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Lunedì, 21 Luglio 2008 23:43

IL MIGRANTE CHE SI TRASFORMA, DIETRO DI SÉ LASCIA TANTI PROBLEMI

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IL MIGRANTE CHE SI TRASFORMA, DIETRO DI SÉ LASCIA TANTI PROBLEMI

di Egidiu Condac
direttore Caritas Romania
Italia Caritas / Marzo 2008





L’economia del paese ancora non abbastanza sviluppata, la possibilità della libera circolazione delle persone nell’unione europea, la recente adesione all’Ue: sono questi i fattori che hanno generato l’alto livello di migrazione dalla Romania verso i paesi più sviluppati d’Europa. Il fenomeno è molto più ampio a partire dalle zone “povere”: attualmente, il nord-est del paese rappresenta la regione con il minore livello di sviluppo, soprattutto a causa del basso livello di urbanizzazione. Non a caso, è anche l’area da cui muovono le ondate migratorie più ingenti.

Una caratteristica dell’emigrante rumeno, molto più di qualunque altro emigrante, è quella di “rifarsi” la biografia: all’estero egli si “trasforma, perché si sente imbarazzato dalla sua origine, dal paese di provenienza, dal comportamenti dei concittadini; di conseguenza tende a “nascondersi”. Questo però ha come conseguenza che molti emigranti rumeni, prima persone rispettabili, serie, magari caratterizzate anche da una fede religiosa, finiscono per diventare prostitute, ladri, mendicanti, trafficanti di persone, in ogni caso delinquenti. Ma è nel paese d’origine che si scontano molti effetti sociali problematici. Anzitutto, l’età media delle comunità invecchia e la forza di lavoro viene decimata dall’emigrazione: il disavanzo è reale e si sente sempre di più. Gli emigranti, con l’andar del tempo, trovano posti di lavoro migliori e ricevono stipendi mediamente elevati per gli standard rumeni (anche oltre 1.500 euro nei paesi Ue), dunque fanno piani per stabilirsi per sempre nel paese di destinazione insieme alle famiglie: la tendenza allo spopolamento ne risulta accentuata.

Gli effetti negativi si osservano anche sul tessuto della famiglia, pure gratificata, in molti casi, dagli intuibili benefici economici: l’emigrazione determina la crescita del numero di divorzi, contribuisce a far abbassare il tasso di natalità, incoraggia rapporti di coppia meno stabili (si riduce il numero dei matrimoni e si innalza l’età media in cui ci si sposa). Inoltre, molto pesanti si rivelano le prolungate assenze di uno dei due genitori (più frequentemente il padre), anche se a recarsi all’estero sono talvolta entrambi: la qualità della comunicazione e del rapporto affettivo con il genitore assente ne può risentire, soprattutto quando ad allontanarsi è il padre e quando l’assenza si fa prolungata. Del resto, quando a partire è la madre, l’affidamento dei figli al padre o ai nonni suscita problemi nelle relazioni tra chi rimane. In ogni caso, la situazione generale può indurre nei ragazzi una forma di disinteresse per la scuola e per il lavoro in genere: ai problemi familiari si aggiunge infatti il falso mito circa il fatto che il lavoro all’estero, a cui pensano sin da bambini, sia una strada facile, che permette di guadagnare un sacco di soldi. Infine, non bisogna sottovalutare gli effetti spirituali: molti tra coloro che partono si allontanano dalla Chiesa, dai sacramenti, da Dio.

Rientri alcolici, partenze temporanee

Anche i ritorni spesso sono problematici: un grave problema è rappresentato dalle persone che, in seguito a un insuccesso sul piano sociale e professionale all’estero, tornate nel paese d’origine ricorrono all’alcol o sviluppano comportamenti devianti. Anche la differenza tra gli stipendi ricevuti nel paese d’origine e all’estero e lo statuto di “benestante”, avuto e poi perso, possono determinare un disagio psico-sociale foriero di gravi conflitti interni. Particolare attenzione va inoltre posta, quando si parla di ritorni, a certe categorie: studenti laureati in università straniere, popolazione rom, vittime del traffico di persone, minori senza famiglia, rimpatriati dalle autorità straniere.

Una tensione può insorgere anche sul piano dei valori e dei rapporti comunitari: l’affermazione, il successo, i soldi e la conseguente capacità di spesa possono non essere accettati dalla comunità d’origine, ciò che conduce a forme di disadattamento di chi ritorna. In molti casi, però, si registrano anche effetti positivi: un maggior benessere complessivo delle comunità d’origine per effetto delle rimesse dei migranti e l’avvio di imprese produttive e commerciali (piccoli negozi, specialmente in ambiente rurale, ma anche attività nei settori del trasporto, del commercio e dell’agricoltura) possono alimentare uno sviluppo comunitario.

La riflessione su dinamiche ed effetti del fenomeno deve tenere conto anche dei mutamenti (a partire dal 1991, dopo la caduta del regime comunista) dei meccanismi di migrazione dei romeni. Anzitutto, si sta consolidando il passaggio da un’emigrazione permanente a una prevalentemente temporanea. Inoltre, si sono sviluppate forme nuove di migrazione:

la Romania è diventata addirittura paese di transito per i migranti (spesso illegali) provenienti da paesi terzi, che ambiscono a raggiungere lo spazio Ue.

Sul versante legislativo, le norme adottate in Romania sono di carattere prevalentemente reattivo, per raggiungere la conformità alle richieste europee, più che tese a definire una politica migratoria con obiettivi ben definiti.

Un lavoro importante da compiere, infine, ha per destinatario l’opinione pubblica rumena: su questo versante, non si può affermare che i mass media abbiano portato un valido contributo a una presentazione e a una comprensione fedele del fenomeno nella sua complessità. Si presta un’attenzione speciale agli aspetti negativi e sensazionalistici, meno all’orientamento dei migranti, pur in presenza di uno scenario segnato da molteplici incertezze e componenti di rischio (clandestinità, corruzione nella gestione dei documenti, azione di soggetti criminali) - Anche in questo campo ci sono molti passi da fare, pur nella consapevolezza che l’attenuazione dei flussi in uscita e il cambiamento della loro natura (si prevede che le partenze saranno sempre più legali e controllabili) aiuterà a stemperare gli elementi più problematici e drammatici che hanno finora contraddistinto il panorama migratorio rumeno.
Letto 3198 volte Ultima modifica il Venerdì, 25 Luglio 2008 00:06