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Mercoledì, 23 Settembre 2009 16:22

Banane solo dal Sud America

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Decine di migliaia di posti di lavoro a rischio in Camerun, Costa d’Avorio e Ghana,se il Consiglio dell’Ue ridurrà le tasse sull’importazione di banane dall’America Latina. A tutto vantaggio delle multinazionali Chiquita, Del Monte e Dole.

Il colpo per le banane africane è arrivato lo scorso 12 marzo. Quando la Commissione europea ha deciso di proporre al Consiglio dell'Ue di ridurre le tasse sull'import di banane provenienti dall'America latina: da 176 a 114 euro la tonnellata nell'arco di dieci anni. A risentire della decisione, non solo l'Africa ma anche i paesi dei Caribi e del Pacifico che hanno sottoscritto gli accordi di cooperazione Acp-Ue. Stiamo parlando di 77 paesi.

A fine maggio, l'Ue ha proposto delle compensazioni, ma sono state giudicate insufficienti. Da rilevare che nel 2008 gli Acp hanno esportato in Europa 918.376 tonnellate di banane, contro i 3,93 milioni di tonnellate delle multinazionali Chiquita, Del Monte e Dole, con base in America latina. Inoltre gli Acp hanno visto il loro mercato europeo ridursi dal 20.3% del 2006 al 18,9% del 2008. Il che significa, comunque, che nemmeno la tassa di 176 euro, in vigore dal 2006, ha impedito che la quota di mercato “africana” venisse erosa dalle vendite latino-americane.

I paesi africani più colpiti dalla misura; adottata dall'Ue sono il Camerun (nel 2008 ha esportato 279.300 tonnellate di banane), seguito dalla Costa d'Avorio (216.583 t.) e dal Ghana (45.951 t.).

Altri paesi nei guai sono essenzialmente dell’area caribica. Mentre quelli che con tutta probabilità saranno i maggiori beneficiari del taglio delle tasse sono l'Ecuador (l,32 milioni di t.), la Colombia (l,27 milioni di t.) e il Costa Rica (893.395 t.).

Secondo Anatole Ebanda Elima, delegato per l'Europa dell'associazione bananiera del Camerun (Assobacam), la diminuzione della tassa europea è stata troppo rapida e brutale per consentire al settore di trovare un nuovo equilibrio. C'è il rischio che i paesi Acp (Africa-Caribi-Pacifico) siano cancellati dal settore nell'arco di breve tempo. E dà qualche cifra: 50mila posti di lavoro nel settore sono a rischio in Camerun e 12mila (se non di più) in Costa d'Avorio. Anche perché la rovina degli esportatori di banane trascina con sé pure l'export di altri frutti (manghi, ananas ... ), quando si tratta delle stesse aziende. Per il Camerun la banana rappresenta, dopo il petrolio e il legno, il terzo prodotto di esportazione.

Lo scorso 29 maggio, nel corso del Consiglio Acp-Ue, i ministri del commercio dei paesi Acp hanno rimproverato all'Ue di sacrificare lo sviluppo dei loro paesi al commercio. E hanno reclamato una compensazione di 500 milioni di euro per intervenire sul settore della banana, così da renderlo più competitivo, o per investire in altri settori, sostenendo che, in mancanza di azioni concrete, i loro paesi rischiano di entrare in una fase d'instabilità politica.

La risposta dell'Ue è stata una compensazione di 110 milioni di euro. Ciò ha generato un sentimento di amarezza presso i partner Acp. «I ministri hanno il diritto d'interrogarsi sull'utilità e la solidità del partenariato con l'Europa», fanno sapere dal segretariato del gruppo Acp. È chiaro che il "dossier banane" potrà avere ripercussioni negative sui negoziati degli Accordi di partenariato economico, che prevedono !'introduzione del libero scambio tra Ue e Acp. I Caribi, prima regione Acp ad aver siglato un accordo completo, che include lo scambio di servizi, cominciano a pentirsene e stanno iniziando a pensare di ricorrere, tra cinque anni, alla clausola di revisione dell'accordo.

 

di François Misser

Nirgrizia

Letto 2264 volte Ultima modifica il Mercoledì, 24 Marzo 2010 09:46

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