la possibilità di anticiparla se gli elettori sono già tutti presenti a Roma. Trascorsi però al massimo venti giorni dall'inizio della Sede Vacante, tutti i Cardinali elettori presenti sono tenuti a procedere all'elezione.
Le date possibili sulle quali si prevede l'inizio delle elezioni si concentrano attorno all'11 marzo.
L’investitura del nuovo Pontefice è affidata al Collegio dei Cardinali che proverranno da ogni parte del mondo: si tratta delle cariche più alte nella gerarchia ecclesiastica. Unica restrizione: dalla votazione sono esclusi i Porporati che prima dell’inizio del Conclave, hanno superato l’ottantesimo anno d’età.
In teoria potrebbe essere eletto Papa, qualsiasi battezzato, anche laico, di sesso maschile e dotato dell’uso della ragione che non rifiuti la verità della fede cattolica; ma per tradizione consolidata dal 1378, i candidati sono scelti tra i Cardinali.
Il giorno in cui inizierà il Conclave i Cardinali si riuniranno per una solenne celebrazione eucaristica con la messa votiva Pro eligendo Romano Pontifice. Nel primo pomeriggio i 115 Porporati, radunati nella Cappella Paolina, usciranno in processione e, intonando l’inno Veni Creator per invocare l’assistenza dello Spirito Santo, percorreranno la grande Sala Regia per entrare nella Cappella Sistina.
"Extra Omnes!" annuncerà il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie Mons. Guido Marini, “Tutti fuori!”. Gli estranei devono immediatamente lasciare la Sistina. Si chiudono le porte.
Ha inizio così il Conclave, termine che letteralmente significa “chiusi a chiave”; una parola coniata all’epoca in cui gli alti prelati venivano rinchiusi in una stanza, fino ad elezione avvenuta.
Per assicurare la riservatezza del Conclave ed evitare pressioni esterne, tutti i Cardinali sono vincolati al più rigoroso segreto.
ll Motu Proprio emanato da Benedetto XVI autorizza il Camerlengo a chiedere l'intervento di tecnici specializzati per bonificare eventualmente ambienti della Sistina o della Residenza dei cardinali. Si temono le intercettazioni ambientali.
La zona recintata del Conclave comprende anche la Domus Santa Marta: si tratta di un albergo che si trova all’interno delle mura vaticane, in cui soggiorneranno, per il tempo delle elezioni, tutti i Porporati.
Abolita per volontà di Giovanni Paolo II l’elezione per “acclamazione”, “per ispirazione divina” e per “compromesso”, unico modo per la validità dell’elezione del futuro Vescovo di Roma è quello per scrutinio segreto a maggioranza dei 2/3 degli elettori presenti e votanti. In caso di ballottaggio i due candidati vengono esclusi dalla votazione.
L’elezione a scrutinio segreto si tiene nella Cappella Sistina. Lì i Cardinali provvedono alle votazioni mediante schede di forma rettangolare recante scritte le parole “Eligo in Summum Pontificiem”. Le votazioni avranno luogo ogni giorno, due al mattino e due al pomeriggio, fino a quando verrà eletto a maggioranza qualificata, cioè 77 voti su 115, un Cardinale.
Per rispettare la segretezza del voto la scheda dovrà essere piegata in due, e ciascun cardinale è chiamato a scrivere un solo nome con grafia quanto più possibile non riconoscibile.
Ciascun elettore, tenendo la scheda sollevata e ben visibile, la porta all’altare, presso il quale stanno i cardinali scrutatori e deponendola nell’urna ad alta voce dirà: “Chiamo a testimoniare Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”.
Dopo un massimo di 33 scrutini senza esito, i Porporati potranno scegliere se procedere a maggioranza assoluta o, in alternativa, con il ballottaggio tra i due nomi più votati.
A questo punto avverrà un'emozionante cerimonia.
Il Cardinale Camerlengo Tarcisio Bertone, si avvicinerà al Porporato che è stato scelto dai confratelli, e gli chiederà ufficialmente in latino: "Accetti la tua elezione a Sommo Pontefice?". Se il Cardinale risponderà "Accetto", da quell'istante egli diverrà, per diritto divino, il nuovo Papa. In caso contrario, si procederà a nuove votazioni.
Alla fine di ogni scrutinio, le schede vengono bruciate in un piccolo forno, il cui camino è visibile da Piazza San Pietro. Osservando il colore del fumo i fedeli avranno la risposta:“fumata nera” per uno scrutinio nullo; “fumata bianca” per l’avvenuta elezione del nuovo Papa. Dallo scorso Conclave, per evitare errori generati dall’ambiguo colore del fumo, così com’è accaduto nel 1978, la “fumata bianca” sarà accompagnata dallo scampanìo delle campane della Basilica vaticana, che suoneranno a festa.
Dopo l'accettazione e la comunicazione al Decano del Collegio Cardinalizio, Cardinale Angelo Sodano, del nuovo nome che l'eletto avrà scelto, tutti i suoi ex confratelli si toglieranno lo zucchetto in segno di rispetto, e assisteranno al corteo che scorta il nuovo Pontefice in una piccola saletta, in fondo alla Cappella Sistina: è la cosiddetta "stanza del pianto” chiamata così perché a causa della grande tensione emotiva è possibile che il nuovo Papa, prima di indossare le sue nuove vesti, si abbandoni alle lacrime. Là l'eletto viene aiutato da un cerimoniere a svestirsi del rosso abito cardinalizio, per indossare la candida tonaca papale, preparata per tempo dal sarto dei pontefici in tre taglie differenti.
Rientrato nella Cappella, riceverà l'obbedienza dei Cardinali, che s’inginocchieranno uno ad uno davanti a lui.
Dopo qualche ora, si presenterà sul balcone centrale della facciata della Basilica di San Pietro, il Cardinale Protodiacono Mons. Jean-Louis Tauran che, davanti alla folla che ancora non conosce il nome dell'eletto, proclamerà a gran voce: "Annuntio vobis gaudium magnum. Habemus Papam!". Segue il nome e il cognome del nuovo Pontefice, e subito dopo viene comunicato il nome pontificale che egli ha scelto. Poi il Papa, in processione, si recherà alla stessa loggia e dopo un breve discorso impartirà ai fedeli la benedizione Urbi et Orbi.
Le previsioni puntano alla possibilità di un Conclave che si può concludere con l'elezione già entro martedì 19 marzo.
Un vecchio adagio recita: “I Cardinali lo eleggono, ma è Dio che lo sceglie”.
Salvatore Celeste
Per un approfondimento: Risorse interattive sull'elezione del nuovo Papa
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