In Eritrea, Etiopia, Somalia e Nord del Kenia e' in corso una emergenza umanitaria dovuta ad una lunga siccita' con la conseguenza di una crescita vertiginosa dei prezzi delle derrate alimentari fino al 60-80 per cento rispetto al livello dei prezzi del 2010. Dieci milioni di persone rischiano la morte per fame nell'era dell'abbondanza di cibo sprecato nei paesi ricchi; milioni di profughi e di sfollati vagano senza che si veda all'orizzonte un piano credibile per salvare la vita di milioni di persone.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Onu, la siccita' colpisce 3,2 milioni di persone in Kenya, 2,6 in Somalia, 3,2 in Etiopia e 117.000 a Gibuti. In alcune aree della regione, il tasso di denutrizione infantile e' due volte superiore alla soglia di urgenza fissata al 15%. In Somalia, un bambino su tre e' denutrito.
Il governo del Kenya ha dichiarato il disastro nazionale e ha lanciato un appello alla comunita' internazionale. Al campo profughi di Daadab - il piu' grande campo profughi del mondo - nel nord del Kenya si e' arrivati al limite della capienza.
Nonostante la situazione umanitaria sia catastrofica, l'Onu fa fatica a raccogliere i fondi necessari per fronteggiare la crisi. Nel 2011 Gibuti doveva ricevere 39 milioni di dollari, ma solo il 30% e' stato finora finanziato. L'appello di fondi 2011 della Somalia (529 milioni) ha ottenuto una copertura finanziaria pari al 50%, mentre per il Kenya non si va oltre il 54%.
Eppure secondo quanto riferisce la portavoce dell'Ufficio di coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, Elizabeth Byrs, "il Corno d'Africa sta attraversando la peggiore siccita' degli ultimi 60 anni".
Il Regno Unito e' stato uno dei pochissimi paesi occidentali a rispondere all'SOS lanciato la scorsa settimana dall'Onu. Lo scorso 4 luglio il segretario di Stato britannico allo sviluppo, Andrew Mitchell, ha annunciato un finanziamento del suo governo al Programma alimentare mondiale (Pam) pari a 61 milioni di dollari (l'equivalente di 42 milioni di euro) per nutrire 1,3 milioni di persone e curare 329.000 bambini e donne malnutriti in Etiopia.
"Lancio un appello" - conclude Touadi - "al governo italiano,
all'Unione Europea e a tutte le organizzazioni non-governative per concordare urgentemente un piano di aiuti prima che sia troppo tardi. E' in gioco la credibilita' e la solidarieta' della comunita' internazione che deve assicurare il diritto alla vita di adulti e bambini."