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Mercoledì, 10 Agosto 2011 16:40

Scuola. Sostegno ai privati? Le associazioni insorgono

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da Vita

«In sintesi viene riproposta la volontà di affidare gli alunni con disabilità a personale privo di competenze pedagogico-didattiche» scrive il presidente nazionale FAND, Giovanni Pagano.

 

Come se nulla fosse. Malgrado le rassicurazioni del sottosegretario del Ministero dell'Istruzione, Giuseppe Pizza, all'indomani di un incontro chiarificatore tra il governo e le due maggiori federazioni (FAND e FISH) del mondo della disabilità, eccolo lì: è giunto alla camera il progetto di “privatizzazione del sostegno scolastico ai disabili”, al secolo il Ddl 4405 (in allegato la proposta parlamentare). L’iniziativa fa capo all’onorevole Giovanni Dima (Pdl) e da altri nove parlamentari del gruppo di maggioranza e prende le mosse dal disegno di legge (atto Senato 2594) presentato dai senatori Pdl, Bevilacqua e Gentile.

«In sintesi viene riproposta la volontà di affidare gli alunni con disabilità a personale privo di competenze pedagogico-didattiche» scrive il presidente nazionale FAND, Giovanni Pagano. Che aggiunge: «Sorge spontaneo, allora, chiedersi: perché affidare a “soggetti privati” la formazione degli alunni disabili? Perché impedire loro un cammino comune, che fra l’altro è stato riconosciuto anche da importanti provvedimenti internazionali, non ultima la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità?». 

Secondo i suoi firmatari, il Ddl n. 4405 intenderebbe favorire il sostegno di alunni con disabilità nel rispetto del dettato costituzionale «mentre sembra, invece, ben più orientato a dare risposte urgenti ai “bisogni propri” del privato» rincara Pagano. Che precisa: «dal momento che contempla la possibilità, per le scuole, di “definire progetti” con la collaborazione di “personale o consulenti privati esterni alla scuola”».

I soggetti privati, esterni alla scuola, verrebbero dunque investiti della possibilità di effettuare interventi individuali, rivolti cioè al singolo alunno, contraddicendo secondo FAND quanto elaborato e documentato dalla pedagogia e dalla didattica da un lato e contemplato dalla normativa, dall’altro, in merito all’intero processo di integrazione scolastica.

«Perché quindi pensare a figure esterne impiegate in attività didattiche? E poi, con quali competenze verrebbe individuato questo personale? Si tratta forse di un subdolo tentativo di far rientrare dalla finestra coloro che i tagli hanno lasciato fuori dalla porta?» sono queste le domande principali che il presidente Pagano nel proprio comunicato stampa. E aggiunge: «Oppure, introducendo nella classe personale dedito solamente all’educazione di alunni con disabilità, si cerca di aggirare le norme dell’integrazione scolastica, che vogliono che tutti gli insegnanti che operano in una classe, compreso quello di sostegno, siano assegnati alla classe e non all’alunno? Oppure, ancora, è solo un modo un po’ maldestro per iniziare a rendere ufficiali quelle classi differenziali che molti (troppi) sognano, ma che ora è difficile dichiarare in modo palese cogliendo l’occasione, dalla recente stigmatizzazione normativa degli alunni con DSA?»

In conclusione FAND richiede il ritiro del disegno di legge e promette battaglia per contrastare questa iniziativa parlamentare.

Letto 2098 volte Ultima modifica il Lunedì, 22 Agosto 2011 11:10

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